Qualche volta, di notte. Omaggio ad Antonioni

Silavia Camporesi, After Zabriskie point, 2012, inkjet print su fine art paper, montata su dibond, con cornice e vetro
Dal 29 Settembre 2012 al 02 Dicembre 2012
Ferrara
Luogo: Galleria MLB
Indirizzo: corso Ercole I d'Este 3
Orari: da lunedì a venerdì 16-20; sabato e domenica 15-19
Curatori: Massimo Marchetti
Telefono per informazioni: +39 346 7953757
E-Mail info: mlb@marialiviabrunelli.com
Sito ufficiale: http://www.marialiviabrunelli.com
In occasione della ricorrenza del centenario della nascita di Michelangelo Antonioni, Silvia Camporesi (Forlì, 1973), artista già nota a livello internazionale, attenta alle suggestioni provenienti dal cinema e dalla letteratura, ha elaborato un progetto specifico per la MLB home gallery, realizzando un percorso visivo in cui poter rinnovare la percezione di quella “malattia dei sentimenti” che, attraverso i suoi personaggi, il maestro ferrarese ha insegnato a riconoscere.
Nella mostra, curata da Massimo Marchetti, sono presentati un video e un’installazione fotografica. Il video consiste in una messa in scena di alcuni “tempi morti” tipici dei film di Antonioni, dove figure femminili che agiscono nello spazio ma in definitiva non fanno nulla, creano aspettative frustrate. Al video è affiancato un racconto per immagini evocante alcuni temi ricorrenti nella narrazione antonioniana. Omaggiando la tipica drammaturgia del regista, dove la storia inizialmente strutturata in modo canonico rapidamente si sfalda e rivela tutta la sua ambiguità, nelle immagini si sviluppa una nuova vicenda indefinibile ed elusiva.
Le foto che citano le scene dei film sono intercalate da foto più grandi che invece mettono in scena film mai realizzati o scene mai inserite nei film, da frames dei film di Antonioni e da immagini prese da altre fonti: tutti elementi che contribuiscono alla sceneggiatura di un film che non esiste, ma che richiama un po’ tutti film di Antonioni. L’idea è di creare una sorta di Wunderkammer che evoca, nella modalità installativa, la pellicola cinematografica, e costringe quindi ad una lettura in orizzontale. Un sottofondo sonoro, realizzato montando con attenzione i suoni di sorgente dei vari film, genera quella “sontuosa colonna sonora di suoni” che Antonioni aveva raccontato più volte di voler realizzare.
La mostra ospita inoltre alcuni materiali inediti del cineasta ferrarese, grazie alla preziosa collaborazione di Elisabetta Antonioni, nipote del regista, Presidente della Associazione Michelangelo Antonioni.
Nella mostra, curata da Massimo Marchetti, sono presentati un video e un’installazione fotografica. Il video consiste in una messa in scena di alcuni “tempi morti” tipici dei film di Antonioni, dove figure femminili che agiscono nello spazio ma in definitiva non fanno nulla, creano aspettative frustrate. Al video è affiancato un racconto per immagini evocante alcuni temi ricorrenti nella narrazione antonioniana. Omaggiando la tipica drammaturgia del regista, dove la storia inizialmente strutturata in modo canonico rapidamente si sfalda e rivela tutta la sua ambiguità, nelle immagini si sviluppa una nuova vicenda indefinibile ed elusiva.
Le foto che citano le scene dei film sono intercalate da foto più grandi che invece mettono in scena film mai realizzati o scene mai inserite nei film, da frames dei film di Antonioni e da immagini prese da altre fonti: tutti elementi che contribuiscono alla sceneggiatura di un film che non esiste, ma che richiama un po’ tutti film di Antonioni. L’idea è di creare una sorta di Wunderkammer che evoca, nella modalità installativa, la pellicola cinematografica, e costringe quindi ad una lettura in orizzontale. Un sottofondo sonoro, realizzato montando con attenzione i suoni di sorgente dei vari film, genera quella “sontuosa colonna sonora di suoni” che Antonioni aveva raccontato più volte di voler realizzare.
La mostra ospita inoltre alcuni materiali inediti del cineasta ferrarese, grazie alla preziosa collaborazione di Elisabetta Antonioni, nipote del regista, Presidente della Associazione Michelangelo Antonioni.
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