Fons Vitae
Dal 24 Aprile 2022 al 06 Giugno 2022
Firenze
Luogo: Museo Marino Marini
Indirizzo: Piazza San Pancrazio
Orari: sabato, domenica e lunedì 10-19 (ultimo ingresso 18.30). Chiuso 25 aprile. Prenotazione obbligatoria. Visite guidate a cura dell'associazione Ars e Fides Firenze sabato 9, sabato 30 aprile e sabato 7 maggio sempre alle 11 su prenotazione
Enti promotori:
- Facoltà teologica dell’Italia centrale
- Mount Tabor Centre for Art and Spirituality
- Ufficio diocesano di Arte Sacra di Firenze
- Museo Marino Marini
- Parrocchia di San Lorenzo
- Ars et Fides
Telefono per informazioni: +39 055 219432
Sito ufficiale: http://www.museomarinomarini.it
“Oltre il dolore della storia una mostra che traduce in immagini la speranza di tutti di una vita nuova”. Monsignor Timoty Verdon, direttore dell’ufficio di Arte sacra della diocesi di Firenze, spiega così la necessità da cui nasce il progetto di Fons Vitae, un dialogo per la rinascita, anche dopo la pandemia, che si sviluppa dall’incontro tra umanesimo e contemporaneità. “Nel tempo di Pasqua e a pochi metri dal Santo Sepolcro realizzato da Leon Battista Alberti, quattro artisti contemporanei offrono visioni di rinascita - annuncia Verdon - Peter Brandes, Majalisa Engelhardt, Susan Kanaga e Filippo Rossi, prendendo spunto dall’Alberti, leggono Rinascimento come Resurrezione. Abbiamo bisogno di un messaggio di speranza universale, oltre la morte c’è una vita nuova”.
"Una mostra che cattura lo spirito del luogo: un museo che contiene al suo interno una cappella consacrata, il simbolismo del tempietto Rucellai e la forza delle opere di arte contemporanea, la luce meditativa dell'architettura e il buio silenzioso della cripta sotterranea, la pervasività del senso del sacro e dello spirito laico fusi insieme nell'umanesimo dell'arte", aggiunge la presidente del Museo Marino Marini Firenze Patrizia Asproni.
Il progetto si completa con il convegno Rinascenza come Resurrezione che si propone una rilettura integrale del Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti come icona dell’umanesimo cristiano e chiave di comprensione del primo Rinascimento fiorentino. In programma dal 21 al 24 aprile 2022 (Basilica di San Lorenzo/Museo Marino Marini). Diretta streaming su https://youtu.be/Ksjrxuj6x0k e su www.firenzeconvegnoartesacra.it.
Il convegno e la mostra costituiscono un progetto complessivo promosso dall’Arcidiocesi di Firenze.
LA MOSTRA
Fons Vitae, la prospettiva di una vita nuova
La rinascita e il mistero della Resurrezione, di cui è espressione il capolavoro quattrocentesco di Leon Battista Alberti, è il centro ispiratore della mostra Fons Vitae allestita al Museo Marino Marini. Peter Brandes, Maja Lisa Engelhardt, Susan Kanaga e Filippo Rossi riflettono sul mistero di cui parla il capolavoro albertiano: la resurrezione di Gesù e la prospettiva di una vita nuova. Il titolo della loro installazione - Fonte di Vita - echeggia San Paolo, che per primo collegò le acque del Battesimo con la Pasqua (Lettera ai Romani 6, 3-4). Il Sepolcro dell’Alberti rimanda infatti al Battistero fiorentino, citandone le tarsie marmoree bianco-verdi, e questa allusione definisce l’impianto della mostra. L’installazione dialoga con il Sepolcro, icona visionaria e simbolica di una rinascita legata alla riscoperta dell’antichità, e i quattro artisti costruiscono infatti uno spazio contemporaneo di ‘resurrezione’ attraverso luce, acqua e natura che torna fiorire, cercando simboli nel Cosmo.
La base del Sepolcro quattrocentesco tracciata sul pavimento viene trasformata in luce da Peter Brandes, mentre a destra e sinistra le sculture di Maja Lisa Engelhardt ne evocano il miracolo. Sopra le scale, tra i fiori dipinti da Susan Kanaga, Filippo Rossi raffigura il mondo nuovo evocato nell’Apocalisse, in mezzo al quale scorre “un fiume d’acqua viva, limpida come cristallo” e cresce “un albero di vita”. L’installazione accosta il Sepolcro all’acqua del fiume e alla vitalità del giardino invitando a ‘riconoscere’ nella tomba vuota di Pasqua il segno dell’amicizia di Dio per l’umanità.
