Greatest Hits

Greatest Hits, Museo Apparente, Napoli

 

Dal 27 Dicembre 2014 al 10 Febbraio 2015

Napoli

Luogo: Museo Apparente

Indirizzo: vico Santa Maria Apparente 17

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 081 4976134

E-Mail info: museoapparente@gmail.com

Sito ufficiale: http://www.museoapparente.eu


Il Museo Apparente è lieto di presentare "Greatest Hits", ultimo evento del 2014 e primo di una serie di esposizioni collettive in cui lo spazio diventa una sorta di 'quadreria' di opere frammentarie e slegate fra loro come vuole il concetto seicentesco. 
In mostra, una selezione di opere di artisti già esposti precedentemente (Internationale Surplace, Jonatah Manno, Giulio Delvè, Michele Di Menna, Rachel de Joode, Marco Zezza, Stefan Thater), accanto a contributi di Marco Bruzzone, Katharina Fengler, Renato Leotta e Nick Oberthaler. 

A ciascun artista è stato chiesto di segnalare il proprio 'greatest hit' formando così il sottofondo di brani musicali che saranno riprodotti in loop (fra gli altri Aphex Twin, Saint Etienne, David Byrne, Jeremih). 
Cristiano de Majo leggerà alcuni estratti del suo ultimo libro "Guarigione" (Ponte alle Grazie). 

Un modo per fermare il tempo dell'universo 
di Cristiano de Majo 

Guardiamo dentro. 
Dentro il museo, guardiamo oggetti nel tempo fermo. 
Fuori, tutti gli oggetti del mondo ci scorrono davanti agli occhi alla velocità del tempo. Dentro il museo, tutte le persone guardano nelle stesse direzioni: tracciando linee di attenzione, 
attribuiscono significati agli oggetti. 
Fuori, gli sguardi producono infiniti punti cardinali: è una mappa invisibile di strade che si sovrappongono o camminano vicine senza incontrarsi mai; uno scarabocchio caotico a cui cerchiamo ogni volta di dare un senso. 
Dentro il museo, conosciamo il nostro perimetro, siamo consapevoli dei confini che ci circondano, il tetto, il pavimento, le pareti, tutto ciò che sta sopra, sotto e intorno a noi. 
Fuori, alziamo gli occhi al cielo e ci scontriamo con l'impossibilità di comprendere cosa ci racchiude: non conosciamo il nostro perimetro, non siamo consapevoli dei confini che ci circondano; alziamo gli occhi al cielo e sprofondiamo nella vertigine. 
Riportiamo questa vertigine dentro il museo. Dentro una cornice. E dentro la cornice, tutto il mondo fuori, in ogni tempo. 

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