William E. Jones / Yael Bartana

William E. Jones / Yael Bartana, Galleria Raffaella Cortese, Milano

 

Dal 19 Febbraio 2015 al 14 Aprile 2015

Milano

Luogo: Galleria Raffaella Cortese

Indirizzo: via A. Stradella 1-4

Orari: da martedì a sabato 10-13 / 15-19.30

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 02 2043555

E-Mail info: info@galleriaraffaellacortese.com

Sito ufficiale: http://www.galleriaraffaellacortese.com


William E. Jones
19 febbraio-14 aprile 

Raffaella Cortese è lieta di presentare la seconda mostra personale dell'artista americano William E. Jones. 
Per più di vent’anni, William E. Jones ha realizzato film, video, fotografie, stampe e testi che riorganizzano e ricontestualizzano materiali d'archivio di diverso tipo. L’artista fonde ricerca e sperimentazione formale, rivelando la sua passione per i documenti di stato che sublimano le forze politiche in atto e un profondo interesse per storie dimenticate o trascurate, raccontate per immagini, ufficiali e non. 
Per la mostra in galleria Jones presenta dei lavori che trattano di esperimenti psichiatrici segreti condotti su vittime inconsapevoli e finanziati dalla CIA. Le opere in mostra, create a partire da materiali storici degli anni ‘60 e '70, risultano particolarmente attuali alla luce delle recenti rivelazioni sulle torture commesse dalla CIA. 
Nello spazio di via Stradella 7 sarà proiettato il video inedito Psychic Driving, incentrato su un reportage televisivo di 58 minuti su esperimenti di controllo mentale. L'originale, una registrazione VHS ottenuta dagli Archivi nazionali degli Stati Uniti, è stato ampiamente modificato e riorganizzato per concentrarsi sulle esperienze di una donna, Val Orlikow, che fece causa alla CIA dopo che i dettagli del suo caso furono resi pubblici. Il trattamento cui lei e gli altri pazienti vennero sottoposti, divenne noto dopo che alcuni documenti su un programma del governo degli Stati Uniti, chiamato Project Artichoke o MKUltra, trapelarono alla fine degli anni ‘70. 
William E. Jones presenterà anche una installazione realizzata con documenti della CIA desecretati, richiesti ai sensi del Freedom of Information Act (legge sulla libertà d’informazione). Il pubblico ha libero accesso a tali materiali, ma prima che il governo rilasci qualsiasi documento, le informazioni sensibili o segrete sono censurate da funzionari incaricati, oscurate o cancellate a matita, pennarello, talvolta pastello. I documenti utilizzati per l'installazione non sono stati modificati dall'artista, ma solo leggermente ritagliati per renderli conformi a un formato standard A4. Entrati in circolazione, questi documenti sono stati fotocopiati più volte dal governo e sono spesso molto lontani dagli originali: nel processo hanno acquisito interessanti trame visive, e cominciano a somigliare a quadri astratti. 

Nel 2013, William E. Jones ha avuto importanti mostre personali presso il Saint Louis Art Museum e il Wexner Center for the Arts, Columbus. Il suo lavoro è stato anche presentato al Museum of Modern Art, New York; Anthology Film Archives, New York; ar/ge kunst Galleria Museo, Bolzano; Tate Modern, Londra, e altri. Mostre collettive recenti includono The Past is Present, Museum of Contemporary Art, Detroit; Les Dérives de l’imaginaire, Palais de Tokyo, Paris; More American Photographs, CCA Wattis Institute for Contemporary Arts, San Francisco, Wexner Center for the Arts, Columbus, e California Museum of Photography, University of California, Riverside; Desire, Bergen Kunstmuseum, Norway; RAY 2012 Fotografieprojekte Frankfurt/RheinMain, Museum für Moderne Kunst, Frankfurt; “Untitled” (Death by Gun), 12th Istanbul Biennial; Time Again, Sculpture Center, New York; e The Spectacular of Vernacular, Walker Art Center, Minneapolis. Ha curato Imitation of Christ all’Hammer Museum, Los Angeles; il libro che accompagna la mostra, edito da MACK, è stato nominato dal Time come uno dei migliori libri fotografici del 2013. 