L’impressione complessiva, nel buio della cripta, è di un sogno nato dalla Pasqua: un sogno di luce, di bellezza, di vita, che lascia allo spettatore il ruolo da protagonista mentre si trova a salire dal Sepolcro verso un cosmo redento con l’impressione di poter far parte, almeno per la durata della visita, della logica eterna dell’amore di Dio.
Visto dall’area corrispondente al transetto della sovrastante chiesa, questo sogno contemporaneo ripropone la visionarietà immaginata dall’Alberti, il cui Sepolcro occupava uno spazio del tutto diverso da quello della navata di San Pancrazio, da cui era originariamente visto. Nel sogno contemporaneo, poi, come in quello quattrocentesco, tale alterità comunica speranza, che Alberti esprimeva con l’architettura classica rediviva, e Brandes, Engelhardt, Kanaga e Rossi con la luce e il movimento di un cosmo rinnovato.
"Una mostra che cattura lo spirito del luogo: un museo che contiene al suo interno una cappella consacrata, il simbolismo del tempietto Rucellai e la forza delle opere di arte contemporanea, la luce meditativa dell'architettura e il buio silenzioso della cripta sotterranea, la pervasività del senso del sacro e dello spirito laico fusi insieme nell'umanesimo dell'arte", aggiunge la presidente del Museo Marino Marini Firenze Patrizia Asproni.
Il progetto si completa con il convegno Rinascenza come Resurrezione che si propone una rilettura integrale del Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti come icona dell’umanesimo cristiano e chiave di comprensione del primo Rinascimento fiorentino. In programma dal 21 al 24 aprile 2022 (Basilica di San Lorenzo/Museo Marino Marini). Diretta streaming su https://youtu.be/Ksjrxuj6x0k e su www.firenzeconvegnoartesacra.it.
Il convegno e la mostra costituiscono un progetto complessivo promosso dall’Arcidiocesi di Firenze.
LA MOSTRA
Fons Vitae, la prospettiva di una vita nuova
La rinascita e il mistero della Resurrezione, di cui è espressione il capolavoro quattrocentesco di Leon Battista Alberti, è il centro ispiratore della mostra Fons Vitae allestita al Museo Marino Marini. Peter Brandes, Maja Lisa Engelhardt, Susan Kanaga e Filippo Rossi riflettono sul mistero di cui parla il capolavoro albertiano: la resurrezione di Gesù e la prospettiva di una vita nuova. Il titolo della loro installazione - Fonte di Vita - echeggia San Paolo, che per primo collegò le acque del Battesimo con la Pasqua (Lettera ai Romani 6, 3-4). Il Sepolcro dell’Alberti rimanda infatti al Battistero fiorentino, citandone le tarsie marmoree bianco-verdi, e questa allusione definisce l’impianto della mostra. L’installazione dialoga con il Sepolcro, icona visionaria e simbolica di una rinascita legata alla riscoperta dell’antichità, e i quattro artisti costruiscono infatti uno spazio contemporaneo di ‘resurrezione’ attraverso luce, acqua e natura che torna fiorire, cercando simboli nel Cosmo.
La base del Sepolcro quattrocentesco tracciata sul pavimento viene trasformata in luce da Peter Brandes, mentre a destra e sinistra le sculture di Maja Lisa Engelhardt ne evocano il miracolo. Sopra le scale, tra i fiori dipinti da Susan Kanaga, Filippo Rossi raffigura il mondo nuovo evocato nell’Apocalisse, in mezzo al quale scorre “un fiume d’acqua viva, limpida come cristallo” e cresce “un albero di vita”. L’installazione accosta il Sepolcro all’acqua del fiume e alla vitalità del giardino invitando a ‘riconoscere’ nella tomba vuota di Pasqua il segno dell’amicizia di Dio per l’umanità.
L’impressione complessiva, nel buio della cripta, è di un sogno nato dalla Pasqua: un sogno di luce, di bellezza, di vita, che lascia allo spettatore il ruolo da protagonista mentre si trova a salire dal Sepolcro verso un cosmo redento con l’impressione di poter far parte, almeno per la durata della visita, della logica eterna dell’amore di Dio.
Visto dall’area corrispondente al transetto della sovrastante chiesa, questo sogno contemporaneo ripropone la visionarietà immaginata dall’Alberti, il cui Sepolcro occupava uno spazio del tutto diverso da quello della navata di San Pancrazio, da cui era originariamente visto. Nel sogno contemporaneo, poi, come in quello quattrocentesco, tale alterità comunica speranza, che Alberti esprimeva con l’architettura classica rediviva, e Brandes, Engelhardt, Kanaga e Rossi con la luce e il movimento di un cosmo rinnovato.
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