FoFu Phot'art. Fucecchio Foto Festival 2015

Silvia Amodio, Tutti i colori del bianco

 

Dal 24 Ottobre 2015 al 22 Novembre 2015

Fucecchio | Firenze

Luogo: Parco Corsini

Indirizzo: piazza La Vergine

Telefono per informazioni: +39.02.84560801

E-Mail info: info@fofu.it

Sito ufficiale: http://www.fofu.it


Organizzato dal Fotoclub Fucecchio, in collaborazione con il Comune di Fucecchio, Regione Toscana e Provincia di Firenze, il FoFu Phot'art, giunto ormai alla 11° edizione, è pronto a riaprire i battenti dal 24 Ottobre al 22 Novembre 2015 (Parco Corsini – Fucecchio).

Riconosciuto tra i più importanti nuovi festival nazionali,FoFu Phot'art si caratterizza per l’attenta scelta degli artisti più all’avanguardia, la presenza di autori affermati, le moderne installazioni, la varietà dei linguaggi espressivi presenti e la sapiente collocazione in una suggestiva location a Fucecchio, tipico villaggio toscano di origine medievale, sito tra le colline del Valdarno Inferiore.

Tra le principali mostre in programma:

Elizabeth Kleinveld, “In empathy we trust”
Il lavoro consta di una serie di scatti che rappresentano nuovi “allestimenti” di opere d’arte del passato, in cui l’artista reinterpreta famosi quadri fiamminghi e rinascimentali realizzando una fotografia di “maniera”, classica e legata alla pittura. Le immagini riproducono la ricostruzione minuziosa di scene raffigurate in famosi dipinti, come nel caso del celebre “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di Jan van Eyck o “La ragazza con l’orecchino di perla” di Jan Vermeer.

Il notevole effetto mimetico è raggiunto anche grazie ai costumi indossati da coloro che impersonano i protagonisti dei quadri riprodotti, forniti in parte dal Teatro Nazionale olandese, della cui preziosa collaborazione l’artista si avvale. Il rifacimento dei pezzi antichi, comunque, è sempre caratterizzato dalla manifestazione di uno scarto rispetto all’originale, prodotto talvolta dalla patente dissomiglianza dei modelli con i protagonisti dei dipinti, oppure dalla visibile presenza di dettagli dissimili. Oggetto di imitazione pedissequa, invece, sono le composizioni e l’illuminazione delle opere antiche.

Mauro Fiorese, “U.Pho.S.”
Nel 1997, durante un soggiorno negli Stati Uniti, l’artista Mauro Fiorese entra a contatto con il mondo degli Ufo: è il quarantesimo anniversario della presunta caduta di un Ufo a Roswell, New Mexico. Molti ne parlano fintanto che la notizia è calda poi il gelo, salvo sporadiche curiose trasmissioni televisive. Da allora Fiorese intraprende un viaggio che durerà più di dieci anni alla ricerca di immagini al limite tra il paradossale e lo scientifico, che lo condurranno in molti luoghi lontani sulle tracce di soggetti fino ad allora totalmente ignorati. L’ultimo “suo” avvistamento risale al 14 Marzo 2008 nei pressi di Houston in Texas.

Dopo un lungo periodo di ricerca iconografica, condotto sia su archivi amatoriali on-line che in archivi di Stato recentemente resi pubblici, l’autore ha intrapreso innumerevoli viaggi in remote località del Pianeta con l’intento di produrre il primo archivio ufficiale di Soggetti Fotografici non Identificati. Queste immagini ci parlano di presenza e, contemporaneamente, di assenza: il soggetto fotografato è sempre reale, in quanto esistente dinnanzi al fotografo nel momento dello scatto, ma rimane sempre e misteriosamente difficile da identificare.

Francesco Paglia, “Imago, Volume 1”
Imago è un progetto che prende vita dalla contaminazione tra letteratura e fotografia: non è un insieme di libri di fotografie di architetture ma una raccolta, tutt’ora in corso, ricomposta in volumi che sono loro stessi l’opera d’arte. Ogni volume è il racconto di una giornata in una città immaginaria diversa, costituita da scorci di spazi architettonici reali, catturati in molte città del mondo, ispirati per modalità di esecuzione a quella fotografia denominata “Straight” d’inizio Novecento che mirava alla riproduzione diretta della realtà, e per concetto al romanzo Le città invisibili di Italo Calvino.

Temi delle singole riprese sono i particolari architettonici ad esasperata veduta radente di impianti tecnologici, gli scorci enfaticamente dal basso di edifici, con la loro accentuata fuga di linee, i giochi astratti e geometrici di volumi nello spazio, le sinuose strutture nerbate disegnate dalla tecnologia e dalle dinamiche e fuggenti linee di forza e di tensione del ferro e del cemento armato, nel rigore di un bianco-nero purista ed essenziale, in un attento minimalismo, a tratti con effetti indirettamente surreali.

