Nella mente del genio catalano
Il Teatro-Museo di Figueres, un sogno firmato Dalì
Teatro-Museo Salvador Dalì, Figueres | Foto: LoggaWiggler via Pixabay
Francesca Grego
05/05/2020
Mondo - All’inizio degli anni Sessanta il sindaco di Figueres Ramon Guardiola scrisse a Salvador Dalì chiedendogli un’opera per il Museu dell’Empordà. La risposta dell’artista non si fece attendere: alla sua città natale avrebbe donato non un’opera, ma un intero museo. Inizia così la storia del Teatro-Museo Salvador Dalì, da tempo un must per chi visita la Catalogna, oggi accessibile anche da casa grazie a tour virtuali.
La Cupola del Teatro-Museo Salvador Dalì, Figueres | Foto: LoggaWiggler via Pixabay
Per costruire “il più grande oggetto surrealista” della storia, l’artista scelse le rovine dell’antico Teatro Municipale di Figueres, distrutto da un incendio alla fine della Guerra Civile spagnola. Motivò così la sua decisione: “Primo, perché sono un pittore eminentemente teatrale. Secondo, perché il teatro si trova di fronte alla chiesa dove sono stato battezzato. Terzo, perché è stato proprio nella hall del teatro che ho allestito la mia prima mostra”. L’atrio e la sala erano le uniche parti rimaste quasi intatte: il soffitto della buca dell’orchestra era crollato, come pure il palcoscenico e l’arco che ne incorniciava l’ingresso, dando alla struttura un fascino spettrale che Dalì giudicò oltremodo interessante.
Ci vollero più di dieci anni e l’apporto di celebri architetti perché il museo vedesse la luce. Fu inaugurato il 28 settembre del 1974, ma il suo fondatore continuò ad arricchirlo con nuove opere e attrazioni fino alla morte, sopraggiunta nel 1989.
“È chiaro che esistono altri mondi, questo è certo. Ma questi altri mondi sono nei nostri, risiedono sulla terra e precisamente al centro della cupola del Museo Dalì, dove c’è tutto il nuovo, inaspettato e allucinato mondo del Surrealismo”, spiegò il pittore.
All'interno del Teatro-Museo Salvador Dalì, Figueres | Foto: federicoghedini via Pixabay
Un’opera d’arte totale
Visitare il Teatro-Museo Dalì significa immergersi nell’estro stravagante del genio catalano, nato a Figueres l’11 maggio del 1904. Qui non solo si concentrano 1500 opere e un impressionante numero di capolavori, ma ogni sala è un’installazione di forte impatto scenografico, che riflette nei più minuscoli dettagli la vulcanica creatività del suo artefice. Simbolo del museo è la Cupola Geodetica progettata dall’inventore e architetto statunitense Richard Buckminster Fuller seguendo le indicazioni di Dalì e innalzata su quello che era il palcoscenico del vecchio teatro.
Ma forse l’ambiente più rappresentativo del modus operandi del pittore è la Sala Mae West. “Il tuo viso è un sogno che trasformerò in un soggiorno”, aveva promesso Dalì all’attrice. Detto, fatto: sulla copertina di un rotocalco dipinge di getto occhi come quadri, un naso-camino, una bocca-sofà. Con l’aiuto dell’amico architetto Oscar Tusquets, a Figueres il Volto di Mae West utilizzabile come appartamento conquista le tre dimensioni e diventa una stanza: si ha quasi la tentazione di adagiarsi sul divano rosso fiamma che fu esposto nella boutique parigina della stilista Elsa Schiaparelli.
La Sala Mae West al Teatro-Museo Salvador Dalì, Figueres | Foto: juliacasado1 via Pixabay
Altrettanto bizzarro è il giardino che sorge al posto dell’antica platea, ornato da manichini dorati, creature grottesche e dalla famosa installazione Cadillac Piovoso, mentre nella Sala del Tesoro, tappezzata di velluto rosso come uno scrigno, sono conservate le opere che per Dalì ebbero un significato speciale.
Il Palazzo del Vento sorge nell’ambiente dove l’artista appena quattordicenne partecipò alla sua prima mostra collettiva. Qui ad aspettarci sono cinque enormi tele fissate al soffitto: le figure di Dalì e della musa Gala sono sospese nell’aria, in uno scenario illusionistico e paradossale.
