Vincenzo Simone. Ho visto il sole basso macchiato di errori

© Ph Maurangelo Quagliarella | Vincenzo Simone, Ho visto il sole basso macchiato di errori, 2016, Edicola Radetzky Milano

 

Dal 04 Giugno 2016 al 25 Giugno 2016

Gorizia

Luogo: Edicola Radetzky

Indirizzo: viale Gorizia

Orari: visibile tutti i giorni 24 ore su 24

Curatori: Simona Squadrito

E-Mail info: edicolaradetzky@gmail.com

Sito ufficiale: http://www.edicolaradetzky.it



Progetto Città Ideale presenta l’installazione di Vincenzo Simone, secondo appuntamento del ciclo di esposizioni realizzate con il sostegno di Enel, con cui Edicola Radetzky viene attivata come spazio espositivo per l'arte contemporanea.
 
Quando il sole tramonterà sulla Darsena, un secondo sole sorgerà sull’Edicola. Il nuovo progetto di Vincenzo Simone per Edicola Radetzky è una metafora della pittura interpretata all’interno del ciclo perenne di alba e tramonto. Nati dai residui di colore della tavolozza, i disegni presentati all’Edicola si configurano come delle radiografie del gesto pittorico: sono grafismi semplici, veloci e immediati, che scavalcano tutti i codici linguistici. Una pittura-scrittura fatta di un movimento continuo e unico della mano che traccia una lunga linea sul foglio, e ciò che sembrava un ideogramma si libera di qualsiasi connotazione verbale esibendo se stesso come un puro segno grafico che indaga lo spazio. 
 
Prima stagione

Fino a dicembre 2016, Edicola Radetzky ospiterà Prima Stagione, ciclo di mostre personali dedicate alla rappresentazione dell'altrove, con installazioni progettate appositamente per lo spazio dell’Edicola con il fine di promuovere la formazione di un immaginario collettivo intorno ad essa, un dono per i cittadini che andrà ad arricchire l’identità culturale che dalla zona si estende alla città.
Nel mese di luglio 2016 Edicola Radetzky ospiterà un'installazione legata alla mostra CUBA. TATUARE LA STORIA, in programma al PAC di Milano dal 5 luglio al 12 settembre.

Enel Energia per Edicola Radetzky

La riqualificazione di Edicola Radetzky è resa possibile grazie al sostegno di Enel Energia, che ha scelto di promuovere e valorizzare il progetto culturale realizzato da Città Ideale. Parallelamente a ogni ciclo di mostre, all’interno del Punto Enel di Via Broletto 44 verrà esposta un’opera dello stesso artista presente nell'Edicola con un reciproco rimando tra un luogo e l’altro.
Il primo appuntamento presso Punto Enel sarà martedì 3 maggio ore 18.00 con la presentazione dell'opera di Daniele Carpi.

Il restauro di Edicola Radetzky

Struttura storica situata in riva alla Darsena di Milano, Edicola Radetzky è stata affidata a Progetto Città Ideale dal Consiglio di Zona 6 del Comune di Milano per farne il nuovo centro culturale della Darsena, con programmazione di mostre e progetti esterni. Il restauro ha coinvolto attivamente un gruppo di artisti riuniti nel progetto Cantieri Radetzky, ed è stato realizzato anche grazie al contributo dell’associazione Casa Gialla e di alcuni cittadini milanesi.

Vincenzo Simone – Ho visto il sole basso macchiato di errori - testo di Simona Squadrito

«Ogni inizio è coincidenza;
dovremmo quindi immaginare chissà quale contatto tra il tutto e il nulla.
Nel tentativo di pensarci ci avvediamo che
ogni inizio è conseguenza ogni inizio compie qualcosa».
Paul Valéry

Quando il sole tramonterà sulla Darsena, un secondo sole sorgerà sull’Edicola. Con questa frase dai toni mitici ha inizio Ho visto il sole basso macchiato di errori, il nuovo progetto di Vincenzo Simone: una metafora della pittura interpretata all’interno del ciclo perenne di alba e tramonto. 
Gli “errori” realizzati dall’artista sono offerti ai passanti nella loro assoluta nudità.
I vetri dell’Edicola Radetzky sono completamente rivestiti di carta, impreziosita da segni lasciati da un blu reale chiaro. Il colore a olio è utilizzato alla stregua di una matita e lascia delle tracce concrete e immediate, come degli appunti e delle suggestioni dell’artista su una precisa idea di fare e procedere in pittura.
Nati dai residui di colore della tavolozza, i disegni presentati all’Edicola si configurano come delle radiografie del gesto pittorico: sono grafismi semplici, veloci e immediati, che scavalcano tutti i codici linguistici.
Con questa installazione l’artista, in modo quasi mitico, ci parla della pittura, del suo essere in sé, di com’è al suo interno e di come al suo esterno. Il segno lasciato dall’artista dà senso là dove ogni parola è invece silenzio, esibendo un’origine che non è riflessione sul linguaggio ma azione: il fare dell’arte secondo le leggi della materia.
Le carte sui vetri presentano un disegno molto materico e grasso, ciò che si vede è solo la materia di una pittura estremamente spessa. Siamo di fronte alla pelle della pittura, la sua superficie più esterna, il suo strato finale pronto a scomparire non appena il sole tramonta.
Con il tramonto ha inizio la lenta alba all’interno dell’Edicola, il sorgere di questo nuovo sole permette l’apparizione dell’interno della pittura stessa. Durante le ore della notte essa mostra la propria struttura, le pennellate si rendono visibili come in una radiografia o dall’osservazione al microscopio. La matericità viene meno permettendo al segno grafico di esibirsi in tutta la sua chiarezza. Scopriamo un’intera vita all’interno di un semplice gesto: la pittura possiede le sue vene. Davanti a questa apparizione, ogni fruitore è del tutto libero nella contemplazione di un’opera che possiede una presenza sensoriale vivida e sorprendente, un’immediatezza che lo emancipa dalla smania di interpretare. L’opera dell’artista approfondisce il valore formale del segno e ritorna alle sue origini per iniziare qualcosa di nuovo, forse un nuovo modo di rapportarsi all’immagine. Una pittura-scrittura fatta di un movimento continuo e unico della mano che traccia una lunga linea sul foglio, e ciò che sembrava un ideogramma si libera di qualsiasi connotazione verbale esibendo se stesso come un puro segno grafico che indaga lo spazio. Ho visto il sole basso macchiato di errori è un’eccedenza di senso, la sua inesauribilità lo contraddistingue e lo salva da ogni traduzione in concetti, in esso non vi è alcuna forma di rappresentazione, ma solo pittura che conosce soltanto se stessa.
 
 

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