Veronica Gaido e Vito Tongiani. Mogador

Vito Tongiani, Controllo degli ormeggi nel porto di Mogador, Olio su tela, 2015

 

Dal 27 Luglio 2016 al 31 Agosto 2016

Viareggio | Lucca

Luogo: Gran Teatro Giacomo Puccini Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago

Indirizzo: Torre del Lago

Curatori: Massimo Bertozzi, Adolfo Lippi

Costo del biglietto: ingresso gratuito. Dopo le ore 18 la mostra è visitabile solo per gli spettatori muniti di biglietto per le rappresentazioni d’opera

Sito ufficiale: http://www.puccinifestival.it/mostra-mogador/



Un’originale mostra a Torre del Lago - Viareggio (LU): Veronica Gaido, artista, ritrattista e fotografa di moda, espone alcune suggestive opere fotografiche in un’esposizione del tutto particolare, un dialogo artistico ed estetico con le tele di Vito Tongiani, famoso pittore e scultore italiano.
 
Fino al 31 Agosto 2016, infatti, le opere dei due grandi maestri sono in mostra presso il Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago-Viareggio (LU) con la mostra Mogador. L’esposizione si inserisce nel programma della 62a edizione del Festival Puccini di Torre del Lago - Viareggio, importante rassegna dedicata al Maestro della tradizione dell’Opera Italiana, di alto profilo culturale e artistico, che vuole toccare, con le tante iniziative in programma, tutte le discipline e i linguaggi dell’arte.
 
In quest’ottica si inserisce la mostra di Veronica Gaido e Vito Tongiani,  a cura di Massimo Bertozzi e Adolfo Lippi, nella quale i due grandi artisti, appartenenti a diversi mondi espressivi, si confrontano con un obiettivo comune: raccontare, attraverso la loro personale visione, la vita cittadina e del porto di Essaouira, piccola città marocchina della costa atlantica.
 
Battezzata Mogador nel VII secolo (dall’arabo “ben custodita”), quando venne riscoperta dai portoghesi dopo il periodo della conquista araba, Essaouira è oggi un centro vivace e internazionale, noto in tutto il Marocco per la sua forte vocazione culturale, musicale e artistica. Con la sua atmosfera affascinante e fuori dal tempo,  negli anni ha attratto e ispirato tanti artisti da tutto il mondo, tra i quali Orson Wells - che qui ha girato, nel 1952, alcune scene del suo Otello - o Jimi Hendrix - attratto qui dalla ghnawa, musica marocchina ipnotica e suggestiva.
 
Nelle opere presenti in mostra, la fotografa Veronica Gaido e l’artista Vito Tongiani hanno voluto esprimere la loro particolare visione di questa atmosfera rarefatta, attraente e carica di magia, concentrando la loro attenzione, in particolar modo, sul porto di Mogador. Un luogo che viene letto nella sua dimensione di partenza e di ritorno, ma anche di rifugio dai pericoli del mare aperto, di rappresentazione visiva di una dimensione umana fatta di dignità e rigore, ma anche di continuo movimento e suggestione.
 
Ritornano, in queste opere in mostra di Veronica Gaido, alcuni temi a lei cari e già indagati in progetti precedenti: l’acqua, il viaggio, il passaggio, interpretati sia da un punto di vista fisico sia da quello spirituale e astratto. Come in “Atman” del 2012, anche in questo lavoro su Mogador, osservando le sue opere, ci si ritrova in un luogo sospeso, a metà strada tra visione e realtà, tra sogno e concretezza. Le forme si sfanno nella luce del porto, i colori della terra e del mare, del legno e del cielo, si confondono in linee mosse e in toni a volte più delicati, a volte più marcati, lasciando direttamente allo spettatore la capacità di intravedere la realtà delle cose.
 
La possibilità di assaporare davvero il senso e l’emozione di quell’atmosfera rarefatta, affascinante e magnetica della cittadina marocchina è a portata di mano. In una sorta di dimensione “espressionista” della fotografia, Veronica Gaido restituisce in questi lavori quello che ha percepito a livello emotivo e sensibile della città, con un gesto fotografico dinamico, repentino, fugace, capace di cogliere, in un piccolo attimo, la dimensione più profonda e personale di un luogo unico.
 
“Con questi lavori su Mogador ho voluto rappresentare una dimensione fisica e umana in continuo movimento, attraverso un flusso di immagini che trasmettano, a chi le osserva, la sensazione di un luogo a metà tra terra e cielo, a volte luminoso nella sua atmosfera rarefatta, a volte oscuro nelle sue visioni notturne, sempre percosso, segnato o attraversato da bagliori che diventano vibrazioni dell’anima, oscillazioni di una visione senza tempo - ha spiegato Veronica Gaido - Il dialogo con le opere del Maestro Vito Tongiani, inoltre, arricchisce e in certo senso completa questa visione, che si concretizza nelle forme e nei colori delle persone e dei luoghi di Mogador. Un vero e proprio viaggio, tra pittura e fotografia, nelle magiche atmosfere della città marocchina.”
 
