Dal 5 maggio al 12 settembre alla GAM
Il Novecento controcorrente in mostra a Torino
Renato Birolli, La città degli studi, 1933. Olio su tela, cm 67,5x84,5 I Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano
Francesca Grego
05/05/2021
Torino - Tre grandi collezioni dialogano alla GAM nel segno del Novecento italiano. Dal 5 maggio al 12 settembre a confronto con i capolavori di casa troveremo 73 dipinti provenienti dalle raccolte private dell’avvocato milanese Giuseppe Iannaccone e un’inattesa selezione di opere arrivate dalla Galleria Sabauda. Felice Casorati, Filippo De Pisis, Renato Birolli, Lucio Fontana, Ottone Rosai, Renato Guttuso, Emilio Vedova sono solo alcuni dei nomi scelti per rappresentare 25 anni di storia e un volto del Secolo Breve spesso rimasto in ombra.

Filippo de Pisis, Il suonatore di flauto, 1940. Olio su tela I Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano
Viaggio controcorrente. Arte italiana 1920-1945 focalizza l’attenzione sul periodo a cavallo tra la fine del primo conflitto mondiale e il secondo dopoguerra. Dopo l’ebbrezza delle avanguardie, osservano i curatori Annamaria Bava, Riccardo Passoni e Rischa Paterlini, molti artisti volgono lo sguardo al passato, riportando in auge quella gloriosa tradizione classica che piace anche al fascismo. Ma c’è chi cerca altrove, rifiutando le retoriche più in voga e non trascurando riferimenti internazionali contemporanei. Proprio a questi ultimi è dedicata fin dall’inizio la collezione Iannaccone. “Visitando i musei milanesi come la Pinacoteca di Brera o Palazzo Reale, guardavo dipinti di ogni stile e periodo, ma a conquistarmi sono state quelle opere di un realismo che contemplasse la figura umana”, ha spiegato una volta l’avvocato: “Realismo vuol dire trasmettere, con sensibilità e umanità, le gioie, i bisogni, le preoccupazioni dell’anima… Sono stato guidato dal desiderio intimo e perentorio di questi pittori di rappresentare l’Italia autentica di quegli anni in modo chiaro e immediato, dipingendo solo ciò che sentivano e non quello che ci si aspettava da loro o quel che era imposto dalla cultura del Regime”.

Felice Casorati, Studio di Dresda, 1927. Olio su compensato I GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
A Torino c’è l’attenzione alla figura, la ricerca di nuovi linguaggi, l’energia vitale del colore: “La mia è una collezione che parla dell’uomo, della sua voglia di rinascita, ma anche delle sue tragedie”, prosegue Iannaccone, che crede nel potere terapeutico dell’arte e che da tempo ha trovato nel collezionismo un antidoto contro lo stress. La convinzione è ancora più forte oggi e ben si presta a un progetto a sfondo benefico come Viaggio controcorrente, nato in collaborazione con CRT e Intesa Sanpaolo per sostenere la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro in occasione dei suoi 35 anni di attività.

Scipione, Natura morta con piuma, 1929. Collezione Giuseppe Iannaccone
Sono cinque le sezioni tematiche che scandiscono l’itinerario espositivo, corrispondenti ai generi più frequentati dalla pittura italiana tra le due guerre: Interni, Figure, Allegorie e Ritratti, Nature morte, Paesaggi. Opere di artisti anche molto diversi per stile e approccio all’atto creativo si confrontano tra loro e, talvolta, con grandi maestri del passato: dalla Galleria Sabauda arrivano infatti anche alcuni gioielli d’arte antica che riecheggiano nelle opere in mostra, dal Grechetto a Van Wittel e Teniers il Giovane, fino a un prezioso gruppo scultoreo egizio.

Gigi Chessa, Giovane donna in poltrona (Donna in poltrona), 1933. Olio su tela I GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino

Filippo de Pisis, Il suonatore di flauto, 1940. Olio su tela I Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano
Viaggio controcorrente. Arte italiana 1920-1945 focalizza l’attenzione sul periodo a cavallo tra la fine del primo conflitto mondiale e il secondo dopoguerra. Dopo l’ebbrezza delle avanguardie, osservano i curatori Annamaria Bava, Riccardo Passoni e Rischa Paterlini, molti artisti volgono lo sguardo al passato, riportando in auge quella gloriosa tradizione classica che piace anche al fascismo. Ma c’è chi cerca altrove, rifiutando le retoriche più in voga e non trascurando riferimenti internazionali contemporanei. Proprio a questi ultimi è dedicata fin dall’inizio la collezione Iannaccone. “Visitando i musei milanesi come la Pinacoteca di Brera o Palazzo Reale, guardavo dipinti di ogni stile e periodo, ma a conquistarmi sono state quelle opere di un realismo che contemplasse la figura umana”, ha spiegato una volta l’avvocato: “Realismo vuol dire trasmettere, con sensibilità e umanità, le gioie, i bisogni, le preoccupazioni dell’anima… Sono stato guidato dal desiderio intimo e perentorio di questi pittori di rappresentare l’Italia autentica di quegli anni in modo chiaro e immediato, dipingendo solo ciò che sentivano e non quello che ci si aspettava da loro o quel che era imposto dalla cultura del Regime”.

Felice Casorati, Studio di Dresda, 1927. Olio su compensato I GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
A Torino c’è l’attenzione alla figura, la ricerca di nuovi linguaggi, l’energia vitale del colore: “La mia è una collezione che parla dell’uomo, della sua voglia di rinascita, ma anche delle sue tragedie”, prosegue Iannaccone, che crede nel potere terapeutico dell’arte e che da tempo ha trovato nel collezionismo un antidoto contro lo stress. La convinzione è ancora più forte oggi e ben si presta a un progetto a sfondo benefico come Viaggio controcorrente, nato in collaborazione con CRT e Intesa Sanpaolo per sostenere la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro in occasione dei suoi 35 anni di attività.

Scipione, Natura morta con piuma, 1929. Collezione Giuseppe Iannaccone
Sono cinque le sezioni tematiche che scandiscono l’itinerario espositivo, corrispondenti ai generi più frequentati dalla pittura italiana tra le due guerre: Interni, Figure, Allegorie e Ritratti, Nature morte, Paesaggi. Opere di artisti anche molto diversi per stile e approccio all’atto creativo si confrontano tra loro e, talvolta, con grandi maestri del passato: dalla Galleria Sabauda arrivano infatti anche alcuni gioielli d’arte antica che riecheggiano nelle opere in mostra, dal Grechetto a Van Wittel e Teniers il Giovane, fino a un prezioso gruppo scultoreo egizio.

Gigi Chessa, Giovane donna in poltrona (Donna in poltrona), 1933. Olio su tela I GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
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