Kounellis al MADRE

Senza titolo del 1969 di Jannis Kounellis
02/05/2006
Il neonato MADRE inaugura per la monografica di Jannis Kounellis (Pireo, 1936 - a Roma dal 1956), uno dei massimi rappresentanti dell’Arte contemporanea, gli spazi espositivi del terzo piano, presentando un grande evento che celebra la quasi cinquantennale carriera dell’artista con opere provenienti da collezioni private, fondazioni e musei. Particolarmente fecondo il rapporto tra l’artista e Napoli: sin dal 1969 ha realizzato lavori importanti presso la galleria di Lucio Amelio (le opere più significative, oggi in collezioni di prestigio internazionale, sono in mostra) e in spazi pubblici, come a piazza Plebiscito nel 1996 e nel museo MADRE nel 2005.
“L’opera di Jannis Kounellis è pura energia narrativa. Un grande racconto di immagini che fluiscono, mescolando esperienze e memorie personali e collettive. Tutta la sua opera funziona come una grande narrazione, in cui il tempo e lo spazio dell’artista e del suo pubblico si sovrappongono” (Eduardo Cicelyn).
Già nei primi lavori, eseguiti negli anni successivi al trasferimento a Roma dalla natia Grecia, tra il 1957 ed il 1958, è evidente la volontà dell’artista di rompere con lo status quo attraverso un’apertura alle deflagranti energie del quotidiano. La prima esposizione è del 1960 presso la Galleria La Tartaruga. Parole, lettere, numeri campeggiano su superfici monocrome. I quadri, dipinti direttamente sul muro su sottili lenzuoli, assumono una dimensione sensoriale a tutto tondo.
L’immagine nasce dalla lingua. La pittura di Kounellis “rompe il diaframma tra il dentro e il fuori”. La lingua è scomposta dal pittore in unità ricollocate in uno spazio nuovo: “Numeri, lettere, segni, colori, sbavature: tutto è mondo”.
Gli anni Sessanta sono segnati dalla presenza di piante, animali e di materiali “poveri” come ferro, carbone, tela di juta, ordinati ritmicamente per unità sintattiche, nello stesso modo in cui venivano disposte le lettere dell’alfabeto. Il peso, le forme e la forza della realtà diventano centrali nel laboratorio del maestro tanto che nel ’69 presenta la celebre mostra Senza titolo all’Attico di Roma (con dodici cavalli esposti in galleria). Il superamento del quadro viene fissato in un’immagine potente e definitiva, in cui gli animali disposti nello spazio rettangolare della galleria rappresentano l’estrema possibilità del quadro stesso.
Gli anni Settanta sono gli anni delle lastre di ferro a cui appende sacchi di juta pieni di carbone o di spezie, cappotti e vestiti; delle mensole che espongono scarpe, scatole di vernice, bottiglie di vetro; delle travi di legno che schiacciano le lastre alle pareti o al soffitto; e delle porte e dei passaggi sbarrati con pietre, libri, frammenti di statue e cocci.
JANNIS KOUNELLIS
Napoli, Museo Madre – Via Settembrini, 79
Dal 22 aprile al 4 settembre 2006
Info: 081 562 45 61; www.museomadre.it
Orario: dal Lunedì al giovedì e domenica ore 10.00 – 21.00
Venerdì e sabato ore 10.00 – 24.00; Martedì chiuso.
“L’opera di Jannis Kounellis è pura energia narrativa. Un grande racconto di immagini che fluiscono, mescolando esperienze e memorie personali e collettive. Tutta la sua opera funziona come una grande narrazione, in cui il tempo e lo spazio dell’artista e del suo pubblico si sovrappongono” (Eduardo Cicelyn).
Già nei primi lavori, eseguiti negli anni successivi al trasferimento a Roma dalla natia Grecia, tra il 1957 ed il 1958, è evidente la volontà dell’artista di rompere con lo status quo attraverso un’apertura alle deflagranti energie del quotidiano. La prima esposizione è del 1960 presso la Galleria La Tartaruga. Parole, lettere, numeri campeggiano su superfici monocrome. I quadri, dipinti direttamente sul muro su sottili lenzuoli, assumono una dimensione sensoriale a tutto tondo.
L’immagine nasce dalla lingua. La pittura di Kounellis “rompe il diaframma tra il dentro e il fuori”. La lingua è scomposta dal pittore in unità ricollocate in uno spazio nuovo: “Numeri, lettere, segni, colori, sbavature: tutto è mondo”.
Gli anni Sessanta sono segnati dalla presenza di piante, animali e di materiali “poveri” come ferro, carbone, tela di juta, ordinati ritmicamente per unità sintattiche, nello stesso modo in cui venivano disposte le lettere dell’alfabeto. Il peso, le forme e la forza della realtà diventano centrali nel laboratorio del maestro tanto che nel ’69 presenta la celebre mostra Senza titolo all’Attico di Roma (con dodici cavalli esposti in galleria). Il superamento del quadro viene fissato in un’immagine potente e definitiva, in cui gli animali disposti nello spazio rettangolare della galleria rappresentano l’estrema possibilità del quadro stesso.
Gli anni Settanta sono gli anni delle lastre di ferro a cui appende sacchi di juta pieni di carbone o di spezie, cappotti e vestiti; delle mensole che espongono scarpe, scatole di vernice, bottiglie di vetro; delle travi di legno che schiacciano le lastre alle pareti o al soffitto; e delle porte e dei passaggi sbarrati con pietre, libri, frammenti di statue e cocci.
JANNIS KOUNELLIS
Napoli, Museo Madre – Via Settembrini, 79
Dal 22 aprile al 4 settembre 2006
Info: 081 562 45 61; www.museomadre.it
Orario: dal Lunedì al giovedì e domenica ore 10.00 – 21.00
Venerdì e sabato ore 10.00 – 24.00; Martedì chiuso.
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