Paolo Punzo. Montagne di Lombardia
Dal 06 Febbraio 2023 al 24 Febbraio 2023
Milano
Luogo: Palazzo Pirelli
Indirizzo: Via F. Filzi 22
Orari: Lunedì - giovedì 9.30 -13.30 (ultimo ingresso ore 12.30) // 14.30 -17.15 (ultimo ingresso ore 16.30). Venerdì 9.30 -13.30 (ultimo ingresso ore 12.30)
Costo del biglietto: ingresso gratuito
La montagna come elemento del paesaggio, ma anche come orizzonte interiore, come luogo d’elezione della nostra identità: la mostra “Paolo Punzo – Montagne di Lombardia”, evento organizzato sotto l’egida del Consiglio Regionale nella prestigiosa location Spazio Eventi di Palazzo Pirelli dal 6 al 24 febbraio, vuole essere l’occasione di una riflessione a più voci sul valore della montagna e del suo ecosistema.
Ideato dall’agenzia di comunicazione Welcome, con il patrocinio della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, il percorso espositivo propone ben 45 opere di Paolo Punzo (Bergamo 1906- 1979), il “pittore della montagna”. Autodidatta, cresciuto nel CAI, Punzo dipinge spesso en plein air, scalando le cime con tavolozza e colori per restituire nelle sue tele i profili delle rocce, i riflessi della luce sui nevai e quel paesaggismo epico caratterizzato da un’ispirazione sincera e una spontaneità esecutiva che lo allontano da ogni retorica legata alla montagna.
“I quadri di Punzo ritraggono le principali cime lombarde con l’entusiasmo dell’alpinista – spiega Giorgio Cortella, dell’agenzia di comunicazione Welcome - affondando le sue radici nel realismo lombardo ma liberandolo da ogni retorica accademica e restituendoci l’immagine vibrante e materica di un paesaggio incantato”.
La mostra approda nella prestigiosa sede istituzionale di Milano dopo le tappe dello scorso anno a Lecco, Erba e la preview di luglio presso lo stesso Palazzo Pirelli in occasione della Giornata Regionale per le Montagne.
Non solo arte però: la mostra è anche l’occasione di un’intensa riflessione sul climate change. Sono infatti esposte, in dialogo con le opere del pittore, una serie di immagini fotografiche contemporanee realizzate da Alberto Locatelli che ritraggono le medesime cime dipinte, testimoniando l’inesorabile arretramento dei ghiacciai e delle linee delle nevicate.
La mostra ha quale Main partner la Banca Popolare di Sondrio e quale Gold partner howden/Assiteca
Paolo Punzo nasce a Bergamo il 1° marzo 1906, quarto dei sette figli di Antonino - un ufficiale di Nola (Napoli) trasferito nel 1901 al distretto militare della città lombarda - e di Angiolina Rizzo. Autodidatta, si dedica presto alla pittura sfidando la volontà del padre che lo avrebbe voluto commerciante di vini e liquori.
Nel 1929, dopo il matrimonio con Alda Lardini, va a risiedere a Mediglia vicino a Milano, dove nel 1932 nasce il suo unico figlio, Donatello, anch’egli, in seguito, sulle orme del padre, pittore paesaggista. Nel 1939 muore la moglie Alda e, l’anno dopo, Punzo sposa a Bologna Nives Baschiera, una ragazza di Fiume, con cui nell’ottobre del 1940 va ad abitare a Bergamo, accanto alla casa del padre, al 31 di via Di Porta Dipinta.
Accanto al desiderio di riavvicinarsi alla famiglia paterna, non è forse estranea a questa decisione anche la passione per la montagna, cresciuta in quegli anni insieme alla sua vocazione artistica con cui finisce per fare tutt’uno.
Fin dal 1928 Punzo aveva preso a frequentare le montagne della Valmalenco e della Valfurva, in Valtellina, con soggiorni sempre più lunghi da cui nascono, all’inizio degli anni Trenta, le prime grandiose rappresentazioni del Disgrazia, del Bernina, del Tresero, del Gran Zebrù e delle altre celebri cime delle Retiche e del Parco dello Stelvio che conquistano immediatamente il favore del pubblico e attirano l’attenzione del CAI, il Club Alpino Italiano, su invito del quale Punzo tiene nel 1935 una vasta personale a Sondrio, nella sala del Consiglio comunale, e a Milano nella sede stessa del Club, dove continuerà a esporre ancora negli anni Sessanta.
Sull’onda di questo generale apprezzamento, si fa frenetica, nella seconda metà degli anni Trenta e per tutto il corso degli anni Cinquanta e Sessanta, l’attività espositiva di Punzo (a Sondrio, a Bergamo, a Milano, a Pavia, a Varese, a St. Moritz e a Cortina), che ne consacra, in ambito lombardo, l’immagine di “”pittore della montagna”.
A partire dagli anni Cinquanta, Punzo tuttavia non dipinge più solo montagne, laghi e paesaggi alpini d’alta quota, ma anche paesaggi marini di Portofino e della costa ligure, dove trascorre alcuni mesi dell’anno, e ambienti urbani di cittadine alpine come Sondrio, Morbegno, Bergamo o Merano, dove è spesso ospite del fratello Paolo.
