A settembre il debutto al Festival del Cinema di Venezia
Caveman - Il gigante nascosto: il capolavoro di Filippo Dobrilla si svela in un film
Un'immagine di Caveman, 2021 I Courtesy Doclab
Francesca Grego
11/08/2021
Un gigante di marmo dorme nel cuore di una delle grotte più profonde d’Europa. Siamo nelle Alpi Apuane a 650 metri sotto terra, in un luogo pressoché inaccessibile. Non allo scultore e speleologo Filippo Dobrilla, che per trent’anni si è calato nell’abisso per dare forma a un’opera che in pochissimi ammireranno dal vivo. Perché? A due anni dalla prematura scomparsa dell’artista, il colosso di pietra rivela la sua storia in un film in concorso per le Giornate degli Autori al prossimo Festival Internazionale del Cinema di Venezia.
Diretto da Tommaso Landucci, assistente alla regia per Claudio Giovannesi in Alì ha gli occhi azzurri e per Luca Guadagnino in A bigger splash, e prodotto da Doclab in collaborazione con Contrast Film Zurich, Caveman - Il Gigante Nascosto è il racconto di un’impresa del tutto controcorrente. Chi mai, nell’era della visibilità a tutti i costi, spenderebbe oltre la metà della propria vita per creare una scultura destinata all’oscurità?
“Il nome di Filippo Dobrilla mi giunse alle orecchie per puro caso quando, in un paesino delle Alpi Apuane, due cacciatori mi parlarono di una statua scolpita nel cuore della montagna che sovrasta il paese” racconta il regista. “Raffigurava, mi dissero, un uomo nudo, sdraiato, grande più di tre metri. Pensai che si trattasse di una leggenda della zona, scoprii invece che la statua esisteva, così come il suo creatore. Incontrandolo, sono rimasto immediatamente colpito dal magnetismo silenzioso di Filippo. Ho seguito le sue avventure per più di quattro anni: la nostra relazione artistica si è trasformata in una sincera amicizia, tanto che Filippo mi ha permesso di accedere ai meandri più tortuosi del suo mondo interiore e di seguirlo nel suo viaggio finale, quello della malattia che ha causato la sua scomparsa. Caveman – Il Gigante Nascosto è la storia di un uomo il cui mistero rimarrà custodito nel fondo di un abisso, il tributo a un artista eccezionale e a un essere umano complesso”.
Speleologo fin da ragazzo, Dobrilla è affascinato dalla pietra delle montagne: “La scultura non è diversa”, dice: “Lì la natura crea lentamente, nella scultura si sottrae. È lo stesso gioco di pieni e vuoti”. La grotta delle Alpi Apuane proteggerà il segreto di una passione giovanile per un compagno di esplorazioni speleologiche. Ma anche dopo la fine di quell’amore, Filippo continuerà a calarsi nell’abisso per lavorare alla sua opera più ambiziosa in condizioni proibitive per chiunque. Immergersi nell’oscurità della caverna per lui significa sentirsi libero, lontano da pregiudizi e condizionamenti.
Un'immagine di Caveman, 2021 I Courtesy Doclab
Fuori dalla grotta lavora con il marmo, il bronzo e la creta, sospeso tra la fascinazione per la statuaria rinascimentale e seicentesca e la cifra di un talento personalissimo e incoercibile. “Dobrilla sente urgere il corpo dentro la pietra, lo vuole estrarre” osserva Vittorio Sgarbi alla fine degli anni Novanta: “Salgono sulla sua montagna, dove vive libero nella natura, grandi blocchi di marmo di Carrara che non hanno committente e non hanno destinazione. Ma egli sa che contengono forme insoddisfatte che richiedono la sua mano per essere riconosciute”.
Nel 2005 lo scultore realizzerà il San Giovanni per il battistero della Cattedrale di Noto, contribuendo insieme ad altri artisti alla ricostruzione della chiesa crollata nove anni prima. Nel 2011 presenterà alla Biennale di Venezia un gruppo scultoreo ispirato al Tondo Doni di Michelangelo, per poi dedicarsi a scolpire a rilievo gli scatti di importanti fotografi internazionali. In seguito la scoperta di un tumore cambierà la sua vita in modo radicale, impedendogli di completare il capolavoro che rischia di essere dimenticato per sempre nel ventre della terra.
Ora il documentario di Tommaso Landucci lo restituisce alla luce. Dopo il debutto al Festival del Cinema di Venezia, Caveman - Il Gigante nascosto sarà presentato nelle sale italiane nel 2021, aprendo agli spettatori cinematografici le porte della caverna e gli abissi di un’anima.
“Grazie alle foto e ai filmati di repertorio inediti degli anni giovanili dell’artista, alle suggestive immagini della discesa in grotta che mostrano lo svelamento della scultura e alle toccanti sequenze che ritraggono Filippo nei suoi ultimi giorni di vita, Cavemanrestituisce il ritratto di un uomo i cui dilemmi esistenziali risuonano dentro ognuno di noi, un tributo a ciò che c’è di utopico, maniacale e complesso nell’animo umano”, scrivono i produttori di Doclab. “In un mondo in cui il fare si confonde con il mostrare, Filippo persegue la purezza e l’ideale. È un anarchico solitario, un sognatore selvatico fragile e coraggioso. Una figura contraddittoria ma necessaria alla nostra società, ormai estranea alla fascinazione per gli idealisti, i folli e i controcorrente”.
