Munari - In movimento | Macchine a struttura flessibile di Bruno Munari

© Miroslava Hajek | Bruno Munari, Vetrini a luce polarizzata. Materiali vari

 

Dal 07 Febbraio 2020 al 29 Febbraio 2020

Bolzano

Luogo: Centro Trevi - la piazza della cultura

Indirizzo: via dei Cappuccini 28

Orari: dal lunedì pomeriggio al sabato mattina

Curatori: Miroslava Hajek, Manuel Canelles

Enti promotori:

  • Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige - Ripartizione Cultura Italiana

Telefono per informazioni: +39 0471 300980



L'Associazione Culturale Teatro Pratiko in collaborazione con il Centro Culturale Trevi - la piazza della cultura presenta la prima parte del progetto Munari - In movimento, a cura di Miroslava Hajek e Manuel Canelles. Il progetto si avvale del contributo della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige - Ripartizione Cultura Italiana.
 
Grazie alla courtesy della curatrice Miroslava Hajek, l’esposizione di febbraio propone alcuni lavori storici di Bruno Munari: le macchine a struttura flessibile e il cinema sperimentale.
 
I FLEXY, storici oggetti flessibili a funzione estetica nati negli anni ’60 come opera d’arte interagibile, che cambia la forma senza cambiare le misure, vengono proposti, negli ambienti del Centro Trevi, in esemplari plastici di grandi dimensioni, di forma dinamica, manipolabile, prive di un alto o un basso, un davanti o un dietro, una destra o una sinistra. Nel suo Codice Ovvio Munari stesso sostiene: "Flexy è silenziosa / Flexy sta al gioco”.
 
Un’altra serie di opere in mostra è CONCAVO CONVESSO, costruita a partire da un prodotto industriale come una semplice rete metallica a maglia fine, trasparenza sfruttata attraverso l’uso di illuminazioni puntiformi orientate sull’oggetto, allo scopo di costruire sulle pareti dell’ambiente circostante delle ombre, dei riverberi, dei disegni astratti sempre mutevoli come piccoli cortometraggi. In Munari l'installazione è pensata in modo da avere un giusto equilibrio tra la progettazione (di architettura, luce, morfologia del mobile) e le rifrazioni casuali delle ombre. Concavo-convesso è nello stesso momento programmazione e casualità.
 
Scrive Miroslava Hajek per la rivista Mousse n.12: “Immerso nel buio, illuminato solo da alcuni faretti di luce rossa, concavo-convesso trasporta il visitatore in un ambiente estetico ad architettura mobile. Infatti non bisogna dimenticare che l'opera concavo-convesso non è pensabile o fruibile slegata dall'ambientazione che costringe lo spettatore a vivere un'esperienza sensoriale, emotiva completa. L’oggetto vibra di effetti ottici ma la sua ombra, riempiendo lo spazio circostante e creando effetti paralleli, diventa forse più importante e innesca nello spettatore una reazione emotiva che l’oggetto da solo non riesce a trasmettere.
 
Durante il mese di luglio 2020, verrà presentata la seconda fase del progetto con uno specifico gruppo di lavori, le Proiezioni a luce fissa e le Proiezioni a luce polarizzata, realizzate negli anni cinquanta del secolo scorso, con cui l’artista porta a compimento la sua ricerca volta a conquistare una nuova spazialità oltre la realtà bidimensionale dell’opera. Le Proiezioni si inseriscono in un filone di pensiero che ha due importanti obiettivi: smaterializzare la pittura creando ambienti di luce, e offrire allo spettatore una molteplicità di immagini non più statiche. Le Proiezioni Dirette, create a partire dal 1950 e realizzate con diversi materiali inseriti in piccoli telai per diapositive, sono in diretta relazione con i lavori realizzati alla scuola del Bauhaus. "Non sono fotografie a colori, sono proiezioni dirette di materie" precisa l'autore. Le Proiezioni Dirette singole o plurime sono solo il primo passo di una ricerca che lo porta, dapprima, alle Proiezioni a fuoco continuo, dove il materiale emerge dal vetrino, permettendo la creazione di immagini differenti a seconda della diversa messa a fuoco e, infine, alle Proiezioni a luce polarizzata, che rappresentano una novità assoluta nel campo delle ricerche cromo-cinetiche. L’effetto della pellicola Polaroid diventa visibile ponendo del materiale incolore tra un sandwich di filtri; in particolare con il movimento rotatorio di quello più vicino all’osservatore si crea un movimento virtuale della composizione creata dall’artista. Munari progetta sia delle proiezioni con la rotazione del filtro polarizzante davanti alla lente del proiettore, sia dei lightbox con e senza motore, denominati dall’artista Polariscop.
 
Questo inedito ed eccezionale corpo artistico è stato raccolto e reso fruibile, grazie all’autorialità della stessa Miroslava Hajek, mediante un processo di digitalizzazione. Le opere sono state raccolte, studiate e conservate dalla Hajek, storica dell’arte, curatrice e gallerista di fama internazionale, su proposta dello stesso Munari, nell’analisi critica del suo lavoro artistico e con la quale l’artista realizza la collezione ragionata delle sue opere strutturata in modo cronologico in grado di descriverne l’intero percorso creativo.
 
A partire dalla prima fase espositiva di febbraio, inoltre, il Centro Trevi piazza delle cultura è perno di un processo laboratoriale e di una rete di collaborazioni sul territorio: verranno attivati vari partner, attraverso laboratori eperformance,in un transito di comunicazione tra i vari linguaggi espressivi, in un work in progress di azioni e proiezioni che si estenderanno alla città in spazi chiusi e aperti, in un luogo “altro” da sé, dove corpo, gestualità, musica e proiezioni multimediali possano dialogare tra loro e creare differenti livelli esperienziali di percezione sensoriale e visiva. A cura di Gruppo immagine - associazione per la ricerca sullo sviluppo del pensiero divergente in età evolutiva inaugurata da Bruno Munari nel 1986 - i laboratori per lo sviluppo del pensiero divergente saranno rivolti alle scuole, educatori, insegnanti. Verranno attivate collaborazioni con associazioni, enti e istituzioni e saranno organizzate presentazioni in università, gallerie e musei coinvolgendo il tessuto locale in un lavoro di mediazione e di rete.
 
Inaugurazione 7 febbraio 2020 ore 18

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