Eugenio Balzan a Milano
Opera della Raccolta Balzan
21/12/2006
Incontriamo un protagonista del giornalismo italiano, personaggio di spicco della Milano intellettuale di inizio ‘900 e raffinato intenditore d’arte, dal 25 gennaio al 28 febbraio 2007 nella mostra “Una collezione d’arte tra Ottocento e Novecento. La raccolta Eugenio Balzan”, organizzata presso l’ISR - Centro Culturale Svizzero di Milano. Oltre trenta opere dalla sua raccolta d’arte e un volume della collana d’arte che la Cornèr Banca pubblica dal 1958, focalizzandosi sul tema del collezionismo.
La Raccolta Balzan – presentata parzialmente al pubblico nel 1944 in Svizzera – racchiude vertici della pittura dell’epoca, come le opere di Domenico Morelli, tra cui il capolavoro il Bagno pompeiano, o le tele di Mosè Bianchi e i dipinti di Filippo Palizzi, tra cui la Fanciulla sulla roccia a Sorrento, e si caratterizza per esempi di eccellenza per gli artisti che Balzan aveva scelto di collezionare; ricordiamo ancora il piemontese Alberto Pasini, i lombardi Leonardo Bazzaro, Eugenio Gignous e Gaetano Previati, i veneti Luigi Nono ed Ettore Tito, i toscani Giovanni Fattori e Plinio Nomellini, i napoletani Edoardo Dalbono e Giuseppe De Nittis, nello sforzo di rappresentare ogni “Scuola” regionale, così come era allora intesa l’arte italiana dell’Ottocento, fino ad un’incursione nel Novecento con un’opera di Ardengo Soffici.
Eugenio Balzan (Badia Polesine, Rovigo, 1874 - Lugano, 1953) si ispirò al collezionismo sviluppatosi in Italia e in Canton Ticino dalla fine dell’Ottocento. Il suo gusto, maturato tra i primi decenni del Novecento fino agli anni Quaranta, era guidato dai consigli della critica d’arte coeva, che frequentava in prima persona, con preferenze per il naturalismo e i temi della pittura di genere e del paesaggio. Amico di letterati e musicisti quali Ulrico Hoepli, Arrigo Boito, Arturo Toscanini, Giacomo Puccini, fu Cavaliere, Ufficiale e Commendatore della Corona d’Italia, e uomo di punta del ‘Corriere della Sera’, di cui difese l’indipendenza anche dopo gli attacchi di ambienti fascisti ostili.
Una collezione d’arte tra Ottocento e Novecento. La raccolta Eugenio Balzan
25 gennaio - 28 febbraio 2007
Milano, ISR Centro Culturale Svizzero di Milano
Via Vecchio Politecnico 2 - Piazza Cavour
A cura di Giovanna Ginex
Orari: dal lunedì al sabato, dalle 12.00 alle 19.00
Ingresso libero
Info: tel. 02 76 01 61 18
La Raccolta Balzan – presentata parzialmente al pubblico nel 1944 in Svizzera – racchiude vertici della pittura dell’epoca, come le opere di Domenico Morelli, tra cui il capolavoro il Bagno pompeiano, o le tele di Mosè Bianchi e i dipinti di Filippo Palizzi, tra cui la Fanciulla sulla roccia a Sorrento, e si caratterizza per esempi di eccellenza per gli artisti che Balzan aveva scelto di collezionare; ricordiamo ancora il piemontese Alberto Pasini, i lombardi Leonardo Bazzaro, Eugenio Gignous e Gaetano Previati, i veneti Luigi Nono ed Ettore Tito, i toscani Giovanni Fattori e Plinio Nomellini, i napoletani Edoardo Dalbono e Giuseppe De Nittis, nello sforzo di rappresentare ogni “Scuola” regionale, così come era allora intesa l’arte italiana dell’Ottocento, fino ad un’incursione nel Novecento con un’opera di Ardengo Soffici.
Eugenio Balzan (Badia Polesine, Rovigo, 1874 - Lugano, 1953) si ispirò al collezionismo sviluppatosi in Italia e in Canton Ticino dalla fine dell’Ottocento. Il suo gusto, maturato tra i primi decenni del Novecento fino agli anni Quaranta, era guidato dai consigli della critica d’arte coeva, che frequentava in prima persona, con preferenze per il naturalismo e i temi della pittura di genere e del paesaggio. Amico di letterati e musicisti quali Ulrico Hoepli, Arrigo Boito, Arturo Toscanini, Giacomo Puccini, fu Cavaliere, Ufficiale e Commendatore della Corona d’Italia, e uomo di punta del ‘Corriere della Sera’, di cui difese l’indipendenza anche dopo gli attacchi di ambienti fascisti ostili.
Una collezione d’arte tra Ottocento e Novecento. La raccolta Eugenio Balzan
25 gennaio - 28 febbraio 2007
Milano, ISR Centro Culturale Svizzero di Milano
Via Vecchio Politecnico 2 - Piazza Cavour
A cura di Giovanna Ginex
Orari: dal lunedì al sabato, dalle 12.00 alle 19.00
Ingresso libero
Info: tel. 02 76 01 61 18
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