Gioberto Noro. Colori nel Vuoto

© Galleria Alfonso Artiaco, Napoli | Gioberto Noro, Farben #6, 2019, pigments print on archival cotton paper, cm. 112 x 160 x 5,5 cm. (framed), edition of 5 + 1 AP

 

Dal 18 Gennaio 2020 al 22 Febbraio 2020

Napoli

Luogo: Galleria Alfonso Artiaco

Indirizzo: piazzetta Nilo 7

Telefono per informazioni: +39 081 4976072

E-Mail info: info@alfonsoartiaco.com

Sito ufficiale: http://www.alfonsoartiaco.com



La galleria Alfonso Artiaco ha il piacere di annunciare l’inaugurazione della mostra di
Gioberto Noro, sabato 18 gennaio 2020 alle ore 19.30, in presenza degli artisti.
Per la loro seconda personale (la prima nel 2010) alla Galleria Alfonso Artiaco, la
coppia di artisti Sergio Gioberto e Marilena Noro presentano Colori nel Vuoto,
un’esposizione di nuovi lavori atti a esplorare come il Vuoto sia necessario alla
visibilità dell'architettura che lo ospita e, contemporaneamente, come le delimitazioni
poste dalle strutture architettoniche siano necessarie al Vuoto per esistere.
Il Colore viene invece chiamato a svolgere una funzione analoga a quella che Hubert
Damish attribuiva alla nube nella suo scritto "Théorie du nuage", vale a dire che
contribuisce (in modo poetico) a compensare, a dare respiro ed emozione alla rigidità
strutturale dell'impianto prospettico.

Nelle quattro sale dedicate a Gioberto Noro si susseguono una decina di nuove
opere dai cicli Farben, Vanishing Point e Variazioni Primarie.

“Pensiamo all'immagine come a un modello della realtà, costruiamo modelli in scala
le cui strutture richiamano il concetto della prospettiva lineare, così affine al medium
da noi usato, la fotografia.
Il nostro campo visivo, nel corso degli ultimi seicento anni ha progressivamente
subito una metamorfosi, passando dalla forma fisiologica dell'ellisse a quella culturale
del frame, della cornice. In questo modo lo sguardo è stato protetto dalle irruzioni
dell'irrazionale, ma contemporaneamente è stato "imprigionato" nella cosiddetta
finestra prospettica. E' per questo motivo che usare un medium a forte valenza
prospettica coma quello fotografico, ci pare essere una possibilità di riflessione sulle
dinamiche del vedere.
Percepiamo il Colore come una Entità dotata di intelligenza e quindi, per estensione,
capace di generare Intuizioni e il Vuoto come a una Realtà in grado di "pulire
lo sguardo", di liberare lo sguardo da tutto ciò su cui quello sguardo si era formato.
Vediamo le Farben (nel titolo un omaggio alla Farbenlehre, la teoria dei Colori di
Goethe) come architetture analoghe, devote sia a un impianto prospettico tanto
rigoroso quanto rassicurante, che, in quanto possibili porte della percezione, a una
volontà di trascendenza dalla figura.
La relazione tra Colore e Vuoto viene ulteriormente approfondita nelle Variazioni
Primarie, che esplorano i rapporti tra i tre colori primari, Blu, Giallo e Rosso.
Contemporaneamente alle situazioni delle Farben e delle Variazioni Primarie,
abbiamo indagato come far sì che il Colore potesse liberarsi dalle logiche
prospettiche (pur conservandone una traccia mnemonica nella presenza della cornice
e nella disposizione dei campi di colore).
Abbiamo immaginato il Vanishing Point, il punto di fuga, come al luogo in cui la
figura svanisce per dare spazio al puro Colore, rendendo così possibile la
connessione a una genesi del visibile.
Per fare questo è stato necessario assemblare un dispositivo, una vera e propria
Machine à Abstraire, che va a porsi in rapporto dialettico con le macchine
prospettiche, nate invece per rilevare e misurare lo spazio.
Una Machine à Abstraire che crea spazi del divenire, luoghi in cui possiamo
ritrovarci con l'istante della creazione, quando tutto è possibile e nulla è ancora
accaduto.
Il titolo Colori nel Vuoto è un riferimento (letterale) all'uso (fisico) di diaframmi colorati
e trasparenti anteposti (nel vuoto) tra le sorgenti luminose e i soggetti da illuminare.”
(Gioberto Noro)

Sergio Gioberto e Marilena Noro sono nati a Torino, Italia, rispettivamente nel 1952 e 1961.
Durante la loro formazione entrano in contatto con il Teatr Laboratorium di Jerzy Grotowski,
il Living Theatre di Julian Beck, il fotografo Frank Horvat di cui sono stati allievi e assistenti,
il metodo Strasberg di Lee Strasberg, il Ballett Frankfurt di William Forsythe e il Metodo
Feuerstein di Reuen Feuerstein. La fotografia, medium prescelto, è vista dagli artisti sia come
espressione dell’alienazione dell’Occidente sia come possibilità di recupero della realtà fisica.
Mostre personali includono Aperture, Galleria Alberto Peola, Torino, (2016) (a cura di Valeria
Ceregini); Transizioni di fase, PAV, Torino (2015) (testo di Giulia Mengozzi); Galleria Alfonso
Artiaco, Napoli (2010); ‘Sguardi a Occidente’ (a cura di L. Mattarella), Galleria Alberto Peola,
Torino. Mostre collettive: FutuRuins, il corpo e la pietra, Palazzo Fortuny, Venezia, a cura di
Daniela Ferretti, Dimitri Ozerkov e Dario Dalla Lana (2018); E il giardino creò l'uomo, galleria
Alberto Peola, Torino (2018); La Via Del Sale Saliceto-CN a cura di Silvana Peira e Marco Enrico
Giacomelli (2018); Intuition, Palazzo Fortuny, Venezia, curata da Daniela Ferretti e Axel
Vervood, (2017); 30th Anniversary, Galleria Alfonso Artiaco, Napoli (2016); Proportio, Palazzo
Fortuny, Venezia, a cura di Daniela Ferretti e Axel Vervood, (2015); Mare Motus, Castello di
Lipari-ME, a cura di Lea Mattarella (2015); Scenario di terra, MART, Rovereto (2014); Cieli,
Fondazione 107, Torino, a cura di Federico Piccari (2014); ‘Cento anni di creatività in
Piemonte’, Novi Ligure (a cura di Marisa Vescovo) (2008); ‘Sguardo consapevole’, Palafuksas,
Torino (a cura di Anna d'Agostino) (2007); ‘Il Filtro dell'immagine’, Varallo Pombia (a cura di
Fabrizio Parachini) (2005).

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