Un importante appuntamento alle Gallerie dell’Accademia
Dopo cinque secoli a Venezia torna a splendere il soffitto ricomposto di Palazzo Corner, opera di Vasari
Giorgio Vasari, Allegoria della Fede, 1542, Venezia, Gallerie dell’Accademia
Samantha De Martin
30/08/2024
Venezia - A quasi 500 anni dalla sua realizzazione torna nuovamente visibile al pubblico il soffitto che Giorgio Vasari dipinse per Palazzo Corner Spinelli a Venezia.
Questo gioiello del Rinascimento è stato integralmente ricomposto dopo che, alla fine del Settecento, i pannelli che componevano il soffitto a cassettoni andarono dispersi tra privati e musei.
Negli ultimi quarant'anni lo Stato si è impegnato ad acquisirli e a restituirli a Venezia. Le otto tavole, oggi tutte raccolte presso le Gallerie dell'Accademia, per la prima volta rimontate insieme, entreranno a far parte dell'allestimento permanente del museo in una sala a loro dedicata.
A 450 anni dalla scomparsa dell’autore delle Vite, il capolavoro veneziano del pittore e architetto aretino si mostra in tutto il suo splendore. Protagoniste dei cinque pannelli principali sono le Allegorie delle Virtù, con al centro la Carità, mentre negli scomparti laterali figurano Fede, Speranza, Giustizia e Pazienza. Negli angoli sono raffigurati tre Putti con tabelle, mentre il quarto è andato perduto.
“La ricomposizione dell’opera di Vasari - ha commentato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano - aggiunge un tassello importante alla comprensione e alla lettura della storia dell’arte. Le tavole dipinte dal genio aretino possono finalmente essere restituite al pubblico. L’importante campagna di ricerca e fundraising che ha consentito la riacquisizione dell’opera è l’ulteriore conferma di quanto sia necessario e fecondo il rapporto tra pubblico e privato nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano”.
Soffitto vasariano, Putto con Tabella | Courtesy Gallerie dell'Accademia
Nel 1541 un Vasari trentenne ottiene a Venezia l’incarico di dipingere il soffitto a cassettoni della cosiddetta camera nova del palazzo che Giovanni Corner ha da poco acquistato sul Canal Grande. Il maestro realizza pertanto una composizione caratterizzata da nove scomparti - cinque Virtù e quattro Putti - per un totale di dodici metri quadrati di tavole dipinte.
Alla Carità, che si innalza al centro, ammiccano, in un gioco di sguardi, la Speranza e la Fede, sui lati più lunghi, la Pazienza e la Giustizia, su quelli più corti. Rispetto al tema classico del Trionfo delle Virtù, Vasari introduce alcune varianti, accostando al soggetto centrale nelle cinque tavole un esempio positivo, che rafforza ed esprime il concetto della virtù, e uno negativo che si oppone al soggetto stesso.
Verso la metà del Settecento le opere vengono smontate dal soffitto di palazzo Corner-Spinelli per essere trasferite altrove, mentre sul finire del XVIII secolo inizia un’autentica dispersione che assiste alla peregrinazione dei comparti divisi in collezioni private italiane ed estere. Se le tavole di Fede e Speranza vengono rimpicciolite, dall’Allegoria della Speranza viene realizzato un soggetto autonomo: il cosiddetto Suicidio di Giuda. Quest’ultimo è il primo frammento riacquistato dallo Stato, nel 1980, per essere destinato al Museo di Casa Vasari ad Arezzo, dal momento che all’epoca non si credeva facesse parte del complesso di Casa Corner a Venezia.
Soffitto vasariano, Dettaglio Carità | Courtesy Gallerie dell'Accademia
Nel 1987 ha inizio la lenta, ma continuativa acquisizione dei comparti, a cominciare dall’Allegoria della Giustizia e Allegoria della Pazienza e dei due Putti con Tabella, acquistati dallo Stato e destinati al patrimonio delle Gallerie dell’Accademia. Nel 2002 è la volta di un ulteriore Putto con Tabella e del comparto con l’Allegoria della Carità, mentre nel 2013 viene acquistata a Londra l’Allegoria della Fede, e nel 2017 si perfeziona l’acquisto dell’ultimo frammento, l’Allegoria della Speranza. Restano al momento ancora dispersi il quarto Putto con Tabella e due frammenti resecati dal comparto con l’Allegoria della Fede.
A rendere possibile questa straordinaria iniziativa sono diverse realtà, tra le queli Venetian Heritage, Venice in Peril Fund, Pro Venezia Sweden, Fondazione di Venezia, che hanno operato in accordo con il Ministero della Cultura e la Soprintendenza per il Polo museale veneziano. In occasione della ricomposizione, Marsilio Arte ha pubblicato un volume curato dal direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, Giulio Manieri Elia. Un saggio ripercorre le vicende critiche e collezionistiche delle tavole fino alla riunione e all’allestimento museografico.