Un'immagine di Caveman, 2021 I Courtesy Doclab
Diretto da Tommaso Landucci, assistente alla regia per Claudio Giovannesi in Alì ha gli occhi azzurri e per Luca Guadagnino in A bigger splash, e prodotto da Doclab in collaborazione con Contrast Film Zurich, Caveman - Il Gigante Nascosto è il racconto di un’impresa del tutto controcorrente. Chi mai, nell’era della visibilità a tutti i costi, spenderebbe oltre la metà della propria vita per creare una scultura destinata all’oscurità?
“Il nome di Filippo Dobrilla mi giunse alle orecchie per puro caso quando, in un paesino delle Alpi Apuane, due cacciatori mi parlarono di una statua scolpita nel cuore della montagna che sovrasta il paese” racconta il regista. “Raffigurava, mi dissero, un uomo nudo, sdraiato, grande più di tre metri. Pensai che si trattasse di una leggenda della zona, scoprii invece che la statua esisteva, così come il suo creatore. Incontrandolo, sono rimasto immediatamente colpito dal magnetismo silenzioso di Filippo. Ho seguito le sue avventure per più di quattro anni: la nostra relazione artistica si è trasformata in una sincera amicizia, tanto che Filippo mi ha permesso di accedere ai meandri più tortuosi del suo mondo interiore e di seguirlo nel suo viaggio finale, quello della malattia che ha causato la sua scomparsa. Caveman – Il Gigante Nascosto è la storia di un uomo il cui mistero rimarrà custodito nel fondo di un abisso, il tributo a un artista eccezionale e a un essere umano complesso”.
Speleologo fin da ragazzo, Dobrilla è affascinato dalla pietra delle montagne: “La scultura non è diversa”, dice: “Lì la natura crea lentamente, nella scultura si sottrae. È lo stesso gioco di pieni e vuoti”. La grotta delle Alpi Apuane proteggerà il segreto di una passione giovanile per un compagno di esplorazioni speleologiche. Ma anche dopo la fine di quell’amore, Filippo continuerà a calarsi nell’abisso per lavorare alla sua opera più ambiziosa in condizioni proibitive per chiunque. Immergersi nell’oscurità della caverna per lui significa sentirsi libero, lontano da pregiudizi e condizionamenti.
Un'immagine di Caveman, 2021 I Courtesy Doclab
Fuori dalla grotta lavora con il marmo, il bronzo e la creta, sospeso tra la fascinazione per la statuaria rinascimentale e seicentesca e la cifra di un talento personalissimo e incoercibile. “Dobrilla sente urgere il corpo dentro la pietra, lo vuole estrarre” osserva Vittorio Sgarbi alla fine degli anni Novanta: “Salgono sulla sua montagna, dove vive libero nella natura, grandi blocchi di marmo di Carrara che non hanno committente e non hanno destinazione. Ma egli sa che contengono forme insoddisfatte che richiedono la sua mano per essere riconosciute”.
Nel 2005 lo scultore realizzerà il San Giovanni per il battistero della Cattedrale di Noto, contribuendo insieme ad altri artisti alla ricostruzione della chiesa crollata nove anni prima. Nel 2011 presenterà alla Biennale di Venezia un gruppo scultoreo ispirato al Tondo Doni di Michelangelo, per poi dedicarsi a scolpire a rilievo gli scatti di importanti fotografi internazionali. In seguito la scoperta di un tumore cambierà la sua vita in modo radicale, impedendogli di completare il capolavoro che rischia di essere dimenticato per sempre nel ventre della terra.
Ora il documentario di Tommaso Landucci lo restituisce alla luce. Dopo il debutto al Festival del Cinema di Venezia, Caveman - Il Gigante nascosto sarà presentato nelle sale italiane nel 2021, aprendo agli spettatori cinematografici le porte della caverna e gli abissi di un’anima.
“Grazie alle foto e ai filmati di repertorio inediti degli anni giovanili dell’artista, alle suggestive immagini della discesa in grotta che mostrano lo svelamento della scultura e alle toccanti sequenze che ritraggono Filippo nei suoi ultimi giorni di vita, Cavemanrestituisce il ritratto di un uomo i cui dilemmi esistenziali risuonano dentro ognuno di noi, un tributo a ciò che c’è di utopico, maniacale e complesso nell’animo umano”, scrivono i produttori di Doclab. “In un mondo in cui il fare si confonde con il mostrare, Filippo persegue la purezza e l’ideale. È un anarchico solitario, un sognatore selvatico fragile e coraggioso. Una figura contraddittoria ma necessaria alla nostra società, ormai estranea alla fascinazione per gli idealisti, i folli e i controcorrente”.
Un'immagine di Caveman, 2021 I Courtesy Doclab
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