Rewind. 50 anni di Fender/ Hanne Darboven. Installazione
Dal 22 Gennaio 2013 al 03 Febbraio 2013
Bologna
Luogo: Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
Indirizzo: strada Maggiore 34
Orari: da martedì a sabato 9.30-16; domenica 10-18.30 (25 gennaio 9.30-20; 26 gennaio 10-24; 27 gennaio 10-20)
Curatori: Luca Beatrice, Miriam Schfoos
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3
Telefono per informazioni: +39 051 2757711
E-Mail info: museomusica@comune.bologna.it
Sito ufficiale: http://www.museomusicabologna.it
Rewind. 50 anni di Fender
ll Museo Internazionale e Biblioteca della Musica ospita inoltre il progetto espositivo Rewind. 50 anni di Fender in Italia, un progetto promosso in collaborazione con Casale Bauer a cura di Luca Beatrice.
La mostra analizza l’ultimo mezzo secolo di cultura musicale e visiva italiana mettendo di nuovo a confronto il mondo dell’arte con quello della musica, con un percorso che si snoda su tre differenti livelli di lettura: le Fender customizzate e reinterpretate da 21 artisti italiani e internazionali dialogano con gli elementi visivi e scenografici, memorabilia originali e le fotografie di Guido Harari, Efrem Raimondi, Caterina Farassino e Paolo Proserpio.
Hanne Darboven - Kalendar 94, Postum OP 42 A B C D, Bläserquintett
La galleria P420 e la Fondazione Hanne Darboven di Amburgo sono liete di presentare l’esposizione del lavoro Kalendar 94, Postum OP 42 A B C D, Bläserquintett dell’artista tedesca Hanne Darboven (Monaco, 1941-Amburgo, 2009) presso il Museo della Musica di Bologna (Strada Maggiore 34 ) dal 22 gennaio al 3 febbraio 2013 nell’ambito degli eventi proposti dalla fiera di Bologna per Art City Bologna 2013, e la performance musicale che sarà eseguita domenica 27 gennaio alle ore 10, sempre al Museo della Musica, su spartito della stessa Darboven.
Le composizioni musicali di Hanne Darboven sono fortemente connesse alla sua attività di artista visiva. Alla stessa maniera, le sue opere visive sono strettamente legate alle sue composizioni musicali. L’idea di affiancare il lavoro prettamente visuale alla performance musicale nasce dall’esigenza di illustrare al meglio la specifica interazione e la particolare prospettiva di questa relazione. Fu la stessa Darboven a promuovere l’esposizione combinata tra la parte visiva e quella compositiva del proprio lavoro, come ad esempio fu fatto al Deichtorhallen di Amburgo nell’ottobre del 1991. Analogamente, domenica 27 gennaio 2013 alle ore 10.00 al Museo della Musica di Bologna, città che può vantare un’influenza evidente sulla storia musicale europea, un ensemble di musica da camera eseguirà la composizione Opus 26 Quartette Modell 1–9, scritta da Hanne Darboven alla fine degli anni ’80, ridando così vita all’idea originale dell’artista accompagnando l’esposizione dell’opera e trasponendola su un piano musicale. «Sin dall’età infantile Hanne Darboven mostra un grande talento musicale che però mette da parte - anche se senza mai dimenticarlo - a favore delle arti visive.
E’ evidente la vicinanza tra le variazioni musicali e le varianti nelle sequenze numeriche di Hanne Darboven. Dalla seconda metà degli anni ’70 inizia a tradurre i suoi sistemi numerici in sequenze musicali (numero 0 = nota d, etc.), successivamente arrangiate per vari strumenti, singoli o intere orchestre, da musicisti professionisti. Il risultato è un’affascinante esperienza sonora, un connubio tra la sua musica matematica, per usare le parole della stessa Darboven, e la grande tradizione della musica classica tedesca». [Ernst A. Busche, Fondazione Hanne Darboven, Amburgo]
ll Museo Internazionale e Biblioteca della Musica ospita inoltre il progetto espositivo Rewind. 50 anni di Fender in Italia, un progetto promosso in collaborazione con Casale Bauer a cura di Luca Beatrice.
La mostra analizza l’ultimo mezzo secolo di cultura musicale e visiva italiana mettendo di nuovo a confronto il mondo dell’arte con quello della musica, con un percorso che si snoda su tre differenti livelli di lettura: le Fender customizzate e reinterpretate da 21 artisti italiani e internazionali dialogano con gli elementi visivi e scenografici, memorabilia originali e le fotografie di Guido Harari, Efrem Raimondi, Caterina Farassino e Paolo Proserpio.
Hanne Darboven - Kalendar 94, Postum OP 42 A B C D, Bläserquintett
La galleria P420 e la Fondazione Hanne Darboven di Amburgo sono liete di presentare l’esposizione del lavoro Kalendar 94, Postum OP 42 A B C D, Bläserquintett dell’artista tedesca Hanne Darboven (Monaco, 1941-Amburgo, 2009) presso il Museo della Musica di Bologna (Strada Maggiore 34 ) dal 22 gennaio al 3 febbraio 2013 nell’ambito degli eventi proposti dalla fiera di Bologna per Art City Bologna 2013, e la performance musicale che sarà eseguita domenica 27 gennaio alle ore 10, sempre al Museo della Musica, su spartito della stessa Darboven.
Le composizioni musicali di Hanne Darboven sono fortemente connesse alla sua attività di artista visiva. Alla stessa maniera, le sue opere visive sono strettamente legate alle sue composizioni musicali. L’idea di affiancare il lavoro prettamente visuale alla performance musicale nasce dall’esigenza di illustrare al meglio la specifica interazione e la particolare prospettiva di questa relazione. Fu la stessa Darboven a promuovere l’esposizione combinata tra la parte visiva e quella compositiva del proprio lavoro, come ad esempio fu fatto al Deichtorhallen di Amburgo nell’ottobre del 1991. Analogamente, domenica 27 gennaio 2013 alle ore 10.00 al Museo della Musica di Bologna, città che può vantare un’influenza evidente sulla storia musicale europea, un ensemble di musica da camera eseguirà la composizione Opus 26 Quartette Modell 1–9, scritta da Hanne Darboven alla fine degli anni ’80, ridando così vita all’idea originale dell’artista accompagnando l’esposizione dell’opera e trasponendola su un piano musicale. «Sin dall’età infantile Hanne Darboven mostra un grande talento musicale che però mette da parte - anche se senza mai dimenticarlo - a favore delle arti visive.
E’ evidente la vicinanza tra le variazioni musicali e le varianti nelle sequenze numeriche di Hanne Darboven. Dalla seconda metà degli anni ’70 inizia a tradurre i suoi sistemi numerici in sequenze musicali (numero 0 = nota d, etc.), successivamente arrangiate per vari strumenti, singoli o intere orchestre, da musicisti professionisti. Il risultato è un’affascinante esperienza sonora, un connubio tra la sua musica matematica, per usare le parole della stessa Darboven, e la grande tradizione della musica classica tedesca». [Ernst A. Busche, Fondazione Hanne Darboven, Amburgo]
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