Astrid Kirchherr with the Beatles

© GINZBURG FINE ARTS/PHOTO ASTRID KIRCHHERR | Astrid Kirchherr, Paul, Stu Background, 1960

 

Dal 14 Aprile 2018 al 17 Giugno 2018

La Spezia

Luogo: Fondazione Carispezia

Indirizzo: via Domenico Chiodo 36

Orari: dal lunedì al venerdì 10-13 / 16-20; sabato e domenica 10-20

Curatori: ONO arte contemporanea

Enti promotori:

  • Fondazione Carispezia
  • In collaborazione con Ginzburg Fine Arts

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 0187 772335

E-Mail info: feis@fondazionecarispezia.it

Sito ufficiale: http://www.onoarte.com/



Fondazione Carispezia inaugurerà sabato 14 aprile (ore 18.00) presso i propri spazi espositivi la mostra “Astrid Kirchherr with the Beatles”, una retrospettiva che ripercorre la storia degli anni formativi dei Beatles nell’Amburgo del dopoguerra – i cosiddetti “Hamburg Days” – attraverso gli scatti della fotografa tedesca che non solo immortalò il gruppo negli anni iniziali della carriera, ma ne influenzò profondamente lo stile trasformandolo in quello che tutti oggi conosciamo.
L’esposizione, a cura di ONO arte contemporanea in collaborazione con Ginzburg Fine Arts, sarà visitabile fino al 17 giugno e presenterà una ricca serie di scatti, la maggior parte in bianco e nero: dal primo vero e proprio servizio fotografico del gruppo a momenti privati che ripercorrono la stretta relazione tra i Beatles e la fotografa, oltre che la storia di un luogo e un periodo fondamentale per la band che ha cambiato la storia della musica pop.
 
Astrid Kirchherr incontra per la prima volta i Beatles nel 1960 in uno dei molti locali di Amburgo in cui le giovani band inglesi suonavano rock’n’roll tutta la notte. La formazione era allora composta da John Lennon, voce e chitarra, Paul McCartney, voce e chitarra, George Harrison, chitarra, Pete Best, batteria e Stuart Sutcliffe, basso: cinque ragazzini di Liverpool – Harrison non era neanche maggiorenne – conosciutisi a scuola e in cerca di un po’ di denaro e un po’ di esperienza oltremanica.
 
La Kirchherr, all’epoca studentessa al Politecnico e assistente del celebre fotografo Reinhart Wolf, rimase subito affascinata dalla presenza scenica e dalla qualità del gruppo, che alternava cover dei grandi classici del rock alle proprie primissime canzoni. L’amicizia tra Astrid e i Beatles crebbe in fretta e durò per molti anni. Fu lei che introdusse il gruppo all’arte e alla letteratura esistenzialista e che ne rivoluzionò il look grazie al suo spiccato senso stilistico: le giacche di pelle, gli stivali alla texana e i capelli con la banana lasciarono presto posto a completi, camicie e al più minimale taglio a caschetto che anche la fotografa sfoggiava e che sarebbe diventato presto uno dei simboli della band.
 
I Beatles e la Kirchherr rimasero legati da una profonda amicizia anche dopo la morte improvvisa di Stuart Sutcliffe, con cui la fotografa si era legata sentimentalmente e che aveva lasciato la band per rimanere con lei ad Amburgo e seguire una carriera nel mondo della pittura. Da allora i Beatles rimasero in quattro e presto Pete Best venne sostituito da Ringo Starr. La fotografa fu una delle poche che poté seguire il gruppo anche negli anni successivi, quando ormai erano all’apice della carriera e la Beatlemania era esplosa in tutto il mondo, regalandoci scatti memorabili ma anche intimi e privati, tra vacanze rubate e weekend in giro per l’Europa.
 
Astrid Kirchherr nasce nel 1938 ad Amburgo. Il padre era un venditore di auto e la madre una casalinga con uno spiccato senso della moda e del design. L’esposizione di Astrid all’arte, fin dalla tenera età, la spinge a intraprendere una carriera nel mondo del design e dell’illustrazione. Nel 1960 Astrid incontra i Beatles e inizia a fotografarli. Oltre alla sua collaborazione con Reinhart Wolf e i Beatles, scatta ritratti di molti musicisti di rilievo, come Tony Sheridan, Rory Storm, The Undertakers, Herman’s Hermits e molti altri.
 
La mostra “Astrid Kirchherr with the Beatles” è accompagnata da un omonimo catalogo, edito da Damiani, disponibile al bookshop della mostra sia in lingua italiana che in inglese.
 

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