Tra i capolavori anche il "Martirio di Sant'Orsola", l'ultimo di Caravaggio
Le Gallerie d'Italia inaugurano Palazzo Zevallos Stigliano

Caravaggio, Martirio di Sant'Orsola, 1610
E. Bramati
22/06/2014
Napoli - Dopo Piazza della Scala a Milano e Palazzo Leoni Montanari a Vicenza, le Gallerie d'Italia hanno ufficialmente inaugurato un nuovo spazio nella città di Napoli, all'interno del prestigioso Palazzo Zevallos Stigliano.
L'edificio, sede storica della Banca di Napoli, entrata successivamente nel gruppo Intesa Sanpaolo, accoglie ora un nucleo di oltre 120 opere, attraverso le quali è possibile ripercorrere le vicende fondamentali delle arti figurative in città, in un arco cronologico che dagli esordi del Seicento si spinge sino ai primi anni del Novecento.
Passeggiando tra le sette sale sarà possibile ammirare capolavori come il "Martirio di Sant'Orsola" di Caravaggio, eseguito nel 1610, pochi mesi prima della sua morte, "Sansone e Dalila" di Artemisia Gentileschi e molte altre opere appartenenti al contesto culturale del Sud Italia e in particolare di ambito napoletano.
Il Palazzo vuole recuperare una funzione che a lungo ebbe nel passato, quale scrigno di una rinomata collezione d’arte.
Nel 1692 il canonico Carlo Celano la descrisse come “una galleria de’ quadri delle belle che sono in Napoli, e veramente vi si vedeano bellissime dipinture, et in quantità, de’ famosi maestri così antichi come moderni”.
L'edificio, sede storica della Banca di Napoli, entrata successivamente nel gruppo Intesa Sanpaolo, accoglie ora un nucleo di oltre 120 opere, attraverso le quali è possibile ripercorrere le vicende fondamentali delle arti figurative in città, in un arco cronologico che dagli esordi del Seicento si spinge sino ai primi anni del Novecento.
Passeggiando tra le sette sale sarà possibile ammirare capolavori come il "Martirio di Sant'Orsola" di Caravaggio, eseguito nel 1610, pochi mesi prima della sua morte, "Sansone e Dalila" di Artemisia Gentileschi e molte altre opere appartenenti al contesto culturale del Sud Italia e in particolare di ambito napoletano.
Il Palazzo vuole recuperare una funzione che a lungo ebbe nel passato, quale scrigno di una rinomata collezione d’arte.
Nel 1692 il canonico Carlo Celano la descrisse come “una galleria de’ quadri delle belle che sono in Napoli, e veramente vi si vedeano bellissime dipinture, et in quantità, de’ famosi maestri così antichi come moderni”.
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