QUATTRO DIPINTI EMILIANI DELLA DONAZIONE CHECCOLI

Quattro dipinti emiliani della donazione Checcoli
Olio su tela
Dal 8 December 2011 al 4 March 2012
Bologna
Luogo: Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni
Indirizzo: Via Manzoni, 2
Orari: dal martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle 19.00
Curatori: Angelo Mazza
Costo del biglietto: ingresso libero
Telefono per informazioni: 051 19936305
E-Mail info: palazzofava@genusbononiae.it
Sito ufficiale: http://www.genusbononiae.it
Risale al 2006 la donazione alla Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna, da parte della signora Luisa Checcoli Mongardi, di quattro dipinti che riflettono due momenti di grande vitalità della pittura bolognese.
Esemplificano infatti il dibattito artistico dei primi decenni del Cinquecento la tavola dellaMadonna con il Bambino e una santa martire uscita dalla bottega di Francesco Francia, elegante nella bilanciata composizione e delicata nell’espressione dei teneri affetti, e insieme quella con il Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria di Innocenzo da Imola che imposta sul flebile classicismo del Francia la lezione solenne di Raffaello.
Fanno invece riferimento ai due protagonisti della pittura a Bologna nella prima metà del Seicento le due tele che propongono modelli di Guido Reni e del Guercino, e cioè la Santa Caterina d’Alessandria, forse eseguita da Giovan Giacomo Sementi allievo strettissimo di Guido Reni, che replica, isolandola dal contesto, la figura di Caterina d’Alessandria dipinta dal maestro nella pala ora nella Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca, pagata nel 1623, e la tela con Susanna e i vecchioni che si rivela trascrizione forse già settecentesca di una fortunata composizione giovanile del Guercino elaborata per un committente di elevato prestigio, il cardinale Alessandro Ludovisi che pochi anni fu eletto al soglio pontificio con il nome di Gregorio XV.
Quattro dipinti distribuiti nell’arco di oltre due secoli, collegati dal riferimento alla tradizione figurativa bolognese eppure differenziati per i materiali di supporto (tavola e tela) e le tecniche di esecuzione, che testimoniano l’ampia diffusione di modelli cari alla devozione cinquecentesca e la persistenza negli ambienti collezionistici di seducenti invenzioni compositive.
Esemplificano infatti il dibattito artistico dei primi decenni del Cinquecento la tavola dellaMadonna con il Bambino e una santa martire uscita dalla bottega di Francesco Francia, elegante nella bilanciata composizione e delicata nell’espressione dei teneri affetti, e insieme quella con il Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria di Innocenzo da Imola che imposta sul flebile classicismo del Francia la lezione solenne di Raffaello.
Fanno invece riferimento ai due protagonisti della pittura a Bologna nella prima metà del Seicento le due tele che propongono modelli di Guido Reni e del Guercino, e cioè la Santa Caterina d’Alessandria, forse eseguita da Giovan Giacomo Sementi allievo strettissimo di Guido Reni, che replica, isolandola dal contesto, la figura di Caterina d’Alessandria dipinta dal maestro nella pala ora nella Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca, pagata nel 1623, e la tela con Susanna e i vecchioni che si rivela trascrizione forse già settecentesca di una fortunata composizione giovanile del Guercino elaborata per un committente di elevato prestigio, il cardinale Alessandro Ludovisi che pochi anni fu eletto al soglio pontificio con il nome di Gregorio XV.
Quattro dipinti distribuiti nell’arco di oltre due secoli, collegati dal riferimento alla tradizione figurativa bolognese eppure differenziati per i materiali di supporto (tavola e tela) e le tecniche di esecuzione, che testimoniano l’ampia diffusione di modelli cari alla devozione cinquecentesca e la persistenza negli ambienti collezionistici di seducenti invenzioni compositive.
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