In questi nuovi soggetti Punzo sperimenta uno stile più sciolto e aperto alle novità espressive dell’arte moderna, lo stesso che contraddistingue le sue nature morte e il nutrito gruppo dei suoi soggetti floreali degli anni Sessanta.
È una svolta stilistica e tematica che matura parallelamente ai suoi frequenti viaggi di quegli anni in Turchia, in Africa e nell’America Latina, che gli dischiudono nuove culture e nuovi orizzonti e che non rimangono senza influenza sulle ultime fasi della sua attività artistica.
Punzo muore a Bergamo il 31 marzo 1979.
Ideato dall’agenzia di comunicazione Welcome, con il patrocinio della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, il percorso espositivo propone ben 45 opere di Paolo Punzo (Bergamo 1906- 1979), il “pittore della montagna”. Autodidatta, cresciuto nel CAI, Punzo dipinge spesso en plein air, scalando le cime con tavolozza e colori per restituire nelle sue tele i profili delle rocce, i riflessi della luce sui nevai e quel paesaggismo epico caratterizzato da un’ispirazione sincera e una spontaneità esecutiva che lo allontano da ogni retorica legata alla montagna.
“I quadri di Punzo ritraggono le principali cime lombarde con l’entusiasmo dell’alpinista – spiega Giorgio Cortella, dell’agenzia di comunicazione Welcome - affondando le sue radici nel realismo lombardo ma liberandolo da ogni retorica accademica e restituendoci l’immagine vibrante e materica di un paesaggio incantato”.
La mostra approda nella prestigiosa sede istituzionale di Milano dopo le tappe dello scorso anno a Lecco, Erba e la preview di luglio presso lo stesso Palazzo Pirelli in occasione della Giornata Regionale per le Montagne.
Non solo arte però: la mostra è anche l’occasione di un’intensa riflessione sul climate change. Sono infatti esposte, in dialogo con le opere del pittore, una serie di immagini fotografiche contemporanee realizzate da Alberto Locatelli che ritraggono le medesime cime dipinte, testimoniando l’inesorabile arretramento dei ghiacciai e delle linee delle nevicate.
La mostra ha quale Main partner la Banca Popolare di Sondrio e quale Gold partner howden/Assiteca
Paolo Punzo nasce a Bergamo il 1° marzo 1906, quarto dei sette figli di Antonino - un ufficiale di Nola (Napoli) trasferito nel 1901 al distretto militare della città lombarda - e di Angiolina Rizzo. Autodidatta, si dedica presto alla pittura sfidando la volontà del padre che lo avrebbe voluto commerciante di vini e liquori.
Nel 1929, dopo il matrimonio con Alda Lardini, va a risiedere a Mediglia vicino a Milano, dove nel 1932 nasce il suo unico figlio, Donatello, anch’egli, in seguito, sulle orme del padre, pittore paesaggista. Nel 1939 muore la moglie Alda e, l’anno dopo, Punzo sposa a Bologna Nives Baschiera, una ragazza di Fiume, con cui nell’ottobre del 1940 va ad abitare a Bergamo, accanto alla casa del padre, al 31 di via Di Porta Dipinta.
Accanto al desiderio di riavvicinarsi alla famiglia paterna, non è forse estranea a questa decisione anche la passione per la montagna, cresciuta in quegli anni insieme alla sua vocazione artistica con cui finisce per fare tutt’uno.
Fin dal 1928 Punzo aveva preso a frequentare le montagne della Valmalenco e della Valfurva, in Valtellina, con soggiorni sempre più lunghi da cui nascono, all’inizio degli anni Trenta, le prime grandiose rappresentazioni del Disgrazia, del Bernina, del Tresero, del Gran Zebrù e delle altre celebri cime delle Retiche e del Parco dello Stelvio che conquistano immediatamente il favore del pubblico e attirano l’attenzione del CAI, il Club Alpino Italiano, su invito del quale Punzo tiene nel 1935 una vasta personale a Sondrio, nella sala del Consiglio comunale, e a Milano nella sede stessa del Club, dove continuerà a esporre ancora negli anni Sessanta.
Sull’onda di questo generale apprezzamento, si fa frenetica, nella seconda metà degli anni Trenta e per tutto il corso degli anni Cinquanta e Sessanta, l’attività espositiva di Punzo (a Sondrio, a Bergamo, a Milano, a Pavia, a Varese, a St. Moritz e a Cortina), che ne consacra, in ambito lombardo, l’immagine di “”pittore della montagna”.
A partire dagli anni Cinquanta, Punzo tuttavia non dipinge più solo montagne, laghi e paesaggi alpini d’alta quota, ma anche paesaggi marini di Portofino e della costa ligure, dove trascorre alcuni mesi dell’anno, e ambienti urbani di cittadine alpine come Sondrio, Morbegno, Bergamo o Merano, dove è spesso ospite del fratello Paolo.
In questi nuovi soggetti Punzo sperimenta uno stile più sciolto e aperto alle novità espressive dell’arte moderna, lo stesso che contraddistingue le sue nature morte e il nutrito gruppo dei suoi soggetti floreali degli anni Sessanta.
È una svolta stilistica e tematica che matura parallelamente ai suoi frequenti viaggi di quegli anni in Turchia, in Africa e nell’America Latina, che gli dischiudono nuove culture e nuovi orizzonti e che non rimangono senza influenza sulle ultime fasi della sua attività artistica.
Punzo muore a Bergamo il 31 marzo 1979.
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