La mostra Mogador è ideata e organizzata dall’Associazione Percorsi d’Arte di Claudio Giannini e dalla Fondazione Festival Pucciniano, a cura di Massimo Bertozzi e Adolfo Lippi. L’esposizione è visitabile nel Foyer del Gran Teatro Giacomo Puccini, a ingresso libero, fino al 31 Agosto 2016.
A corredo della mostra, anche un catalogo con testi di Adolfo Lippi.
 
Veronica Gaido si avvicina alla fotografia in giovanissima età. Comincia a formarsi in presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano, per poi completare la sua preparazione con diversi corsi e workshop seguiti in diverse capitali d’Europa e del resto del mondo. Intorno ai primi anni Novanta comincia a collaborare con brand della moda e case editrici internazionali. Queste illustri collaborazioni la portano a girare il mondo e a realizzare campagne pubblicitarie in diverse città dall’atmosfera cosmopolita e dall’influenza culturale spiccata, come Miami o New York. Lavora per tante realtà, tra cui Henraux, Peuterey, Auguille Noire, Caesar, City Time, FreeSoul, Dekker, Kejo, Replay, We are Replay, Dhea, Geo Spirit, Jw Brine, Gai Mattiolo, Renato Balestra, D21, Sartoria Malaspina, Luce di Carrara, Mariotti Yacht, Cantalupi Lighting, Massimo Rebecchi, Lungarno Collection, Gas Jeans, Swan, Rolex Cup.
In questo periodo entra in contatto con personaggi dello show business internazionale: tra loro cantanti, attori, artisti, giornalisti, musicisti e uomini della cultura. Comincia a muoversi al di fuori della fotografia che aveva praticato sino a quel momento, interessandosi così alla dimensione intima del ritratto - una dimensione mai più abbandonata da allora -, tanto che, per alcuni dei personaggi che ha incontrato, realizza lavori capaci di esprimere al massimo la loro personalità e le loro peculiarità caratteriali. Negli anni 2000 inizia a collaborare con istituzioni, personalità e realtà orientate alla dimensione artistica della fotografia: è del 2001, ad esempio, la collaborazione per il Bunker poetico di Marco Nereo Rotelli, installazione ambientale a cura di Harald Szeeman realizzata in occasione della 49a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. La sua prima mostra personale, realizzata nel 2002, si tiene a Forte dei Marmi, presso Massimo Rebecchi, a cura di Maurizio Vanni, dal titolo “Sabbie Mobili”.
La sua voglia di scoprire sempre nuove forme di espressione la porta anche ad esplorare altre dimensioni e altri linguaggi: qualche anno dopo si avvicina ad un nuovo mezzo di ripresa che offre insolite prospettive estetiche: quello che sfrutta la tecnologia dei droni, da lei utilizzato per dare forma a video e immagini zenitali per la Fondazione Henraux. Il risultato di questa sua indagine viene presentato alla Triennale di Milano nel 2012.
Sempre nello stesso anno crea il progetto “Consapevolezza della materia” presentato a Paris Photo e prende parte alla giuria del premio internazionale “Fondazione Henraux”, presieduta in quell’occasione dallo storico dell’arte Philippe Daverio. L’anno successivo, Veronica Gaido parte per cercare nuove dimensioni e varcare altri confini: da un viaggio tra India, Bangladesh e Africa nasce il progetto “Atman” a cura del critico Roberto Mutti e di Philippe Daverio. “Atman” diventa poi un progetto itinerante, una mostra che tocca molte città e realtà italiane e internazionali, come Milano, Forte dei Marmi, Parigi, Londra e New Delhi. Nel 2014 inaugura “Through the view”, una mostra in occasione del centenario di Forte dei Marmi a cura di Enrico Mattei, nella quale le fotografie zenitali della città mostrano i segni, le tracce, i passaggi dei grandi artisti che sono entrati in contatto con la splendida località versiliese.
Tra le sue mostre più importanti: Fondazione Henraux di Seravezza con Consapevolezza della Materia (2012); Chiostro di Sant'Agostino a Pietrasanta (2013), White Moon Gallery a Parigi (2013); Collettiva Cam On (2013); Artissima – Photo & Contemporary a Torino con Atman (2013); Paris Photo di Parigi sempre con Atman (2013), presentato poi a Londra presso Imago Art Gallery, a MIA Photo Fair di Milano e a Santa Maria Novella Gallery di Venezia (2014); Through the view a Forte dei Marmi (2014). La mostra Mogador, con V. Tongiani, attualmente in corso a Torre del Lago-Viareggio, nel 2017 farà tappa a Bab Rouah (Rabat) in Marocco.

 
 
 
 
 

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