Dal 25 gennaio a Basilea

120 anni senza Cézanne. La mostra alla Fondation Beyeler

Paul Cézanne, La Montagne Sainte-Victoire vue de Lauves, 1902–06. Oil on canvas, 65 x 81 cm. Private Collection Pierre Huyghe
 

Francesca Grego

05/11/2025

Mondo - Dopo la grande mostra dedicata a Matisse nella stagione 2024-2025, un altro celebre pioniere del Moderno si prepara ad andare in scena alla Fondation Beyeler di Basilea. Si tratta di Paul Cézanne, di casa presso il museo svizzero - le cui collezioni conservano capolavori da Monet a Van Gogh, da Picasso a Rothko, Warhol, Bacon, Kiefer - ma ora, a 120 anni dalla sua scomparsa, protagonista per la prima volta di un’ampia monografica. L’appuntamento è per il prossimo 25 gennaio, quando le sale progettate da Renzo Piano riuniranno circa 80 opere di Cézanne provenienti da grandi musei internazionali e prestigiose collezioni private.  

In arrivo grandi dipinti a olio e preziosi acquerelli scelti per rappresentare l’ultima e più significativa fase del pittore francese, ormai all’apice della sua carriera, quando la vigorosa tensione di forma, luce e colore da lui messa a punto diede vita a immagini rivoluzionarie, capaci di ispirare generazioni di artisti. A ogni colpo di pennello, si legge nella presentazione della mostra, Cézanne inventa una pittura nuova, portando Picasso a definirlo “il padre di tutti noi”, ovvero l’iniziatore dell’arte moderna. 

A Basilea lo scopriremo attraverso iconiche scene di bagnanti, ritratti enigmatici, paesaggi della terra natale dell’artista, la Provenza, mirabilmente reinventati, accanto alle celebri immagini della Montagna Sainte-Victoire, inesauribile fonte di ispirazione per arditi esperimenti sul linguaggio pittorico. 



Paul Cézanne, Pommes et oranges, 1899 circa. Olio su tela, 74 x 93 cm. Musée d'Orsay, Parigi © RMN Grand Palais (Musée d'Orsay) / Hervé Lewandowski

Ma non finisce qui: per il 2026 la Fondation Beyeler ha già annunciato un programma ricco di stimolanti sorprese. Dopo la mostra su Cézanne, che chiuderà i battenti il prossimo 26 maggio, sarà la volta dell'artista contemporaneo Pierre Huyghe (1962). Noto per obliterare nelle sue opere il confine tra finzione e realtà, Huyghe intreccia cinema e materia organica, mondo fisico e digitale, dando vita a situazioni vive e dinamiche, concepite per evolversi nel tempo. In occasione di questa mostra (24 maggio - 13 settembre 2026) presenterà opere emblematiche e lavori di recentissima concezione, in un progetto concepito esclusivamente per la Fondation Beyeler.

Protagonista dell’autunno, infine, sarà l’artista americana di origine giapponese Ruth Asawa, talento ampiamente celebrato negli Stati Uniti ma ancora poco conosciuto in Europa. Dal 18 ottobre 2026 al 10 gennaio 2027, l’esposizione svizzera sarà un’occasione rara e preziosa per  scoprire la profondità e la ricchezza della sua ricerca, che inizia alla fine degli anni Quaranta nel leggendario Black Mountain College con Josef Albers e Merce Cunningham. Basata a San Francisco, Asawa ha scavalcato i confini tra astratto e figura, azione e contemplazione, lasciandoci affascinanti sculture in filo metallico, ma anche commissioni pubbliche come fontane, murales, monumenti, e sostenendo sempre l’importanza dell’educazione all’arte all’interno della società.