La direzione artistica a Denis Curti
La fotografia rinasce a Venezia
Le Stanze della Fotografia all'Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
Piero Muscarà
30/03/2023
Venezia - Rinasce a Venezia la fotografia. Come l’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri, prende vita nell’Isola di San Giorgio nel cuore della città, un nuovo progetto espositivo e un ambizioso centro culturale e di ricerca: Le Stanze della Fotografia.
Si tratta di un progetto promosso da una fondazione dedicata e a cui hanno dato vita in uno sforzo congiunto Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini che simbolicamente e in continuità hanno riannodato i fili dell’esperienza perduta della Casa dei Tre Oci che per lungo tempo a Venezia è stata sinonimo dell’arte imperfetta.
La nuova realtà potrà contare anche sul supporto - per i progetti di ricerca - del colosso delle vernici San Marco Group (azienda veneta da 100 milioni di euro di fatturato, 300 dipendenti in tutto il mondo nata a Marcòn - l’accento rigorosamente sul finale - nella provincia in terraferma) e della Fondazione Venezia, l’istituzione di origine bancaria che era stata il principale sostenitore del progetto fotocentrico dei Tre Oci e che si è trovata a dover rimettere in sesto i propri conti con la vendita per 7 milioni di euro del bellissimo palazzo giudecchino al Breggruen Institute di Los Angeles.
Ugo Mulas, Eugenio Montale, 1970 | © Eredi Ugo Mulas | Tutti i diritti riservati | Courtesy Archivio Ugo Mulas Milano Galleria Lia Rumma Milano Napoli
Un discorso che merita una piccola digressione. Questa dei Tre Oci è stata una vendita molto discussa in laguna e causata dalla falsa partenza del progetto museale voluto fortissimamente dalla Fondazione Venezia che ambiva a creare la casa del Novecento - l’M9 di Mestre - ma che con gli oltre 110 milioni di euro di investimenti per l’edificazione in terraferma a pochi passi da Piazza Ferretto di un colossale quanto per ora vuoto spazio espositivo privo ancora di un’identità ha rischiato di andare gambe all’aria. Oggi l’M9 è nelle mani dell’ex rettore di Ca’Foscari e professore ordinario di informatica dell’ateneo veneziano Michele Bugliesi che da presidente della fondazione sta cercando di dare un’anima a questa cattedrale nel deserto, si spera facendone un polo crossover tra università e il mondo dell’arte, seguendo il filone delle discipline STEM più che un'ennesima, quanto inutile, location da affittare per improbabili eventi aziendali di cui non si sente proprio il bisogno.
Dicevamo che Le Stanze della Fotografia riportano la fotografia al centro della scena veneziana. E la partenza a cui abbiamo assistito mercoledì 28 marzo scorso quando lo spazio è stato svelato al bel mondo veneziano e a tanti ospiti arrivati appositamente a Venezia, sembra aver avuto luce sotto i migliori auspici.
Gli spazi innanzitutto sono davvero grandi e si sviluppano per 1.850 metri quadri su due piani nelle Sale del Convitto della Fondazione Cini, accessibile sul lato esposto a Nord-Est dell’Isola di San Giorgio Maggiore e sono frutto di un prezioso quanto “tattico” lavoro di restauro e risistemazione affidato allo Studio Architetti Pedron / La Tegola e grazie alla collaborazione con il Teatro La Fenice che ha contribuito a ideare il furbissimo sistema di pareti mobili, sul modello delle quinte teatrali, che consentirà agilmente di dar forma ai diversi allestimenti che potranno rendersi necessari e che si affiancherà al bel bookshop - pecunia non olet - progettato dallo studio Retail Design di Paolo Lucchetta.
