Ugo Scala

Ugo Scala, Museo Minimo di Fuorigrotta, Napoli
Dal 13 Marzo 2013 al 12 Aprile 2013
Napoli
Luogo: Museo Minimo di Fuorigrotta
Indirizzo: via detta San Vincenzo 3
Orari: lunedì e mercoledì 15-18; martedì, giovedì e venerdì 9-12
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 081 621170
E-Mail info: museominimo@virgilio.it
Sito ufficiale: http://www.museominimo.it
“Esporrò al Museo Minimo una piccola raccolta di acquarelli, undici in tutto, dipinti tra gennaio e marzo. Dal primo impatto, non ho affatto considerato Minimo come spazio misurabile in metri quadrati, ma come Essenziale. Si potrebbe chiamare Museo Essenziale, meglio ancora, Spazio Essenziale.
Essenzialità (ciò che una cosa non può non essere) e sensibilità (“ciò che ci fa acquisire il diritto alla vita” Y. Klein ) sono sempre stati per me motivo principale della mia ricerca artistica e della mia esistenza, acutizzatasi nel percorso degli anni. Dustin Hoffman ha detto: “Non siamo più giovani, ma l’età è solo un inconveniente. Il corpo diventa certo più vulnerabile, ma si è più sensibili”. L’acquarello è per me la tecnica più appropriata per distillare l’essenza dell’immaginario e l’immaterialità dello spirito. Immaginario non fantastico: “Il pittore non deve avere la fantasia, o meglio, deve sfuggirla, deve essere razionale come i bambini, i pazzi o i primitivi. Quelli che usano la fantasia sono privi di realtà spirituale, consapevolmente o inconsapevolmente ne danno l’illusione” (Klee). Questa mostra s’ispira al Museo Minimo, nasce e muore nello spazio dove espone. In realtà questo spazio espositivo è un ambulatorio di un medico, credo anche convenzionato (solo a Napoli possono accadere certe cose).
Mi sembra ardua impresa far sollevare lo sguardo da terra, segno d’apprensione e sofferenza, a persone in tutt’altre faccende affaccendate. Sento, a questo punto, tutta la differenza tra l’inattualità del Museo Minimo e il presente dei luoghi del potere dell’industria culturale in questo globalizzato momento di appannamento di valori e della spettacolarizzazione dell’effimero e delle apparenze.”
Ugo Scala
Essenzialità (ciò che una cosa non può non essere) e sensibilità (“ciò che ci fa acquisire il diritto alla vita” Y. Klein ) sono sempre stati per me motivo principale della mia ricerca artistica e della mia esistenza, acutizzatasi nel percorso degli anni. Dustin Hoffman ha detto: “Non siamo più giovani, ma l’età è solo un inconveniente. Il corpo diventa certo più vulnerabile, ma si è più sensibili”. L’acquarello è per me la tecnica più appropriata per distillare l’essenza dell’immaginario e l’immaterialità dello spirito. Immaginario non fantastico: “Il pittore non deve avere la fantasia, o meglio, deve sfuggirla, deve essere razionale come i bambini, i pazzi o i primitivi. Quelli che usano la fantasia sono privi di realtà spirituale, consapevolmente o inconsapevolmente ne danno l’illusione” (Klee). Questa mostra s’ispira al Museo Minimo, nasce e muore nello spazio dove espone. In realtà questo spazio espositivo è un ambulatorio di un medico, credo anche convenzionato (solo a Napoli possono accadere certe cose).
Mi sembra ardua impresa far sollevare lo sguardo da terra, segno d’apprensione e sofferenza, a persone in tutt’altre faccende affaccendate. Sento, a questo punto, tutta la differenza tra l’inattualità del Museo Minimo e il presente dei luoghi del potere dell’industria culturale in questo globalizzato momento di appannamento di valori e della spettacolarizzazione dell’effimero e delle apparenze.”
Ugo Scala
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