Da Picasso a Boccioni, 100 opere riemergono dai depositi
Tornano a Brera i capolavori del '900
Amedeo Modigliani, L'enfant gras, 1915. Olio su tela. Collezione Vitali
Francesca Grego
25/06/2019
Milano - Completato il riallestimento delle sale, la Pinacoteca di Brera si prepara a espandersi nell’adiacente Palazzo Citterio che, fresco di restauro, ospiterà le collezioni dedicate al Novecento nel progetto Brera Modern. Si tratta della più grande raccolta di arte moderna italiana esistente al mondo, seconda solo a quella del MoMa di New York, messa insieme dal museo milanese grazie alle donazioni di prestigiosi collezionisti e all’impegno dell’indimenticato direttore Franco Russoli.
In attesa che i nuovi spazi siano pronti ad accoglierle, una selezione delle opere più amate di Brera esce dall’ombra dei depositi per presentarsi ai visitatori in un nuovo, insolito allestimento.
Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Amedeo Modigliani sono solo alcuni dei grandi nomi presenti nelle Collezioni Jesi e Vitali, donate alla Pinacoteca tra il 1976 e il 1992. Sono 100 i dipinti scelti al loro interno dal direttore James Bradburne e dai curatori per rappresentare il volto modernista del museo: tra loro ci sono la Rissa in galleria di Boccioni, Madre e figlio di Carrà e perfino una Testa di toro di Pablo Picasso, mentre tra le sculture spicca La petite rieuse di Medardo Rosso. Ora è possibile ammirarle nei saloni napoleonici del palazzo braidense, in un allestimento che evoca le atmosfere di un deposito museale: teche trasparenti e griglie metalliche alludono le rastrelliere tipiche dei magazzini, custodi di tesori raramente accessibili.
“Il riallestimento delle collezioni moderne non serve solo a riportare il Novecento nel cuore della Pinacoteca di Brera”, spiega il direttore James Bradburne, “ma fa parte della nostra filosofia di museo visibile, con il museo che continua a mostrare in modo trasparente la sua rilevanza, la sua partecipazione e il suo impegno”. Lo stesso ritorno delle opere in esposizione è avvenuto gradualmente sotto gli occhi dei visitatori nel corso dei mesi di maggio e giugno, accogliendo anche gli 11 dipinti di Morandi e Sironi inviati temporaneamente al CIMA (Center for Italian Modern Art) di New York per il programma “Novecento in moto”, che ha l’obiettivo di mostrare i gioielli del Modernismo italiano nel mondo.
L’operazione di riallestimento è stata resa possibile dal sostegno della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti, che già nel 2018 aveva contribuito al restyling delle sale ottocentesche.
Per festeggiarne la conclusione e approfondire le storie delle opere in mostra, la Pinacoteca sarà teatro di un ciclo di letture di brani tratti dalla corrispondenza tra artisti e collezionisti: una miniera di spunti inediti sulla vita quotidiana dei maestri del Novecento, tra successi e difficoltà economiche, l’amicizia con i coniugi Jesi, i rapporti con il pubblico e il mercato, il grande incubo della guerra.
Leggi anche:
• Verso la “Grande Brera”: in arrivo 26 capolavori del Novecento
• The Enchanted Room: in mostra a Londra il Novecento di Brera
• Riparte dall’Ottocento il futuro di Brera
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Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Amedeo Modigliani sono solo alcuni dei grandi nomi presenti nelle Collezioni Jesi e Vitali, donate alla Pinacoteca tra il 1976 e il 1992. Sono 100 i dipinti scelti al loro interno dal direttore James Bradburne e dai curatori per rappresentare il volto modernista del museo: tra loro ci sono la Rissa in galleria di Boccioni, Madre e figlio di Carrà e perfino una Testa di toro di Pablo Picasso, mentre tra le sculture spicca La petite rieuse di Medardo Rosso. Ora è possibile ammirarle nei saloni napoleonici del palazzo braidense, in un allestimento che evoca le atmosfere di un deposito museale: teche trasparenti e griglie metalliche alludono le rastrelliere tipiche dei magazzini, custodi di tesori raramente accessibili.
“Il riallestimento delle collezioni moderne non serve solo a riportare il Novecento nel cuore della Pinacoteca di Brera”, spiega il direttore James Bradburne, “ma fa parte della nostra filosofia di museo visibile, con il museo che continua a mostrare in modo trasparente la sua rilevanza, la sua partecipazione e il suo impegno”. Lo stesso ritorno delle opere in esposizione è avvenuto gradualmente sotto gli occhi dei visitatori nel corso dei mesi di maggio e giugno, accogliendo anche gli 11 dipinti di Morandi e Sironi inviati temporaneamente al CIMA (Center for Italian Modern Art) di New York per il programma “Novecento in moto”, che ha l’obiettivo di mostrare i gioielli del Modernismo italiano nel mondo.
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Per festeggiarne la conclusione e approfondire le storie delle opere in mostra, la Pinacoteca sarà teatro di un ciclo di letture di brani tratti dalla corrispondenza tra artisti e collezionisti: una miniera di spunti inediti sulla vita quotidiana dei maestri del Novecento, tra successi e difficoltà economiche, l’amicizia con i coniugi Jesi, i rapporti con il pubblico e il mercato, il grande incubo della guerra.
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