Questo gioiello del Rinascimento è stato integralmente ricomposto dopo che, alla fine del Settecento, i pannelli che componevano il soffitto a cassettoni andarono dispersi tra privati e musei.
Negli ultimi quarant'anni lo Stato si è impegnato ad acquisirli e a restituirli a Venezia. Le otto tavole, oggi tutte raccolte presso le Gallerie dell'Accademia, per la prima volta rimontate insieme, entreranno a far parte dell'allestimento permanente del museo in una sala a loro dedicata.
A 450 anni dalla scomparsa dell’autore delle Vite, il capolavoro veneziano del pittore e architetto aretino si mostra in tutto il suo splendore. Protagoniste dei cinque pannelli principali sono le Allegorie delle Virtù, con al centro la Carità, mentre negli scomparti laterali figurano Fede, Speranza, Giustizia e Pazienza. Negli angoli sono raffigurati tre Putti con tabelle, mentre il quarto è andato perduto.
“La ricomposizione dell’opera di Vasari - ha commentato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano - aggiunge un tassello importante alla comprensione e alla lettura della storia dell’arte. Le tavole dipinte dal genio aretino possono finalmente essere restituite al pubblico. L’importante campagna di ricerca e fundraising che ha consentito la riacquisizione dell’opera è l’ulteriore conferma di quanto sia necessario e fecondo il rapporto tra pubblico e privato nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano”.
Soffitto vasariano, Putto con Tabella | Courtesy Gallerie dell'Accademia
Nel 1541 un Vasari trentenne ottiene a Venezia l’incarico di dipingere il soffitto a cassettoni della cosiddetta camera nova del palazzo che Giovanni Corner ha da poco acquistato sul Canal Grande. Il maestro realizza pertanto una composizione caratterizzata da nove scomparti - cinque Virtù e quattro Putti - per un totale di dodici metri quadrati di tavole dipinte.
Alla Carità, che si innalza al centro, ammiccano, in un gioco di sguardi, la Speranza e la Fede, sui lati più lunghi, la Pazienza e la Giustizia, su quelli più corti. Rispetto al tema classico del Trionfo delle Virtù, Vasari introduce alcune varianti, accostando al soggetto centrale nelle cinque tavole un esempio positivo, che rafforza ed esprime il concetto della virtù, e uno negativo che si oppone al soggetto stesso.
Verso la metà del Settecento le opere vengono smontate dal soffitto di palazzo Corner-Spinelli per essere trasferite altrove, mentre sul finire del XVIII secolo inizia un’autentica dispersione che assiste alla peregrinazione dei comparti divisi in collezioni private italiane ed estere. Se le tavole di Fede e Speranza vengono rimpicciolite, dall’Allegoria della Speranza viene realizzato un soggetto autonomo: il cosiddetto Suicidio di Giuda. Quest’ultimo è il primo frammento riacquistato dallo Stato, nel 1980, per essere destinato al Museo di Casa Vasari ad Arezzo, dal momento che all’epoca non si credeva facesse parte del complesso di Casa Corner a Venezia.
Soffitto vasariano, Dettaglio Carità | Courtesy Gallerie dell'Accademia
Nel 1987 ha inizio la lenta, ma continuativa acquisizione dei comparti, a cominciare dall’Allegoria della Giustizia e Allegoria della Pazienza e dei due Putti con Tabella, acquistati dallo Stato e destinati al patrimonio delle Gallerie dell’Accademia. Nel 2002 è la volta di un ulteriore Putto con Tabella e del comparto con l’Allegoria della Carità, mentre nel 2013 viene acquistata a Londra l’Allegoria della Fede, e nel 2017 si perfeziona l’acquisto dell’ultimo frammento, l’Allegoria della Speranza. Restano al momento ancora dispersi il quarto Putto con Tabella e due frammenti resecati dal comparto con l’Allegoria della Fede.
A rendere possibile questa straordinaria iniziativa sono diverse realtà, tra le queli Venetian Heritage, Venice in Peril Fund, Pro Venezia Sweden, Fondazione di Venezia, che hanno operato in accordo con il Ministero della Cultura e la Soprintendenza per il Polo museale veneziano. In occasione della ricomposizione, Marsilio Arte ha pubblicato un volume curato dal direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, Giulio Manieri Elia. Un saggio ripercorre le vicende critiche e collezionistiche delle tavole fino alla riunione e all’allestimento museografico.
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