Alla modella e compagna è intitolata la Torre Galatea, dove il pittore abitò dal 1984 al 1989: sul tetto scorgiamo da lontano un gruppo di uova giganti, tra i topos dell’arte di Dalì, mentre all’interno troveremo una selezione delle ultime opere e le mostre temporanee. Se dalla Cripta, dove il genio catalano è sepolto, ci spostiamo invece verso le nuove Sale della Fonda Condal, potremo ammirare in un recente allestimento un’inattesa collezione di oreficerie d’artista.
L'atmosfera surreale del Teatro-Museo Salvador Dalì, Figueres | Foto: falco via Pixabay
I capolavori del Teatro-Museo Salvador Dalì
Dipinti, sculture, disegni, incisioni, installazioni, ologrammi, stereoscopie, anamorfosi, foto, oggetti di design: a Figueres il genio poliedrico di Dalì va in scena in tutte le sue dimensioni. Il percorso rigorosamente non-cronologico tocca ogni fase di una lunga carriera, seguendo temi e ispirazioni dettate da un’esuberante fantasia. Nella Sala dei Capolavori, per esempio, il Ritratto di Gala con due costolette d’agnello in equilibrio sulla spalla si trova tra le opere della Collezione personale del pittore, in un crogiolo di epoche e correnti che mette insieme dipinti di El Greco, Gerrit Dou e Marcel Duchamp.
Nella Sala delle Pescherie, dove le rovine del teatro ospitarono anche il mercato del pesce, un ritratto allegorico di Pablo Picasso si confronta con il celebre Autoritratto molle con pancetta fritta, in cui il volto di Dalì si presenta come una maschera cadente sorretta da stampelle.
Sotto la Cupola, invece, l’olio fotografico di Gala nuda che osserva il mare mentre a 18 metri appare il presidente Lincoln anticipa l’uso del digitale in pittura, per poi lasciar spazio alla tradizione del Rinascimento italiano con riferimenti alla Cappella Sistina di Michelangelo. Nella Sala del Tesoro è la Volta di Raffaello: la Galarina rende omaggio alla musa di una vita in un parallelo con la Fornarina, icona d’arte e d’amore.
Il cielo sopra il Teatro-Museo Salvador Dalì, Figueres | Foto: falco via Pixabay
Leggi anche:
• Nel mondo di Egon Schiele al Leopold Museum
• FOTO: Il mito di Dalì
La Cupola del Teatro-Museo Salvador Dalì, Figueres | Foto: LoggaWiggler via Pixabay
Per costruire “il più grande oggetto surrealista” della storia, l’artista scelse le rovine dell’antico Teatro Municipale di Figueres, distrutto da un incendio alla fine della Guerra Civile spagnola. Motivò così la sua decisione: “Primo, perché sono un pittore eminentemente teatrale. Secondo, perché il teatro si trova di fronte alla chiesa dove sono stato battezzato. Terzo, perché è stato proprio nella hall del teatro che ho allestito la mia prima mostra”. L’atrio e la sala erano le uniche parti rimaste quasi intatte: il soffitto della buca dell’orchestra era crollato, come pure il palcoscenico e l’arco che ne incorniciava l’ingresso, dando alla struttura un fascino spettrale che Dalì giudicò oltremodo interessante.
Ci vollero più di dieci anni e l’apporto di celebri architetti perché il museo vedesse la luce. Fu inaugurato il 28 settembre del 1974, ma il suo fondatore continuò ad arricchirlo con nuove opere e attrazioni fino alla morte, sopraggiunta nel 1989.
“È chiaro che esistono altri mondi, questo è certo. Ma questi altri mondi sono nei nostri, risiedono sulla terra e precisamente al centro della cupola del Museo Dalì, dove c’è tutto il nuovo, inaspettato e allucinato mondo del Surrealismo”, spiegò il pittore.
