Giuliano Macca. L'Abbraccio

Giuliano Macca, L'Abbraccio, Castiglion Fiorentino

 

Dal 19 Dicembre 2020 al 19 Dicembre 2020

Castiglion Fiorentino | Arezzo

Luogo: Torre del Cassero

Indirizzo: Via del Tribunale



In tempo di eventi quasi esclusivamente in streaming o diffusi attraverso i media, annunciare una performance d’arte dal vivo, aperta a tutti e in un luogo preciso così ampio da non creare problemi di possibili assembramenti, pare un miracolo.

Invece accadrà.

L’appuntamento è per sabato 19 dicembre, dalle 12 fino a dopo il tramonto nello spazio antistante la rinascimentale Torre del Cassero a Castiglion Fiorentino (AR), a due passi dal palazzo comunale, per vedere da molto vicino un’opera di Giuliano Macca - artista siciliano da poco trasferitosi in Toscana - che per l’occasione (e per il luogo dove sarà visibile per poche ore) è stata stampata su carta e coprirà una superficie di 1200 metri quadrati, calpestabili.


Ovviamente per ammirare L’Abbraccio - questo il titolo dell’opera dalle dimensioni inconsuete, che ritrae una coppia di giovani teneramente abbracciati, ma anche della performance - occorrerebbe salire in alto. A questo penserà l’obiettivo di una telecamera montata su un drone che già nel primo pomeriggio permetterà la diffusione tramite i social network e i siti d’informazione delle immagini della straordinaria impresa artistica ideata dallo stesso Macca, con il fondamentale apporto di Francesca Sacchi Tommasi di Etra Studio di Firenze, per trasmettere un segnale di ottimismo e di speranza nei confronti di un gesto sacro e spontaneo, ma che ci manca ormai da troppo tempo. 


Tutta l’impresa, che vede coinvolte professionalità e eccellenze toscane, sarà oggetto di riprese video sia a terra nelle fasi iniziali, sia dall’alto grazie a un professionista patentato nell’utilizzo del drone, e di un servizio fotografico; immagini e fotografie saranno diffusi  attraverso i principali social network e i siti web.

«Come molti altri luoghi, Castiglion Fiorentino sta vivendo un momento difficile - dice Francesca Sacchi Tommasi -. Perciò, insieme a Giuliano Macca, giovane artista capace di suscitare intense suggestioni, abbiamo scelto l’antica città della Valdichiana, e in particolare lo spazio antistante la suggestiva Torre del Cassero, per questa performance che esprime la speranza che tutti noi abbiamo nel cuore, ovvero quella di tornare presto ad abbracciarci liberamente».
 
La contaminazione
Per la megariproduzione de l’Abbraccio è stata scelta la carta, materiale che nella sua umiltà racchiude un cuore raffinato. L’intrinseca delicatezza e la percettibile fragilità la rendono un materiale adatto a contenere un pensiero così umano, sincero, potente, ma anche estremamente precario se non protetto a dovere.
E quando l’opera di carta verrà adagiata sul terreno e le persone vi cammineranno sopra, il delicato supporto recherà i segni di questo “transito”, contaminandosi grazie ai passanti curiosi. Proprio sui corpi aggrovigliati dei due amanti, le impronte lasciate dall’umana presenza torneranno a sovrapporsi, riunendoci tutti tra le rassicuranti e sublimi braccia dell’arte. 
 
Filosofia di un progetto
Si tratta di un progetto artistico di forte impatto emotivo e di sicuro appeal nei confronti del pubblico che si propone di rispondere a un quesito, purtroppo condiviso da molta persone in questo momento.
Quando potremo riabbracciarci?
L’interrogativo collettivo, che sta alla base della performance di Macca, si basa su di un’urgenza ed invocazione silente: in questo momento quel che ci manca di più è la possibilità di tornare a stare vicini, a carezzarci, a baciarci o semplicemente a stringerci la mano, senza per forza esser vittime del tormento di un nemico impercettibile e portatore di paura.
In mancanza di queste premurose e delicate adesioni di corpi, andiamo quindi a rievocare antichi abbracci e, come in questa nostra visione, li riconsegniamo almeno in effigie alla nostra quotidianità. 
Il sogno di Giuliano Macca, autore dell’opera da cui è tratta la grande stampa protagonista del progetto, è quello di restituire ai cittadini la sacra spontaneità dell’Abbraccio, gesto  momentaneamente perduto che l’artista ha voluto “tradurre” per immagini in una stampa gigante di 40x30 metri, nell’attesa che torni nuovamente un atto corporeo.

Giuliano Macca nasce a Noto in Sicilia nel 1988. Intraprende i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma dove consegue il diploma con il massimo dei voti.
​Nel 2016 realizza la scenografia per lo spettacolo teatrale Corti ma Lirici presso il Teatro Eliseo di Roma. Nello stesso anno, la sua performance artistica Ti aspetto su altri pianeti viene presentata al MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove) di Roma a cura del direttore Giorgio De Finis.
All’inizio di 2017, Macca si trasferisce a Barcellona, dove inizia un periodo di sperimentazione tecnica. Nello stesso anno partecipa alla collettiva ContemporaneaMente alla Scuderie Aldobrandini di Frascati.
In occasione della sua mostra personale del 2018 nella galleria romana Mirabilia di Giano Del Bufalo, vende tutte le sue opere nelle prime ore, a dicembre dello stesso anno partecipa alla collettiva “Miths and Legends” presso la galleria Romana Rvb arts.
Nel maggio del 2019 inaugura la sua personale “cuori di cristallo” sempre presso Rvb Arts, nell’ottobre dello stesso anno partecipa alla collettiva “dissolvenze” presso il museo Diocesano di Padova.
A fine settembre 2020 ha inaugurato nella galleria Etra Studio Tommasi di Firenze la mostra “La solitudine degli angeli”, curata da Vittorio Sgarbi, che è proseguita fino alla prima settimana di novembre.

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