Yael Bartana 
19 febbraio - 3 aprile 2015 

Raffaella Cortese è lieta di presentare la seconda mostra personale dell'artista Yael Bartana, conosciuta a livello internazionale per la trilogia video And Europe will be Stunned, presentata all’interno del Padiglione polacco durante la 54a biennale di Venezia. 
Nel lavoro di Bartana sono fondamentali i significati impliciti in termini come "Patria", "Ritorno" e "Appartenenza". Tali significati sono studiati attraverso cerimonie, rituali pubblici e movimenti sociali che intendono riaffermare l'identità collettiva di una nazione. Nei suoi progetti precedenti, Bartana ha affrontato temi quali l'impatto della guerra, i riti militari e una sensazione di minaccia nella vita di tutti i giorni. 
Per la mostra in galleria Bartana presenta il video Pardes (Orchard), 2014, in cui dà uno sguardo molto personale a come gli Occidentali tentino di raggiungere una sorta di illuminazione spirituale attraverso l’appropriazione di rituali tradizionali. In Pardes (Orchard) Bartana documenta il viaggio del suo caro amico Michael – artista israeliano – che, da un lato, rifiuta scetticamente qualsiasi religione strutturata, dall’altro è sempre alla ricerca di una comprensione più profonda dell’inconoscibile, studiando la Kabbalah così come i culti dell’Amazzonia. Sotto la guida della Sciamana brasiliana Dona Francisca (Francisquinha) della tribù Xawandawa, Michael si sottopone al rituale dell’Ayahuasca, assumendo la bevanda psichedelica che si dice porti a profonde rivelazioni spirituali sull'universo e la propria personalità, una sensazione descritta come un'esperienza di rinascita, ispirazione o – nel peggiore dei casi – come uno dei peggiori viaggi possibili. 
Ciò che un tempo accadeva lontano dal mondo, oggi è diventato accessibile o persino un’attività turistica, sia essa motivata da pura curiosità, o dal desiderio di esperienze spirituali forti o addirittura di “guarigione”. Ma anche la stessa Sciamana incarna un insieme di influssi culturali: Dona Francisca, 52 anni, che recita l’"Ave Maria" così come alcune canzoni tribali tradizionali, è una delle abuelas (Nonne) della terra e un membro del Santo Daime, una pratica spirituale sincretica fondata negli anni ‘30, che mescola gli elementi di diverse tradizioni spirituali, tra cui il Cattolicesimo popolare, lo spiritismo Kardecista, l’animismo e le pratiche sciamaniche indigene. Il rituale, un tempo molto legato al luogo alla tradizione, diventa una performance inclusiva, aperto a esigenze e background culturali molto diversi. 
La parola ebraica "Pardes" significa letteralmente "frutteto". La sua etimologia è comune alla parola utilizzata per indicare il paradiso sia nella lingua persiana che in quella inglese. La corretta interpretazione delle Scritture Ebraiche nel loro giusto contesto, incluso il libro del "Nuovo Testamento", coinvolge vari "livelli" che è necessario prendere in considerazione. Questo era il metodo che gli stessi autori e i lettori del tempo usavano per scrivere e interpretare le Scritture. I quattro livelli di lettura sono: Parshat, Remez, D’rash e Sod ("letterale", "allegorico", "omiletico" e "esoterico"). Le iniziali di ogni parola P-R-D-S, unite alle vocali da pronunciare, danno la parola PARDES (che significa "giardino" o "frutteto"). Ogni livello è più profondo e più intenso di quello precedente. 
Il lavoro segna anche un allontanamento dallo stile delle sue opere video precedenti. Questo è evidente soprattutto nello sguardo intimo delle riprese, realizzate personalmente da Bartana, che conferisce all'opera una particolare intensità. 

Yael Bartana (1970, Kfar-Yehezkel, Israele) ha studiato presso la Bezalel Academy of Arts and Design, Gerusalemme; la School of Visual Arts di New York; e la Rijksakademie, Amsterdam. Le sue mostre personali includono: Moderna Museet, Malmö; PS1/MoMA, New York; Center for Contemporary Art, Tel Aviv; Kunstverein Hamburg; e Secession, Vienna, tra gli altri. Più di recente, il lavoro di Bartana è stato esposto presso il Pérez Art Museum Miami; lo Stedelijk Museum, Amsterdam; 2014 Biennale di Sydney; Carnegie International; e Biennale di San Paolo. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche, tra cui il Museum of Modern Art di New York; il Guggenheim Museum, New York; il Walker Art Center, Minneapolis; il Philadelphia Museum of Art, Philadelphia; la National Gallery of Canada, Ontario; il Centre Pompidou, Parigi; la Tate Modern, Londra; e la GAM - Galleria civica d'Arte Moderna e contemporanea, Torino. 

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