Between Form and Movements

Between Form and Movements, Galleria Enrico Astuni, Bologna

 

Dal 23 Settembre 2012 al 12 Gennaio 2013

Bologna

Luogo: Galleria Enrico Astuni

Indirizzo: via Iacopo Barozzi 3

Orari: da martedi a sabato 10-13/ 15-19; domenica e lunedì su appuntament

Curatori: Emanuele Guidi

Telefono per informazioni: +39 051 4211132

E-Mail info: info@galleriaastuni.it

Sito ufficiale: http://www.galleriaastuni.it


Between Form and Movements presenta l’opera di artisti internazionali che indagano la questione della produzione dello spazio nella sua connotazione sociale, politica e architettonica per poterlo esplorare attraverso il suo potenziale performativo.

Attraverso le opere appositamente concepite o ripensate per questo progetto, lo spazio - sia esso un edificio, una sua porzione, un monumento, un elemento architettonico fittizio o una città intera – si definisce attraverso la tensione che emerge tra quelle forze che lo pianificano e le relazioni sociali che lo occupano.

Il corpo – sia esso quello dell’abitante, del performer o dello spettatore – è letto come portatore d’informazioni che si formano attraverso la stratificazione di norme, regole e strutture che la società gli trasmette e che ne condizionano il comportamento. Questo comportamento che Bourdieu definisce habitus, viene letto in diretta relazione con lo spazio costruito come una delle principali espressioni culturali e politiche attraverso cui le ‘ideologie’ canalizzano e trasmettono il loro messaggio all’individuo.

Le affordances (inviti) – quelle caratteristiche formali di un oggetto o di un ambiente che ne suggeriscono un utilizzo, un’azione o più generalmente un movimento – diventano quindi, nella pratica degli artisti, uno strumento per rivelare i meccanismi che informano lo spazio e governano chi si muove in esso.

D’altra parte invece, forme di appropriazione e para-funzioni che emergono al di là del progetto o proposito originario e ne ridisegnano il significato, divengono un espediente per agire sull’esperienza del luogo e operare una critica allo spazio stesso in quanto “istituzione”. 

Muovendosi sulla linea di questa negoziazione, gli artisti investigano e combinano le regole spaziali, le economie e la storia di certi luoghi, per porre quesiti sul futuro e destino dell’architettura, dello spazio pubblico e delle diverse visioni che di volta in volta ne ispirano la progettazione.

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