Tutti i colori del bianco, Silvia Amodio
Tutti i colori del bianco è un progetto fotografico realizzato con l’associazione Albinit e patrocinato da Telethon in collaborazione con gli ospedali Niguarda e San Raffaele di Milano col quale l'artista Silvia Amodio volge la propria attenzione alla particolare condizione che contraddistingue le persone affette da albinismo.

Il progetto si propone di far conoscere tale condizione indagandone gli aspetti sociali, antropologici e scientifici a partire proprio dalla rivalutazione positiva della qualità che contraddistingue chi ne è affetto: il carattere di diversità diviene dunque unicità, alimentando l'ideale assoluto di bello e ponendo in evidenza una comune matrice. Alla diffidenza viene a sostituirsi quindi una bellezza eterea e minuziosa, in grado di sovvertire il punto di vista dell'osservatore impegnato nell'accostare tali immagini a una reale condizione di disagio.

Stand Still, Costanza Mansueti
Il progetto STAND STILL nasce nel corso del 2013 dall'indagine della fotografa Costanza Mansueti sulla cristallizzazione sincronica degli spazi umani attraverso urbanizzazioni controllate nelle quali proprio l'assenza dell'uomo diviene elemento fondamentale. Progetto in progressiva evoluzione, testimone della crescita interiore dell'artista, STAND STILL si compone di scatti fotografici realizzati tra gli Stati Uniti, il Canada e il Messico. In questi la fissità del paesaggio, intesa nella propria immagine statica, si trasforma in spazio sospeso al limite di una metafisica contemporanea: abitazioni e strade, ombre e detriti abbandonati tramutano la propria natura di appartenenza catturati dal sensore dell'obiettivo, garantendo all'osservatore la sicurezza storica della visione. La codifica di un'idea altra di bellezza viene dominata dal senso di solitudine: non si sottraggono a questa presenza le popolose metropoli del mondo (Città del Messico e San Francisco, Reno e Toronto), ritratte nelle loro silenziose singolarità.

Nelle dieci passate edizioni il Festival ha avuto il piacere di ospitare autori eccellenti, alcuni molto noti, altri rivelatisi delle grandi scoperte come Storm Thorgerson, Franco Fontana, Letizia Battaglia, Gian Paolo Barbieri, Albert Watson, Stefano Unterthiner, Sandro Becchetti, Frank Dituri, Romain Laurent, Antonio Gesmundo, Laura Monzoni, Julia Christe, Rocco Rorandelli, Mitya Kushelevich, Giovanni Marrozzini e molti altri.

Elizabeth Kleinveld
Elizabeth Kleinveld è nata a New Orleans nel 1967 e insiema a Epaul Julien, con cui collabora da oltre 5 anni, forma il duo artistico E2. La serie di opere dal titolo In Empathy We Trust racchiude una versione fotografica della storia dell’arte, a partire dai Primitivi Fiamminghi fino a coprire un arco temporale di circa 600 anni. Negli ultimi tre anni le opere di E2 sono state esposte alla Royal Academy of Art di Londra (2014), a Palazzo Fortuny (2014), al Gemeentemuseum all’Aia (2012), all’Ogden Museum of Southern Art (2012 e 2013), al Contemporary Art Center New Orleans nel 2013, allo Houston Museum of Photography nel 2013, alla galleria Bongiovanni Art Gallery di Bologna nel 2013, alla Octavia Art Gallery di New Orleans nel 2013 e non solo. Opere di questa serie sono state inserite in collezioni permanenti, quali il Museum of Fine Arts di Houston e il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento. Nel 2013, il Museo di Castelvecchio e la città di Verona hanno commissionato a E2 il remake dell’opera di Paolo Veronese La Bella Nani per annunciare la mostra dedicate al Veronese l’anno successivo al Palazzo della Gran Guardia di Verona. Nel 2014 il loro lavoro è stato esposto a Prospect 3.0 (Bienniale d’Arte di New Orleans) al City Hall (personale) e al New Orleans Museum of Art e alla Collezione Benetton nelal sezione dedicata ad artisti di New Orleans, oltre che da Eduard Planting e alla Galleria Boxart. www.elizabethkleinveld.nl

Mauro Fiorese
Autore e docente da oltre vent’anni attivo nel settore della fotografia Fine-Art. E’ Professore di ruolo presso l’Accademia di Belle Arti di Verona dal 1998 e ha insegnato presso istituzioni pubbliche e private come l’Università degli studi di Verona, l’Istituto Europeo di Design di Milano, University of Illinois Urbana Champaign, Lamar University Beaumont, Tx, Santa Fe Photographic Workshops, International Center of Photography di New York. Le sue opere fanno parte di collezioni private e pubbliche come quelle del Museum of Fine Art di Houston, Tx, Bibliothèque nationale de France di Parigi, Museo di Fotografia Contemporanea di Milano, Centro Internazionale di Fotografia “Scavi
Scaligeri” di Verona. Il suoi lavori sono stati premiati ed esposti, dal 1996, in Europa, Giappone, Canada e Stati Uniti presso gallerie private e pubbliche istituzioni, fiere e festival, compresa la 54° Biennale d’Arte di Venezia del 2011 e la George Eastman House di Rochester, NY il primo e più importante museo americano dedicato alla Fotografia e al Cinema. Le sue opere inoltre sono stati battute a Sotheby’s e in diverse altre aste internazionali. www.maurofiorese.com