Ugo Mulas, New York, 1965 | © Eredi Ugo Mulas | Tutti i diritti riservati | Courtesy Archivio Ugo Mulas Milano Galleria Lia Rumma Milano Napoli
Il gran capo di Marsilio e figlio del compianto Cesare, Luca De Michelis, ha di concerto con Giovanni Bazoli, presidente della Fondazione Cini, voluto affidare proprio in continuità con i Tre Oci la direzione artistica al talentuoso e dotato di innate doti di ubiquità Denis Curti che infatti ha messo subito in piedi un programma espositivo veramente interessante per il debutto de Le Stanze della Fotografia con una colossale e bellissima mostra: Ugo Mulas. L’operazione fotografica, curata da Curti assieme ad Alberto Salvadori, che sarà visitabile sino al prossimo 6 agosto 2023. L’esposizione, che nasce in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa del grande fotografo bresciano, presenta circa 300 immagini, documenti d’archivio, e per la prima volta un’importante selezione di scatti vintage mai esposti prima d’ora. Splendida la selezione di immagini "americana" con alcuni ritratti newyorkesi davvero memorabili.
Altra mostra, più piccola ma ugualmente importante è quella ospitata al secondo livello delle Stanze della Fotografia: Venezia alter mundus che mette in scena una selezione di 60 fotografie di Alessandra Chemollo, architetture liminari di una città sempre in perenne equilibrio tra perfezione e disfacimento, che giustamente si aprono con una bellissima dedica "a chi verrà dopo di noi" firmata nel 1969 da un altro grande veneziano che non c’è più, Giuseppe Mazzariol.
E che sembra essere il bell’auspicio per il futuro di questo progetto e per questa città. Un futuro nuovo, diverso, vivo.
Complimenti dunque agli attori di questa nuova realtà.
E un sincero invito alle lettrici e ai lettori di ARTE.it a prendersi il tempo per andare a scoprire queste nuovissime Stanze della Fotografia. Ne vale la pena.
Dedicato a chi verrà dopo di noi
Veneziani antichi inventavano, giorno dietro giorno, la loro vita e la loro città; quelli odierni vivono della loro città come di un bene ereditato, adoperandolo nella maniera più facile e meno inventiva: in altri termini rischiano di consumarlo.
Se continueranno ad usare Venezia come un oggetto da mostrare in determinate occasioni, la perderanno come organismo vivente e quindi civilmente espressivo per avere in cambio un monumento restaurato, inerte e imbalsamato, concluso nella sua forma di rudere turistico, che sarà esattamente il contrario di Venezia.
(Giuseppe Mazzariol, in Louis Kahn. Un progetto per Venezia. Lotus n.6, 1969)
Alessandra Chemollo, Palazzo Ducale, scorcio della Loggia Foscara, vista dalla Basilica di San Marco, 23.03.2022 | Courtesy Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna
Si tratta di un progetto promosso da una fondazione dedicata e a cui hanno dato vita in uno sforzo congiunto Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini che simbolicamente e in continuità hanno riannodato i fili dell’esperienza perduta della Casa dei Tre Oci che per lungo tempo a Venezia è stata sinonimo dell’arte imperfetta.
La nuova realtà potrà contare anche sul supporto - per i progetti di ricerca - del colosso delle vernici San Marco Group (azienda veneta da 100 milioni di euro di fatturato, 300 dipendenti in tutto il mondo nata a Marcòn - l’accento rigorosamente sul finale - nella provincia in terraferma) e della Fondazione Venezia, l’istituzione di origine bancaria che era stata il principale sostenitore del progetto fotocentrico dei Tre Oci e che si è trovata a dover rimettere in sesto i propri conti con la vendita per 7 milioni di euro del bellissimo palazzo giudecchino al Breggruen Institute di Los Angeles.
Ugo Mulas, Eugenio Montale, 1970 | © Eredi Ugo Mulas | Tutti i diritti riservati | Courtesy Archivio Ugo Mulas Milano Galleria Lia Rumma Milano Napoli
Un discorso che merita una piccola digressione. Questa dei Tre Oci è stata una vendita molto discussa in laguna e causata dalla falsa partenza del progetto museale voluto fortissimamente dalla Fondazione Venezia che ambiva a creare la casa del Novecento - l’M9 di Mestre - ma che con gli oltre 110 milioni di euro di investimenti per l’edificazione in terraferma a pochi passi da Piazza Ferretto di un colossale quanto per ora vuoto spazio espositivo privo ancora di un’identità ha rischiato di andare gambe all’aria. Oggi l’M9 è nelle mani dell’ex rettore di Ca’Foscari e professore ordinario di informatica dell’ateneo veneziano Michele Bugliesi che da presidente della fondazione sta cercando di dare un’anima a questa cattedrale nel deserto, si spera facendone un polo crossover tra università e il mondo dell’arte, seguendo il filone delle discipline STEM più che un'ennesima, quanto inutile, location da affittare per improbabili eventi aziendali di cui non si sente proprio il bisogno.