All'interno del Teatro-Museo Salvador Dalì, Figueres | Foto: federicoghedini via Pixabay
Un’opera d’arte totale
Visitare il Teatro-Museo Dalì significa immergersi nell’estro stravagante del genio catalano, nato a Figueres l’11 maggio del 1904. Qui non solo si concentrano 1500 opere e un impressionante numero di capolavori, ma ogni sala è un’installazione di forte impatto scenografico, che riflette nei più minuscoli dettagli la vulcanica creatività del suo artefice. Simbolo del museo è la Cupola Geodetica progettata dall’inventore e architetto statunitense Richard Buckminster Fuller seguendo le indicazioni di Dalì e innalzata su quello che era il palcoscenico del vecchio teatro.
Ma forse l’ambiente più rappresentativo del modus operandi del pittore è la Sala Mae West. “Il tuo viso è un sogno che trasformerò in un soggiorno”, aveva promesso Dalì all’attrice. Detto, fatto: sulla copertina di un rotocalco dipinge di getto occhi come quadri, un naso-camino, una bocca-sofà. Con l’aiuto dell’amico architetto Oscar Tusquets, a Figueres il Volto di Mae West utilizzabile come appartamento conquista le tre dimensioni e diventa una stanza: si ha quasi la tentazione di adagiarsi sul divano rosso fiamma che fu esposto nella boutique parigina della stilista Elsa Schiaparelli.
La Sala Mae West al Teatro-Museo Salvador Dalì, Figueres | Foto: juliacasado1 via Pixabay
Altrettanto bizzarro è il giardino che sorge al posto dell’antica platea, ornato da manichini dorati, creature grottesche e dalla famosa installazione Cadillac Piovoso, mentre nella Sala del Tesoro, tappezzata di velluto rosso come uno scrigno, sono conservate le opere che per Dalì ebbero un significato speciale.
Il Palazzo del Vento sorge nell’ambiente dove l’artista appena quattordicenne partecipò alla sua prima mostra collettiva. Qui ad aspettarci sono cinque enormi tele fissate al soffitto: le figure di Dalì e della musa Gala sono sospese nell’aria, in uno scenario illusionistico e paradossale.
Alla modella e compagna è intitolata la Torre Galatea, dove il pittore abitò dal 1984 al 1989: sul tetto scorgiamo da lontano un gruppo di uova giganti, tra i topos dell’arte di Dalì, mentre all’interno troveremo una selezione delle ultime opere e le mostre temporanee. Se dalla Cripta, dove il genio catalano è sepolto, ci spostiamo invece verso le nuove Sale della Fonda Condal, potremo ammirare in un recente allestimento un’inattesa collezione di oreficerie d’artista.
L'atmosfera surreale del Teatro-Museo Salvador Dalì, Figueres | Foto: falco via Pixabay
I capolavori del Teatro-Museo Salvador Dalì
Dipinti, sculture, disegni, incisioni, installazioni, ologrammi, stereoscopie, anamorfosi, foto, oggetti di design: a Figueres il genio poliedrico di Dalì va in scena in tutte le sue dimensioni. Il percorso rigorosamente non-cronologico tocca ogni fase di una lunga carriera, seguendo temi e ispirazioni dettate da un’esuberante fantasia. Nella Sala dei Capolavori, per esempio, il Ritratto di Gala con due costolette d’agnello in equilibrio sulla spalla si trova tra le opere della Collezione personale del pittore, in un crogiolo di epoche e correnti che mette insieme dipinti di El Greco, Gerrit Dou e Marcel Duchamp.
Nella Sala delle Pescherie, dove le rovine del teatro ospitarono anche il mercato del pesce, un ritratto allegorico di Pablo Picasso si confronta con il celebre Autoritratto molle con pancetta fritta, in cui il volto di Dalì si presenta come una maschera cadente sorretta da stampelle.
Sotto la Cupola, invece, l’olio fotografico di Gala nuda che osserva il mare mentre a 18 metri appare il presidente Lincoln anticipa l’uso del digitale in pittura, per poi lasciar spazio alla tradizione del Rinascimento italiano con riferimenti alla Cappella Sistina di Michelangelo. Nella Sala del Tesoro è la Volta di Raffaello: la Galarina rende omaggio alla musa di una vita in un parallelo con la Fornarina, icona d’arte e d’amore.
Il cielo sopra il Teatro-Museo Salvador Dalì, Figueres | Foto: falco via Pixabay
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