Alla maniera di Guido Reni. Dipinti dai depositi della Pinacoteca Nazionale di Bologna

Simone Cantarini, Ritratto di Guido Reni, 1636 circa Olio su tela, cm 66x58

 

Dal 23 Dicembre 2014 al 06 Aprile 2015

Bologna

Luogo: Palazzo Pepoli Campogrande

Indirizzo: via Castiglione 7

Orari: martedì e mercoledì 14-19; da giovedì a domenica e festivi 9-13.30

Curatori: Armanda Pellicciari

Enti promotori:

  • Accademia degli Indomiti di Bologna

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 051 4209411 / 051 229858

E-Mail info: sbsae-bo.ufficiostampa@beniculturali.it

Sito ufficiale: http://www.pinacotecabologna.beniculturali.it/


Nella scuola di Guido Reni passarono secondo il Malvasia oltre duecento allievi italiani e stranieri, due generazioni di pittori che si sono misurati con gli insegnamenti e lo stile del grande maestro.
La mostra Alla maniera di Guido Reni, a cura di Armanda Pellicciari, consente di mettere a confronto un cospicuo gruppo di dipinti di notevole qualità, custoditi nei depositi della Pinacoteca Nazionale di Bologna, che fino ad ora sono stati esposti per periodi limitati, solo in occasione di mostre temporanee e mai tutti insieme. Il dialogo tra le opere realizzate dagli artisti formati alla scuola reniana, permette di cogliere la pluralità di differenti registri con cui gli allievi, educati nel mito del “divino” Guido, ne interpretarono la lezione, diffondendola in Italia e in Europa.
Il  salone di palazzo Pepoli Campogrande non sarà solo una fastosa cornice per l’esposizione: gli affreschi di Domenico Maria Canuti, che si perfezionò nella bottega di Guido Reni ma scelse poi una via compiutamente barocca, faranno da contraltare alle diverse interpretazioni del classicismo reniano, illustrando le imprevedibili oscillazioni del gusto tra la prima e la seconda metà del Seicento bolognese.
 La mostra è stata realizzata grazie al contributo dell’Accademia degli Indomiti di Bologna, col supporto amministrativo della Società di Santa Cecilia – Amici della Pinacoteca Nazionale di Bologna.
 I 21 dipinti esposti sono opere di artisti attivi tra la prima e la seconda metà del ‘600 che si formarono nell’ambito della scuola di Guido Reni o che furono influenzati dalla sua maniera. Questi artisti divennero interpreti della lezione del classicismo reniano, operando la diffusione di questo gusto nel contesto culturale bolognese, italiano ed europeo.
La mostra si apre con l’intenso ritratto di Guido Reni di Simone Cantarini, l’unica opera permanentemente esposta nelle sale della Pinacoteca Nazionale di Bologna, il percorso espositivo si articola quindi in cinque sezioni.
 Le prime due sezioni illustrano il metodo di insegnamento praticato all’interno della scuola reniana che si fondava sulla pratica del disegno dal vero e da modelli grafici del maestro, in sintonia con l’insegnamento dei Carracci e le teorie dell’Agucchi e del Bellori. In queste sezioni sono esposte opere di Giovan Giacomo Sementi e di Francesco Gessi che appartengono alla prima generazione degli allievi di Reni.
La terza e la quinta sezione presentano dipinti di artisti che frequentarono la bottega di Reni negli anni Trenta, quando la fama dell’artista, in seguito alla commissione di opere da parte della corte spagnola, francese e inglese raggiunse un apice europeo. È in questo periodo che approdarono alla sua bottega artisti provenienti da tutte le parti d’Italia: dalle Marche Simone Cantarini, dalla Lombardia Carlo e Pier Francesco Cittadini, da Napoli Nunzio Rossi per citarne solo alcuni, ma anche pittori stranieri quali i francesi Pietro Lauri e Jean Boulanger e il fiammingo Desubleo, mentre tra i pittori bolognesi che frequentarono la bottega del maestro in questo periodo, sono da ricordare Giovan Battista Bolognini, Lorenzo Loli e Giovan Andrea Sirani.
Un’ultima sezione della mostra è dedicata ai dipinti da stanza che si ispirano in larga misura ai prototipi reniani  raffiguranti soggetti allegorici, mitologici  o le eroine della storia antica o biblica che godettero di una larga fortuna presso la committenza del tempo.

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