Dicevamo che Le Stanze della Fotografia riportano la fotografia al centro della scena veneziana. E la partenza a cui abbiamo assistito mercoledì 28 marzo scorso quando lo spazio è stato svelato al bel mondo veneziano e a tanti ospiti arrivati appositamente a Venezia, sembra aver avuto luce sotto i migliori auspici.
Gli spazi innanzitutto sono davvero grandi e si sviluppano per 1.850 metri quadri su due piani nelle Sale del Convitto della Fondazione Cini, accessibile sul lato esposto a Nord-Est dell’Isola di San Giorgio Maggiore e sono frutto di un prezioso quanto “tattico” lavoro di restauro e risistemazione affidato allo Studio Architetti Pedron / La Tegola e grazie alla collaborazione con il Teatro La Fenice che ha contribuito a ideare il furbissimo sistema di pareti mobili, sul modello delle quinte teatrali, che consentirà agilmente di dar forma ai diversi allestimenti che potranno rendersi necessari e che si affiancherà al bel bookshop - pecunia non olet - progettato dallo studio Retail Design di Paolo Lucchetta.
Ugo Mulas, New York, 1965 | © Eredi Ugo Mulas | Tutti i diritti riservati | Courtesy Archivio Ugo Mulas Milano Galleria Lia Rumma Milano Napoli
Il gran capo di Marsilio e figlio del compianto Cesare, Luca De Michelis, ha di concerto con Giovanni Bazoli, presidente della Fondazione Cini, voluto affidare proprio in continuità con i Tre Oci la direzione artistica al talentuoso e dotato di innate doti di ubiquità Denis Curti che infatti ha messo subito in piedi un programma espositivo veramente interessante per il debutto de Le Stanze della Fotografia con una colossale e bellissima mostra: Ugo Mulas. L’operazione fotografica, curata da Curti assieme ad Alberto Salvadori, che sarà visitabile sino al prossimo 6 agosto 2023. L’esposizione, che nasce in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa del grande fotografo bresciano, presenta circa 300 immagini, documenti d’archivio, e per la prima volta un’importante selezione di scatti vintage mai esposti prima d’ora. Splendida la selezione di immagini "americana" con alcuni ritratti newyorkesi davvero memorabili.
Altra mostra, più piccola ma ugualmente importante è quella ospitata al secondo livello delle Stanze della Fotografia: Venezia alter mundus che mette in scena una selezione di 60 fotografie di Alessandra Chemollo, architetture liminari di una città sempre in perenne equilibrio tra perfezione e disfacimento, che giustamente si aprono con una bellissima dedica "a chi verrà dopo di noi" firmata nel 1969 da un altro grande veneziano che non c’è più, Giuseppe Mazzariol.
E che sembra essere il bell’auspicio per il futuro di questo progetto e per questa città. Un futuro nuovo, diverso, vivo.
Complimenti dunque agli attori di questa nuova realtà.
E un sincero invito alle lettrici e ai lettori di ARTE.it a prendersi il tempo per andare a scoprire queste nuovissime Stanze della Fotografia. Ne vale la pena.
Dedicato a chi verrà dopo di noi
Veneziani antichi inventavano, giorno dietro giorno, la loro vita e la loro città; quelli odierni vivono della loro città come di un bene ereditato, adoperandolo nella maniera più facile e meno inventiva: in altri termini rischiano di consumarlo.
Se continueranno ad usare Venezia come un oggetto da mostrare in determinate occasioni, la perderanno come organismo vivente e quindi civilmente espressivo per avere in cambio un monumento restaurato, inerte e imbalsamato, concluso nella sua forma di rudere turistico, che sarà esattamente il contrario di Venezia.
(Giuseppe Mazzariol, in Louis Kahn. Un progetto per Venezia. Lotus n.6, 1969)
Alessandra Chemollo, Palazzo Ducale, scorcio della Loggia Foscara, vista dalla Basilica di San Marco, 23.03.2022 | Courtesy Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna
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