una nuova esposizione cartoline e immagini e porcellane dell'Estremo Oriente
Restyling e nuove mostre per il museo d'arte orientale di Trieste

Sguardo oltre levante - Museo di Trieste
La redazione
16/08/2013
Trieste - Il museo di arte orientale di Palazzetto Leo ha riaperto i battenti dopo la chiusura per lavori a luglio. Non solo con un restyling, ma anche inaugurando la nuova mostra “Sguardo oltre levante”, visitabile quotidianamente dalle 10 alle 19 fino al 13 ottobre (lunedì chiuso).
La struttura, inaugurata nel 2001, presenta dunque una nuova esposizione di cartoline, immagini e porcellane dell'Estremo Oriente. “Dall'allestimento si ricava il dialogo avviato tra le due culture – sottolinea il conservatore del museo, Michela Messina - in Occidente si avrà una nuova ispirazione e comincerà una produzione orientaleggiante, analogamente ma al contrario avverrà in Cina''.
Il commercio avviato da Trieste con la Cina risale alla fine del Settecento con un'impennata nel momento in cui Ferdinando Massimiliano, collezionista di oggetti esotici e di porcellana cinese, spalancò le porte della città allo stile orientale.
“Questo è un museo-miniera – aggiunge Maria Masau Din, direttore dei Civici musei di storia e arte cittadini - ma occorre creare nuovi linguaggi per allargare la platea del pubblico, intendo dire effetti speciali, luci, più video. Ci muoveremo sempre più in questa direzione''.
La struttura, inaugurata nel 2001, presenta dunque una nuova esposizione di cartoline, immagini e porcellane dell'Estremo Oriente. “Dall'allestimento si ricava il dialogo avviato tra le due culture – sottolinea il conservatore del museo, Michela Messina - in Occidente si avrà una nuova ispirazione e comincerà una produzione orientaleggiante, analogamente ma al contrario avverrà in Cina''.
Il commercio avviato da Trieste con la Cina risale alla fine del Settecento con un'impennata nel momento in cui Ferdinando Massimiliano, collezionista di oggetti esotici e di porcellana cinese, spalancò le porte della città allo stile orientale.
“Questo è un museo-miniera – aggiunge Maria Masau Din, direttore dei Civici musei di storia e arte cittadini - ma occorre creare nuovi linguaggi per allargare la platea del pubblico, intendo dire effetti speciali, luci, più video. Ci muoveremo sempre più in questa direzione''.
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