La nuova mostra a Palazzo dei Diamanti
A Ferrara l’autunno ha i colori di Chagall

Chagall®, by SIAE 2025 |
Marc Chagall, La sposa dai due volti, 1927. Collezione privata
Francesca Grego
01/07/2025
Ferrara - Mentre nelle sue sale è ancora in corso l’insolito dialogo tra Alphonse Mucha e Giovanni Boldini, Palazzo dei Diamanti annuncia la grande mostra del prossimo autunno. Dal prossimo 11 ottobre all’8 febbraio 2026 lo spazio espositivo nel cuore di Ferrara accoglierà uno dei più amati pittori del Novecento nel progetto Chagall, testimone del suo tempo. In arrivo 200 opere tra dipinti, disegni e incisioni, da ammirare in un percorso a cura di Paul Schneiter e Francesca Villanti. Due sale immersive pensate per rendere l’allestimento ancora più coinvolgente e spettacolare affiancheranno i capolavori originali, tra cui spicca il dipinto La sposa dai due volti del 1927, in prestito da una collezione privata.
In primo piano, la profonda umanità dell’opera di Chagall, “artista plurale, visionario e testimone del proprio tempo, cantore della bellezza e custode della memoria”, recita la presentazione della mostra, organizzata da Fondazione Ferrara Arte con Arthemisia. Tra i temi privilegiati dall’esposizione figura quello del doppio: volti scissi, profili che si moltiplicano, ritratti che si specchiano rivelano la sensibilità di Chagall nel cogliere e interpretare il dualismo insito nell’esperienza umana.
Ponte tra mondi diversi e tradizioni apparentemente inconciliabili - il villaggio natio nei pressi di Vitebsk, nell’attuale Bielorussia, e la realtà metropolitana di Parigi, l’universo rivoluzionario delle avanguardie e l’immaginario popolare ebraico - Chagall è riuscito a trasformare la propria esperienza personale in riflessione condivisa. La mostra ferrarese evidenzierà come dietro le sue creazioni si celino temi che toccano ogni essere umano, dall’identità all’esilio, dalla spiritualità alla gioia di vivere, e come, anche nei momenti oscuri della storia, Chagall sia riuscito a far brillare sulla tela barlumi di pace e comprensione. Nei suoi dipinti amanti in volo, animali parlanti, bouquet esplosivi trascendono il visibile per diventare metafore universali dense di emozioni e poesia, proiettando la memoria della terra natale, della tradizione e degli affetti verso orizzonti espressivi sempre nuovi.
In primo piano, la profonda umanità dell’opera di Chagall, “artista plurale, visionario e testimone del proprio tempo, cantore della bellezza e custode della memoria”, recita la presentazione della mostra, organizzata da Fondazione Ferrara Arte con Arthemisia. Tra i temi privilegiati dall’esposizione figura quello del doppio: volti scissi, profili che si moltiplicano, ritratti che si specchiano rivelano la sensibilità di Chagall nel cogliere e interpretare il dualismo insito nell’esperienza umana.
Ponte tra mondi diversi e tradizioni apparentemente inconciliabili - il villaggio natio nei pressi di Vitebsk, nell’attuale Bielorussia, e la realtà metropolitana di Parigi, l’universo rivoluzionario delle avanguardie e l’immaginario popolare ebraico - Chagall è riuscito a trasformare la propria esperienza personale in riflessione condivisa. La mostra ferrarese evidenzierà come dietro le sue creazioni si celino temi che toccano ogni essere umano, dall’identità all’esilio, dalla spiritualità alla gioia di vivere, e come, anche nei momenti oscuri della storia, Chagall sia riuscito a far brillare sulla tela barlumi di pace e comprensione. Nei suoi dipinti amanti in volo, animali parlanti, bouquet esplosivi trascendono il visibile per diventare metafore universali dense di emozioni e poesia, proiettando la memoria della terra natale, della tradizione e degli affetti verso orizzonti espressivi sempre nuovi.
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