Pietro Terzini. Are you in love? No I'm in Milano

Pietro Terzini. Are you in love? No I'm in Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana I Ph. Melania Dalle Grave DSL Studio
Dal 19 September 2025 al 14 October 2025
Milano
Luogo: Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Indirizzo: Piazza Pio XI, 2
Orari: tutti i giorni tranne il mercoledì
Curatori: Antonello Grimaldi e Pietro Terzini
Costo del biglietto: ingresso libero
Sito ufficiale: http://www.ambrosiana.it/
Dal 19 settembre al 14 ottobre, nella sala del Foro Romano della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, si terrà la mostra “Are you in love? No I’m in Milano” dell’artista Pietro Terzini a (non) cura di Antonello Grimaldi e Pietro Terzini.
Saranno esposte in mostra 11 opere inedite su carta, 6 neon e i 3 iconici specchi realizzati dall’artista con Cassina.
“Questa mostra è un vero e proprio viaggio nell'anima di Milano, una città che pulsa di vita, di creatività e di cultura. Pietro Terzini, con la sua cifra stilistica unica, ci invita a scoprire un mondo di opere su carta, neon e specchi, dove le parole sono protagoniste assolute. Ma non solo: accanto ai testi, appaiono elementi figurativi iconici, veri e propri omaggi a Milano e all’Ambrosiana (la prima Biblioteca aperta al pubblico in Europa e il Museo più antico di Milano), tra cui la Canestra di Caravaggio e la Madonnina, che ci portano in un dialogo profondo tra memoria e contemporaneità e inevitabilmente ad un confronto tra presente e passato, tra iconografia classica e linguaggio culturale pop-contemporaneo.
“Are you in love? No I’m in Milano” Terzini non era ancora nato nel 1974 quando Memo Remigi cantava “Innamorati a Milano” eppure a qualcuno il titolo della Mostra potrebbe ricondurre a quella canzone: è questa la vera forza di Pietro Terzini.
Al centro del lavoro di Terzini c’è la parola che si fa forma, messaggio e riflessione. Quando le parole prendono forma e diventano un’opera d’arte, ognuno può leggerle e interpretarle come vuole. “Pietro Terzini non ha bisogno di curatori”: un’affermazione che riassume la poetica di un linguaggio accessibile e aperto a tutti, in cui l’interpretazione dello spettatore diventa parte integrante dell’opera.
I temi affrontati lungo il percorso espositivo spaziano dall’amore alla realizzazione personale, dalla tensione tra materialità e spiritualità, fino al nodo centrale dell’intera mostra: il giudizio degli altri. Attraverso frasi dirette, ironiche e provocatorie, l’artista invita il pubblico a interrogarsi su quanto peso abbia l’opinione altrui nella costruzione della propria identità, e a rivendicare la libertà di essere sé stessi.
Elemento distintivo del progetto è la scelta dei supporti: tutte le opere sono realizzate su sacchetti di brand della moda, trasformati in superfici artistiche. Questa operazione, che fonde estetica, consumo, gesto creativo nonché economia circolare, si configura come un omaggio dichiarato alla città di Milano, capitale della moda e cornice quotidiana dell’artista.
Terzini, nel suo creativo viaggio tra testo, immagine e riflessione, tra citazioni culturali e ironia, tra estetica contemporanea e memoria storica, trasforma le parole in una forma di haiku contemporaneo, sebbene in un contesto artistico-visuale piuttosto che poeticotradizionale (gli haiku sono brevi poesie che catturano un momento o un'emozione, spesso legati alla natura, all’amore e all’essenza della vita.). Tuttavia, le opere di Terzini si differenziano dagli haiku tradizionali per il fatto che utilizzano un supporto non tradizionale, il che aggiunge un elemento di critica sociale e culturale alle sue opere e sono più esplicitamente concettuali e ironiche rispetto agli haiku tradizionali.
Le opere di Terzini, che combinano testo e immagine, possono essere considerate come una forma di haiku visivo, in quanto: catturano un momento o un'emozione: perché esprimono un pensiero o un'emozione attraverso la combinazione di testo e immagine. Utilizzano un linguaggio conciso: perché sono caratterizzate da un linguaggio breve e diretto, simile allo stile degli haiku. Esplorano temi universali come l'amore, la condizione umana e la società contemporanea, simili ai temi trattati negli haiku.
