Emilia Persenico. 25 novembre 2021

Emilia Persenico, 25 novembre 2021, frame da video
Dal 25 November 2021 al 25 November 2021
La Spezia
Luogo: CAMeC - Centro Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: Piazza Cesare Battisti 1
Orari: ore 11-18
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0187 727530
E-Mail info: camec@comune.sp.it
Sito ufficiale: http://camec.museilaspezia.it.
In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, il CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia ospiterà la video-installazione 25 novembre 2021 dell'artista Emilia Persenico, progetto diffuso che risponde a questo fenomeno purtroppo incessante in Italia e nel mondo.
Il Museo proietterà l’opera-video dell’artista nel corso dell'intera giornata della ricorrenza, giovedì 25 novembre 2021, simultaneamente ad altri 64 luoghi italiani ed esteri. Tra associazioni, biblioteche, fondazioni, comitati, Comuni, cooperative e musei, parteciperanno, in un’unica voce di denuncia e sensibilizzazione, le regioni Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Veneto e gli Istituti di cultura italiani di Australia, Canada, Svizzera e Uruguay.
25 novembre 2021 istituisce un dialogo tra voci di donne e uomini in uno spazio virtuale che richiama le pareti domestiche, luogo in cui spesso si consumano queste forme di violenza. Gli uomini, da una parte, non intimoriti dalle nuove autonomie femminili, pronunciano il proprio nome e cognome, si espongono e si auto dichiarano non violenti, dall’altra, le donne rivendicano la libertà di essere se stesse, palesando ciò che per loro è irrinunciabile. Il colore rosso, simbolo di questa giornata, diventa leitmotiv in un gioco di voci in bianco e nero.
Quest’opera nasce dalla rabbia e dallo sconforto che suscitano i dati desolanti relativi alla violenza domestica e sessuale sulle donne, dimostrandosi oggi più che mai come un contributo necessario alla mobilitazione, informazione, conoscenza e denuncia di questo fenomeno: ancora oggi, infatti, si registra un femminicidio ogni tre giorni e, secondo i dati ISTAT, il 31,5% delle donne, tra i 16 e 70 anni, ha subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza, sia essa fisica, psicologica e/o sessuale.
Approcciando la pittura come canale di ribellione all’educazione coercitiva e conservatrice della sua famiglia d’origine, Emilia Persenico ha studiato presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e la Scuola di Arazzo contemporaneo al Castello Sforzesco. Le donne e le loro storie hanno da sempre "abitato" la sua produzione artistica. Fin dagli inizi, infatti, le sue opere richiamano il mondo dell’infanzia violata, della famiglia assente e dell’oblio del dolore e della violenza, attraverso la rappresentazione di immagini interiori, come la ricorrente bambina senza testa, simbolo della solitudine. I suoi arazzi, disegni e sculture tessili prendono vita mediante la combinazione di carta, iuta e ferro, materiali che suggeriscono fragilità ma che conservano e veicolano temi cari della casa, del corpo, dell’abito, della memoria e dell’assenza nella presenza.
Emilia Persenico crede nella forza e nel potere della voce: come in 25 novembre 2021 in Io dico invece, altra sua opera-video, presenta il suo libro d’artista accompagnato da un tappeto sonoro di voci, testimonianze di donne che hanno subito, da bambine, violenze sessuali all’interno dell’orbita familiare. Tra le sue mostre più recenti si ricordano: l’installazione per MUSE DIFFUSE 2020 - Un nido per un soundscape a Hòbelté (AO), Ric-Amare la casa (2019) presso l’ex convento delle Agostiniane a Chiavenna (SO), Le fragili case (2019) presso il cortile di Palazzo Cicogna (MI) e La memoria e l’oblio (2019) ospitato in A&A Studio Legale (VA).
25 novembre 2021 istituisce un dialogo tra voci di donne e uomini in uno spazio virtuale che richiama le pareti domestiche, luogo in cui spesso si consumano queste forme di violenza. Gli uomini, da una parte, non intimoriti dalle nuove autonomie femminili, pronunciano il proprio nome e cognome, si espongono e si auto dichiarano non violenti, dall’altra, le donne rivendicano la libertà di essere se stesse, palesando ciò che per loro è irrinunciabile. Il colore rosso, simbolo di questa giornata, diventa leitmotiv in un gioco di voci in bianco e nero.
Quest’opera nasce dalla rabbia e dallo sconforto che suscitano i dati desolanti relativi alla violenza domestica e sessuale sulle donne, dimostrandosi oggi più che mai come un contributo necessario alla mobilitazione, informazione, conoscenza e denuncia di questo fenomeno: ancora oggi, infatti, si registra un femminicidio ogni tre giorni e, secondo i dati ISTAT, il 31,5% delle donne, tra i 16 e 70 anni, ha subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza, sia essa fisica, psicologica e/o sessuale.
Approcciando la pittura come canale di ribellione all’educazione coercitiva e conservatrice della sua famiglia d’origine, Emilia Persenico ha studiato presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e la Scuola di Arazzo contemporaneo al Castello Sforzesco. Le donne e le loro storie hanno da sempre "abitato" la sua produzione artistica. Fin dagli inizi, infatti, le sue opere richiamano il mondo dell’infanzia violata, della famiglia assente e dell’oblio del dolore e della violenza, attraverso la rappresentazione di immagini interiori, come la ricorrente bambina senza testa, simbolo della solitudine. I suoi arazzi, disegni e sculture tessili prendono vita mediante la combinazione di carta, iuta e ferro, materiali che suggeriscono fragilità ma che conservano e veicolano temi cari della casa, del corpo, dell’abito, della memoria e dell’assenza nella presenza.
Emilia Persenico crede nella forza e nel potere della voce: come in 25 novembre 2021 in Io dico invece, altra sua opera-video, presenta il suo libro d’artista accompagnato da un tappeto sonoro di voci, testimonianze di donne che hanno subito, da bambine, violenze sessuali all’interno dell’orbita familiare. Tra le sue mostre più recenti si ricordano: l’installazione per MUSE DIFFUSE 2020 - Un nido per un soundscape a Hòbelté (AO), Ric-Amare la casa (2019) presso l’ex convento delle Agostiniane a Chiavenna (SO), Le fragili case (2019) presso il cortile di Palazzo Cicogna (MI) e La memoria e l’oblio (2019) ospitato in A&A Studio Legale (VA).
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