Marco Alemanno. Il cielo e ‘l fondo de l’eterno oblio
Marco Alemanno. Il cielo e ‘l fondo de l’eterno oblio, Museo Casa Ariosto, Ferrara
Dal 12 April 2014 al 25 May 2014
Ferrara
Luogo: Museo Casa Ariosto
Indirizzo: via Ludovico Ariosto
Orari: da martedì a domenica 10-12.30 / 16-18
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0532 244949
E-Mail info: info@metecomunicazione.it
Sito ufficiale: http://www.musei.it/emilia-romagna
Per questa sua nuova esposizione, l’artista sceglie di intrattenere un intimo colloquio con la storia che distingue Casa Ariosto: con questo intento egli intraprende il suo viaggio all’interno delle pagine dell'Orlando furioso, affidandosi, non a caso alla guida, delle riflessioni di chi, come Italo Calvino, ne è rimasto imbrigliato per quasi tutta la vita. In tal senso, “il cielo e ‘l fondo de l’eterno oblio” ci introduce al poema ariostesco a partire dal Canto XII°, proprio quello in cui per Calvino: […]«c'è un trabocchetto, una specie di vortice che inghiotte a uno a uno i principali personaggi: il palazzo incantato del mago Atlante, un palazzo che è un vortice di nulla, deserto di quel che si cerca e popolato solo di cercatori, una ragnatela di sogni e desideri e invidie, un labirinto di pensieri» […].
Così è anche per Marco Alemanno, che indagando a fondo tra le pieghe del proprio lavoro fotografico, arriva a scoprire che il suo personale palazzo di Atlante, il regno privato delle illusioni, è da sempre il cielo, come una finestra aperta sui propri destini incrociati. Come afferma l’artista: “Il cielo/castello senza pareti e senza forma, abitato da statue e da ombre che riempiono il vuoto; il cielo/schermo attraversato da nuvole sporche di pensieri e interminabili corridoi di luce; il cielo proiezione vibrante e ‘viva’ di ciò che si sogna e che si spera. Il cielo declinato all'infinito e comunque imprendibile; quel cielo che, come il Furioso, “è un universo a sé, in cui si può viaggiare in lungo e in largo, entrare, uscire, perdercisi”.
Un viaggio dunque “in lungo e in largo” che procede quasi per suggestioni liriche, un vero e proprio racconto per immagini 'scritte' che, come il poema da cui è ispirato, citando ancora Calvino: “si rifiuta di cominciare, e si rifiuta di finire”. Un percorso espositivo che si snoda in 40 lavori (come i canti della prima edizione del poema, datata 1516) che paiono quasi appunti sparsi, caduti di getto su un foglio volutamente lasciato nudo e senza cornice, e in cui, a dialogare con il cielo 'ragnatela di sogni', ci sono cavalli e cavalieri, lance, colonne e presenze sfuggenti, “tutti cercando il van”, come direbbe Ariosto.
Ma anche abbozzi d’illusioni folli e verticali, immateriali attese di pietra e di silenzio, riflessi sbiaditi di un sogno e lune fiorite di malinconia.
“il cielo e ‘l fondo de l’eterno oblio” di Marco Alemanno è organizzata dall’associazione Yoruba diffusione arte contemporanea, sotto la curatela di Federica Zabarri, con patrocinio del Comune di Ferrara, Musei Civici di Arte Antica, Ufficio Giovani Artisti e Assessorato alla Cultura del Comune di Ferrara: inaugurazione Sabato 12 Aprile, la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 25 Maggio.
Così è anche per Marco Alemanno, che indagando a fondo tra le pieghe del proprio lavoro fotografico, arriva a scoprire che il suo personale palazzo di Atlante, il regno privato delle illusioni, è da sempre il cielo, come una finestra aperta sui propri destini incrociati. Come afferma l’artista: “Il cielo/castello senza pareti e senza forma, abitato da statue e da ombre che riempiono il vuoto; il cielo/schermo attraversato da nuvole sporche di pensieri e interminabili corridoi di luce; il cielo proiezione vibrante e ‘viva’ di ciò che si sogna e che si spera. Il cielo declinato all'infinito e comunque imprendibile; quel cielo che, come il Furioso, “è un universo a sé, in cui si può viaggiare in lungo e in largo, entrare, uscire, perdercisi”.
Un viaggio dunque “in lungo e in largo” che procede quasi per suggestioni liriche, un vero e proprio racconto per immagini 'scritte' che, come il poema da cui è ispirato, citando ancora Calvino: “si rifiuta di cominciare, e si rifiuta di finire”. Un percorso espositivo che si snoda in 40 lavori (come i canti della prima edizione del poema, datata 1516) che paiono quasi appunti sparsi, caduti di getto su un foglio volutamente lasciato nudo e senza cornice, e in cui, a dialogare con il cielo 'ragnatela di sogni', ci sono cavalli e cavalieri, lance, colonne e presenze sfuggenti, “tutti cercando il van”, come direbbe Ariosto.
Ma anche abbozzi d’illusioni folli e verticali, immateriali attese di pietra e di silenzio, riflessi sbiaditi di un sogno e lune fiorite di malinconia.
“il cielo e ‘l fondo de l’eterno oblio” di Marco Alemanno è organizzata dall’associazione Yoruba diffusione arte contemporanea, sotto la curatela di Federica Zabarri, con patrocinio del Comune di Ferrara, Musei Civici di Arte Antica, Ufficio Giovani Artisti e Assessorato alla Cultura del Comune di Ferrara: inaugurazione Sabato 12 Aprile, la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 25 Maggio.
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