Attilio Tripodi. Namastè. Reportage dal Rajastan

Attilio Tripodi. Namastè. Reportage dal Rajastan, Casa delle culture del mondo, Milano
Dal 3 May 2013 al 19 May 2013
Milano
Luogo: Casa delle culture del mondo
Indirizzo: via Natta 11
Orari: da martedì a venerdì 10-18.30; sabato e domenica 14-20
Enti promotori:
- Provincia di Milano/Assessorato alla Cultura
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 33496854
Sito ufficiale: http://www.provincia.milano.it/cultura/
La Casa delle culture del mondo della Provincia di Milano ospita dal 3 al 19 maggio la mostra “Namastè. Reportage dal Rajastan” del fotografo Attilio Tripodi: cinquanta immagini (formato 50x70 cm) scattate nell’aprile 2012 nella “Terra dei Re”, lo stato più grande dell'India, situato nel nord del Paese, da dove iniziò il processo di civilizzazione del sub-continente.
“Namasté”, letteralmente “Mi inchino a te”, è il tipico saluto indiano usato comunemente quando ci si incontra e ci si accomiata, accompagnato dal gesto delle mani giunte e portate all’altezza del cuore, con il capo leggermente chino. Il suo senso implicito di umile sottomissione racchiude una concezione spirituale dell’essere che dà al saluto il significato “Adoro la divinità che è in te”. I ritratti in mostra colgono la consapevolezza che in tutti gli esseri è presente una scintilla divina, mentre le immagini dei gesti quotidiani esprimono la sacralità dell'esistenza che permea la vita della moltitudine indiana. Il fotografo ha immortalato il cuore gioioso dell’India e la mite ma dignitosa disponibilità a raccontarsi anche in condizioni disagevoli.
Attilio Tripodi è art director da oltre vent'anni per la pubblicità, il graphic design, il packaging, l’editoria. Grande appassionato di fotografia, i suoi scatti risentono del suo background professionale: linee, colori, pesi ottici, grafismi, spesso sono le direttrici delle sue immagini, strumenti estetici che avvolgono e talvolta condizionano l’emozione che una fotografia deve saper comunicare.
Le immagini che ama riprendere sono un viaggio attraverso culture diverse, un percorso intimo e interiore attraverso cui coglie la connessione tra luogo e presenza umana, tra se e il soggetto; i tratti di un viso, l’espressività di un volto, la postura, gli danno lo spunto vivo, concreto per riflettere sulla bellezza del tempo che avviluppa le vite umane.
Oltre alla partecipazione al Festival Internazionale di Fotografia “Foto&Photo” di Cesano Maderno (MB) e “Immagimondo” di Lurago d’Erba (CO), ha esposto a: San Terenzo (SP), Perego (LC), Biella, Calusco d’Adda (BG).
Ha pubblicato due volumi tratti da due raccolte fotografiche “Da vicino” e “Da lontano”.
“Namasté”, letteralmente “Mi inchino a te”, è il tipico saluto indiano usato comunemente quando ci si incontra e ci si accomiata, accompagnato dal gesto delle mani giunte e portate all’altezza del cuore, con il capo leggermente chino. Il suo senso implicito di umile sottomissione racchiude una concezione spirituale dell’essere che dà al saluto il significato “Adoro la divinità che è in te”. I ritratti in mostra colgono la consapevolezza che in tutti gli esseri è presente una scintilla divina, mentre le immagini dei gesti quotidiani esprimono la sacralità dell'esistenza che permea la vita della moltitudine indiana. Il fotografo ha immortalato il cuore gioioso dell’India e la mite ma dignitosa disponibilità a raccontarsi anche in condizioni disagevoli.
Attilio Tripodi è art director da oltre vent'anni per la pubblicità, il graphic design, il packaging, l’editoria. Grande appassionato di fotografia, i suoi scatti risentono del suo background professionale: linee, colori, pesi ottici, grafismi, spesso sono le direttrici delle sue immagini, strumenti estetici che avvolgono e talvolta condizionano l’emozione che una fotografia deve saper comunicare.
Le immagini che ama riprendere sono un viaggio attraverso culture diverse, un percorso intimo e interiore attraverso cui coglie la connessione tra luogo e presenza umana, tra se e il soggetto; i tratti di un viso, l’espressività di un volto, la postura, gli danno lo spunto vivo, concreto per riflettere sulla bellezza del tempo che avviluppa le vite umane.
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Ha pubblicato due volumi tratti da due raccolte fotografiche “Da vicino” e “Da lontano”.
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