Eulisse, pittore per attitudine

© Vincenzo Eulisse
Dal 18 September 2025 al 27 September 2025
Venezia
Luogo: Multimedial Laboratory art Conservation
Indirizzo: Fondamenta della Misericordia Cannaregio, 2589
Orari: Mer - Sab 16.00 - 20.00
Curatori: Stefano Cecchetto
Enti promotori:
- In collaborazione con Associazione culturale Paolo Rizzi
- Con il sostegno di: Ristorante Vecia Cavana
- Mori e Bozzi calzature
- Ettore Bertoldini costruzioni metalliche
- Ivan Papadia Consulente finanziario
Costo del biglietto: Ingresso gratuito
E-Mail info: info@davidefederici.it
Sito ufficiale: http://www.davidefederici.it
Il 26 ottobre di un anno fa la morte di Vincenzo Eulisse sanciva la scomparsa di un pezzo di Venezia. Ora una mostra monografica presso il Multimedial Laboratory art Conservation, Fondamenta della Misericordia Cannaregio, 2589 – 30121 Venezia, curata da Stefano Cecchetto, lo vuole ricordare in tutta la sua vitalità, artistica ma anche politica, sociale e solidaristica.
Mercoledì 17 settembre alle ore 19,00 inaugura la mostra “Eulisse, pittore per attitudine” presso il Multimedial Laboratory art Conservation, Fondamenta della Misericordia Cannaregio, 2589 – 30121 Venezia, curata da Stefano Cecchetto. La retrospettiva rappresenterà un’occasione per riportare l’artista all’attenzione della città che ha assistito e accolto la sua maturazione, ospitandone i capolavori attraverso l’esposizione di quadri e sculture prevalentemente degli anni ’70.
Nato a Venezia nel 1936, Vincenzo Eulisse si afferma nel panorama artistico, realizzando la sua prima personale nel 1958 presso la Fondazione Bevilacqua la Masa. Sviluppa ed esercita le sue capacità al fianco di Emilio Vedova, nelle vesti di suo assistente presso la Sommer Kunstakademie di Salisburgo. Partecipa, inoltre, attivamente ai dibattiti culturali veneziani, interloquendo con l’artista Vittorio Basaglia, Ivone Cesco Chinello, Girolamo Momi Federici, ex partigiani poi parlamentari del Partito comunista che in quel periodo dirigevano il Partito portandolo a primo partito in Città e al compositore e musicista Luigi Nono. Affermatosi come artista eclettico dal forte senso civico, partecipa diverse volte alla Biennale di Venezia. Nel 1986, realizza per il Padiglione del Sudafrica quella che è, senza alcun dubbio, la sua installazione più provocatoria in una macelleria dismessa per destare l’attenzione sulle conseguenze dell’apartheid. A partire dal 1978 è docente presso la prestigiosa Accademia di Belle Arti di Urbino, dove concluderà la sua carriera accademica dopo ben 25 anni.
La Mostra di “Cencio”, come veniva chiamato da tutti, rientra in un progetto che parte da una sede di qualità: il Multimedial Laboratory Art Conservation in Fondamenta della Misericordia (Cannaregio 2589 – 30121 Venezia). Adriano Cincotto è l’artigiano restauratore, che dal 1997 lavora prevalentemente nei musei, nelle chiese e nei palazzi a Venezia, che riapre i battenti della sede espositiva. Il Multimedial Laboratory Art Conservation è uno spazio affacciato in maniera virtuosa e senza alcun ingombro antistante che ne impedisca la visibilità sulla Fondamenta della Misericordia dove da anni ha preso piede la movida cittadina. Fin dal 2017 all’interno della sede, storico e affascinante laboratorio, la preziosa sala affacciata sulla Fondamenta è gestita da Adriano, artista egli stesso e operatore culturale, con una modalità innovativa: rispetto all’andamento generale la scelta di artisti, artigiani, per Mostre personali o collettive, non è data dalle possibilità economiche di rispondere ad offerte in alcuni casi spropositate, ma dalla qualità della proposta dell’artista o degli artisti e dalle tematiche trattate e dall’impegno sociale dei progetti presentati. Si tratta certamente di un piccolo cambiamento di rotta, che può avere un’ottima risonanza con il supporto di altre Istituzioni che lavorano in questo senso, rispetto ad una Città, soprattutto nel Centro storico, che sta diventando sempre di più un contesto ospitante o una vetrina di grandi eventi.
"Figlio delle avanguardie, espressionista nello sguardo, concilia astrattismo e realismo in un pendolo che aziona il meccanismo della figurazione – scrive il curatore, Stefano Cecchetto che insieme al giornalista e comunicatore Davide Federici sta lavorando per dare nuovo vigore al Progetto di Adriano - Le sue opere, infatti, utilizzano l’astrazione come frattura, che, in una resa cromatica talvolta cupa, talvolta vibrante, si riconcilia con tematiche quanto più reali. L’irrefrenabile slancio pittorico conduce alla trasfigurazione di un sentire primigenio operando contemporaneamente una denuncia della crisi dell’uomo della seconda metà del 900. La molteplicità di influssi converge nel gesto creativo di Eulisse e proprio in questa sua attitudine poliedrica, risiede il fil rouge della sua produzione e di questa mostra”.
