Mediterraneo

Mediterraneo, Instituto Cervantes, Milano
Dal 15 February 2013 al 5 April 2013
Milano
Luogo: Instituto Cervantes
Indirizzo: via Dante 12
Orari: da lunedì a venerdì 16-20
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 72023450
E-Mail info: cultmil@cervantes.es
Sito ufficiale: http://milan.cervantes.es/it/default.shtm
Giovedì 14 febbraio alle ore 18.00, presso l'Instituto Cervantes di Milano, s'inaugura la mostra fotografica "Mediterraneo". Espongono gli artisti Ángel Gutiérrez Aguirre, Osvaldo Cipriani, Vicente López Tofiño, Juan Manuel Castro Pietro e Juan Manuel Díaz Burgos.
La fotografia è un’arte crudele. È capace di mostrarci, in modo ragionevolmente accettabile, ciò che siamo. Ma è anche capace di deformarci e trasformarci fino al punto estremo in cui la bellezza e l’orrore del mondo diventano per noi irriconoscibili o irrangiugibili. “Mediterráneo” è un’inquietante mostra sul mondo privato, il nostro, che in teoria tutti conosciamo. Ma nulla di più lontano dalla realtà. Il bianco e nero, il colore estremo, le prospettive torturate, le acrobazie degli attori fortuiti, l’iperrealismo delle forme mai viste, l’esegesi mitologica – tutte tecniche alla portata dei maestri – fanno sì che ci chiediamo, contemplando le immagini, se quello sia il Mediterraneo in cui voler trascorrere le nostre felici vacanze in famiglia. Abbiamo inserito nelle nostre vite la fotografia come strumento più degno della nostra felicità familiare o amichevole, ma la fotografia è un organo puro della memoria e non è un caso che gli psicoterapeuti la utilizzino per recuperare i casi più severi di Alzheimer. Ma in mano a dei maestri fotografi è una rivelazione. Vedono ciò che non vediamo. Ci insegnano a vedere quello che abbiamo dentro. O quello che la specie ha creato per noi. Ángel Gutiérrez Aguirre, Osvaldo Cipriani, Vicente López Tofiño, Juan Manuel Castro Pietro e Juan Manuel Díaz Burgos ci insegnano che lo stesso mare di ogni estate diventa un’esperienza unica, una risorsa interminabile di suggerimenti, di realtà che sono alla portata delle mani ed in un altro mondo. Ci dicono che siamo di più e migliori se guardiamo con loro.
La fotografia è un’arte crudele. È capace di mostrarci, in modo ragionevolmente accettabile, ciò che siamo. Ma è anche capace di deformarci e trasformarci fino al punto estremo in cui la bellezza e l’orrore del mondo diventano per noi irriconoscibili o irrangiugibili. “Mediterráneo” è un’inquietante mostra sul mondo privato, il nostro, che in teoria tutti conosciamo. Ma nulla di più lontano dalla realtà. Il bianco e nero, il colore estremo, le prospettive torturate, le acrobazie degli attori fortuiti, l’iperrealismo delle forme mai viste, l’esegesi mitologica – tutte tecniche alla portata dei maestri – fanno sì che ci chiediamo, contemplando le immagini, se quello sia il Mediterraneo in cui voler trascorrere le nostre felici vacanze in famiglia. Abbiamo inserito nelle nostre vite la fotografia come strumento più degno della nostra felicità familiare o amichevole, ma la fotografia è un organo puro della memoria e non è un caso che gli psicoterapeuti la utilizzino per recuperare i casi più severi di Alzheimer. Ma in mano a dei maestri fotografi è una rivelazione. Vedono ciò che non vediamo. Ci insegnano a vedere quello che abbiamo dentro. O quello che la specie ha creato per noi. Ángel Gutiérrez Aguirre, Osvaldo Cipriani, Vicente López Tofiño, Juan Manuel Castro Pietro e Juan Manuel Díaz Burgos ci insegnano che lo stesso mare di ogni estate diventa un’esperienza unica, una risorsa interminabile di suggerimenti, di realtà che sono alla portata delle mani ed in un altro mondo. Ci dicono che siamo di più e migliori se guardiamo con loro.
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