“Are you in love? No, I’m in Milano” si configura così come un attraversamento ironico, ma non privo di profondità, della contemporaneità. Un viaggio tra testi e immagini, tra codici visivi condivisi e riferimenti a volte colti a volte ironici, in cui l’arte si pone come strumento per rileggere il presente e per ridefinire, anche solo per un istante, la nostra relazione con ciò che ci circonda: “Are you in love? No, I’m in Ambrosiana”
Saranno esposte in mostra 11 opere inedite su carta, 6 neon e i 3 iconici specchi realizzati dall’artista con Cassina.
“Questa mostra è un vero e proprio viaggio nell'anima di Milano, una città che pulsa di vita, di creatività e di cultura. Pietro Terzini, con la sua cifra stilistica unica, ci invita a scoprire un mondo di opere su carta, neon e specchi, dove le parole sono protagoniste assolute. Ma non solo: accanto ai testi, appaiono elementi figurativi iconici, veri e propri omaggi a Milano e all’Ambrosiana (la prima Biblioteca aperta al pubblico in Europa e il Museo più antico di Milano), tra cui la Canestra di Caravaggio e la Madonnina, che ci portano in un dialogo profondo tra memoria e contemporaneità e inevitabilmente ad un confronto tra presente e passato, tra iconografia classica e linguaggio culturale pop-contemporaneo.
“Are you in love? No I’m in Milano” Terzini non era ancora nato nel 1974 quando Memo Remigi cantava “Innamorati a Milano” eppure a qualcuno il titolo della Mostra potrebbe ricondurre a quella canzone: è questa la vera forza di Pietro Terzini.
Al centro del lavoro di Terzini c’è la parola che si fa forma, messaggio e riflessione. Quando le parole prendono forma e diventano un’opera d’arte, ognuno può leggerle e interpretarle come vuole. “Pietro Terzini non ha bisogno di curatori”: un’affermazione che riassume la poetica di un linguaggio accessibile e aperto a tutti, in cui l’interpretazione dello spettatore diventa parte integrante dell’opera.
I temi affrontati lungo il percorso espositivo spaziano dall’amore alla realizzazione personale, dalla tensione tra materialità e spiritualità, fino al nodo centrale dell’intera mostra: il giudizio degli altri. Attraverso frasi dirette, ironiche e provocatorie, l’artista invita il pubblico a interrogarsi su quanto peso abbia l’opinione altrui nella costruzione della propria identità, e a rivendicare la libertà di essere sé stessi.
Elemento distintivo del progetto è la scelta dei supporti: tutte le opere sono realizzate su sacchetti di brand della moda, trasformati in superfici artistiche. Questa operazione, che fonde estetica, consumo, gesto creativo nonché economia circolare, si configura come un omaggio dichiarato alla città di Milano, capitale della moda e cornice quotidiana dell’artista.
Terzini, nel suo creativo viaggio tra testo, immagine e riflessione, tra citazioni culturali e ironia, tra estetica contemporanea e memoria storica, trasforma le parole in una forma di haiku contemporaneo, sebbene in un contesto artistico-visuale piuttosto che poeticotradizionale (gli haiku sono brevi poesie che catturano un momento o un'emozione, spesso legati alla natura, all’amore e all’essenza della vita.). Tuttavia, le opere di Terzini si differenziano dagli haiku tradizionali per il fatto che utilizzano un supporto non tradizionale, il che aggiunge un elemento di critica sociale e culturale alle sue opere e sono più esplicitamente concettuali e ironiche rispetto agli haiku tradizionali.
Le opere di Terzini, che combinano testo e immagine, possono essere considerate come una forma di haiku visivo, in quanto: catturano un momento o un'emozione: perché esprimono un pensiero o un'emozione attraverso la combinazione di testo e immagine. Utilizzano un linguaggio conciso: perché sono caratterizzate da un linguaggio breve e diretto, simile allo stile degli haiku. Esplorano temi universali come l'amore, la condizione umana e la società contemporanea, simili ai temi trattati negli haiku.
“Are you in love? No, I’m in Milano” si configura così come un attraversamento ironico, ma non privo di profondità, della contemporaneità. Un viaggio tra testi e immagini, tra codici visivi condivisi e riferimenti a volte colti a volte ironici, in cui l’arte si pone come strumento per rileggere il presente e per ridefinire, anche solo per un istante, la nostra relazione con ciò che ci circonda: “Are you in love? No, I’m in Ambrosiana”
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