Dalle rappresentazioni con maggiore attinenza al reale, come “Uomo e toro” alle più visionarie che approfondiscono l’ibridazione dell’umano con le recenti scoperte tecniche – ne “L’uomo macchina” -, dalla risemantizzazione dei miti classici alla messa in opera di trame estese e complesse nel ciclo “Memorie”, i suoi soggetti sono segnati da un clima onirico e irreale divenendo, prendendo a prestito l’espressione di Stefano Cecchetto, “artefici muti, inaspettati e crudeli di una conversazione silenziosa”.
Un progetto che traspone la memoria in chiave contemporanea, per raccontarci quanto gli artisti veneziani abbiano plasmato la cultura e la cittadinanza locale e come continuino a farlo, grazie al medium artistico che risuona alla collettività fuori dalle logiche del tempo.
Mercoledì 17 settembre alle ore 19,00 inaugura la mostra “Eulisse, pittore per attitudine” presso il Multimedial Laboratory art Conservation, Fondamenta della Misericordia Cannaregio, 2589 – 30121 Venezia, curata da Stefano Cecchetto. La retrospettiva rappresenterà un’occasione per riportare l’artista all’attenzione della città che ha assistito e accolto la sua maturazione, ospitandone i capolavori attraverso l’esposizione di quadri e sculture prevalentemente degli anni ’70.
Nato a Venezia nel 1936, Vincenzo Eulisse si afferma nel panorama artistico, realizzando la sua prima personale nel 1958 presso la Fondazione Bevilacqua la Masa. Sviluppa ed esercita le sue capacità al fianco di Emilio Vedova, nelle vesti di suo assistente presso la Sommer Kunstakademie di Salisburgo. Partecipa, inoltre, attivamente ai dibattiti culturali veneziani, interloquendo con l’artista Vittorio Basaglia, Ivone Cesco Chinello, Girolamo Momi Federici, ex partigiani poi parlamentari del Partito comunista che in quel periodo dirigevano il Partito portandolo a primo partito in Città e al compositore e musicista Luigi Nono. Affermatosi come artista eclettico dal forte senso civico, partecipa diverse volte alla Biennale di Venezia. Nel 1986, realizza per il Padiglione del Sudafrica quella che è, senza alcun dubbio, la sua installazione più provocatoria in una macelleria dismessa per destare l’attenzione sulle conseguenze dell’apartheid. A partire dal 1978 è docente presso la prestigiosa Accademia di Belle Arti di Urbino, dove concluderà la sua carriera accademica dopo ben 25 anni.
La Mostra di “Cencio”, come veniva chiamato da tutti, rientra in un progetto che parte da una sede di qualità: il Multimedial Laboratory Art Conservation in Fondamenta della Misericordia (Cannaregio 2589 – 30121 Venezia). Adriano Cincotto è l’artigiano restauratore, che dal 1997 lavora prevalentemente nei musei, nelle chiese e nei palazzi a Venezia, che riapre i battenti della sede espositiva. Il Multimedial Laboratory Art Conservation è uno spazio affacciato in maniera virtuosa e senza alcun ingombro antistante che ne impedisca la visibilità sulla Fondamenta della Misericordia dove da anni ha preso piede la movida cittadina. Fin dal 2017 all’interno della sede, storico e affascinante laboratorio, la preziosa sala affacciata sulla Fondamenta è gestita da Adriano, artista egli stesso e operatore culturale, con una modalità innovativa: rispetto all’andamento generale la scelta di artisti, artigiani, per Mostre personali o collettive, non è data dalle possibilità economiche di rispondere ad offerte in alcuni casi spropositate, ma dalla qualità della proposta dell’artista o degli artisti e dalle tematiche trattate e dall’impegno sociale dei progetti presentati. Si tratta certamente di un piccolo cambiamento di rotta, che può avere un’ottima risonanza con il supporto di altre Istituzioni che lavorano in questo senso, rispetto ad una Città, soprattutto nel Centro storico, che sta diventando sempre di più un contesto ospitante o una vetrina di grandi eventi.
"Figlio delle avanguardie, espressionista nello sguardo, concilia astrattismo e realismo in un pendolo che aziona il meccanismo della figurazione – scrive il curatore, Stefano Cecchetto che insieme al giornalista e comunicatore Davide Federici sta lavorando per dare nuovo vigore al Progetto di Adriano - Le sue opere, infatti, utilizzano l’astrazione come frattura, che, in una resa cromatica talvolta cupa, talvolta vibrante, si riconcilia con tematiche quanto più reali. L’irrefrenabile slancio pittorico conduce alla trasfigurazione di un sentire primigenio operando contemporaneamente una denuncia della crisi dell’uomo della seconda metà del 900. La molteplicità di influssi converge nel gesto creativo di Eulisse e proprio in questa sua attitudine poliedrica, risiede il fil rouge della sua produzione e di questa mostra”.
Dalle rappresentazioni con maggiore attinenza al reale, come “Uomo e toro” alle più visionarie che approfondiscono l’ibridazione dell’umano con le recenti scoperte tecniche – ne “L’uomo macchina” -, dalla risemantizzazione dei miti classici alla messa in opera di trame estese e complesse nel ciclo “Memorie”, i suoi soggetti sono segnati da un clima onirico e irreale divenendo, prendendo a prestito l’espressione di Stefano Cecchetto, “artefici muti, inaspettati e crudeli di una conversazione silenziosa”.
Un progetto che traspone la memoria in chiave contemporanea, per raccontarci quanto gli artisti veneziani abbiano plasmato la cultura e la cittadinanza locale e come continuino a farlo, grazie al medium artistico che risuona alla collettività fuori dalle logiche del tempo.
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