Francesco Paglia
Nato in Emilia nel 1983, dopo aver fatto studi artistici e frequentato il corso di fotografia all’Istituto Europeo di Design di Milano, dal 2010 si dedica alla ricerca fotografica in ambito artistico. Ha partecipato a mostre personali e collettive in ambito italiano e internazionale. “Un approccio analogico al digitale” è così che descrive il suo rapporto con la fotografia. In tal senso nelle sue ricerche utilizza media legati alla nostra attualità, sensori al posto di pellicole emulsionate, schermi di computer come fossero tavoli luminosi. Nella sua ricerca é stato influenzato in modo particolare dall’equilibrio delle geometrie e dell’eternità che si riesce a cogliere negli scatti di Mimmo Jodice, le visioni e i delicati sfuocati di Hiroshi Sugimoto, l’interpretazione della forme che emerge nei lavori di Edward Weston, oltre ad essere stato impressionato dal lavoro concettuale di Piero Manzoni, giusto per citare quelli che hanno più segnato l’evoluzione del suo concetto di estetica. L’intento di Francesco Paglia é di oltrepassare la soglia del concetto odierno che si ha della fotografia, arrivando a darle una nuova lettura. www.francescopaglia.com

Silvia Amodio
Silvia Amodio (Milano, 1968) si laurea in filosofia con una tesi sperimentale svolta alle Hawaii sulle competenze linguistiche dei delfini. Nella sua attività di fotografa, giornalista e documentarista, collabora con periodici come L’Espresso, Airone, D la Repubblica delle donne, Anna, Famiglia Cristiana, Marie Claire. Da tempo opera scelte espressive che coniugano etica ed estetica affrontando, attraverso ritratti realizzati con rara sensibilità, temi complessi come la diffusione dell’Aids in Sudafrica, la sofferenza delle vittime dei preti pedofili, il problema dei bambini lavoratori in Perù, la dignità delle persone affette da albinismo e la malnutrizione in Burkina Faso. Con queste opere Silvia Amodio si è affermata nel mondo della fotografia d’autore con mostre in gallerie e spazi istituzionali in Italia, Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Olanda. Le sue opere sono state pubblicate sulle principali riviste di fotografia. Intensa la sua ultima stagione: a maggio Adottami (a cura del compianto Elio Fiorucci) al Castello Sforzesco di Milano, a giugno Women Portraits presso la Sala "Birolli" di Verona, tra luglio e settembre Humandog e altre storie (a cura di Cinzia Compalati) presso le sale della Palazzina delle Arti di La Spezia, infine, ancora a luglio Deo Gratias, lavoro fotografico esposto negli spazi della Triennale di Milano sulla condizione attuale del Burkina Faso, arricchito da una video-intervista a Giovanni Gastel sulla fotografia sociale. www.silviaamodio.com

Costanza Mansueti
Costanza Manuseti (Sarzana - SP, 1972) cresce e si forma come artista a Firenze: nel capoluogo toscano sperimenta la tecnica fotografica e i suoi campi di applicazione, dalla pura fotografia alle sue appendici sperimentali. Interessatasi per un breve periodo al microfilm, completa gli studi ed inizia quasi contemporaneamente la carriera di freelance. Nel 2009 la svolta professionale con la collaborazione per la Maria Pacini-Fazzi, emergente casa editrice di Lucca: il rapporto si protrae negli anni con eccellenti risultati, contribuendo alla realizzazione dei volumi sui palazzi storici lucchesi Palazzo Santini e Palazzo Orsetti; dei cataloghi Il sangue è acqua (a cura di Giulio Giustiniani), Giacomo Puccini a Celle, Il diavoletto Francesco Bianchi (a cura di Franco Anichini); oltre al catalogo per la personale dell'artista Serafino Beconi nelle sale di Palazzo Ducale ancora a Lucca. Già dal 2010 riprende dunque la stagione espositiva: si ricordano nello specifico le presenze a Villa Montalvo di Campi Bisenzio (FI), negli spazi delle gallerie fiorentine Present'Art (2011) e Xenos Arte Contemporanea (2014), in quelli de LaBottega di Marina di Pietrasanta (2014), con la quale intraprende un percorso di proficua collaborazione già nei tre anni precedenti. Nelle ultime due stagione infine si affaccia oltre oceano con la personale presso gli spazi della Alternatives Bank e della Pressbay Alley di Ithaca, nello stato di New York. www.costanzamansueti.com



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