Alessandra Urso. La Valle degli Antichi. Alla scoperta delle nostre comuni origini indoeuropee

Alessandra Urso. La Valle degli Antichi. Alla scoperta delle nostre comuni origini indoeuropee

 

Dal 19 Maggio 2018 al 27 Maggio 2018

Padova

Luogo: Maaap - Museo Archeologico Ambientale delle Acque del Padovano

Indirizzo: via Querini 84

Orari: Domenica 20 e la domenica seguente, 27 Maggio, con orario: 9,30 - 12,30 e 14,30 - 19,00. Sabato 26 Maggio la mostra sarà visitabile di mattina in orario 9,30 – 12,30.

Curatori: Maria Palladino

Costo del biglietto: Ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 3341695479

E-Mail info: audramsa@outlook.it

Sito ufficiale: http://museomaaap.it/



Sabato 19 Maggio dalle ore 20,00, presso il Maaap – Museo Archelogico Ambientale delle Acque di Padova, Via Querini 84, 35135 Padova, inaugurerà la mostra “La Valle degli Antichi. Alla scoperta delle nostre comuni origini indoeuropee”, personale delle grafiche realizzate dalla scultrice Alessandra Urso per il progetto del Parco Tematico del Vigenzone presso il Comune di Due Carrare (PD).

Nel contesto dell’evento avrà luogo l’esibizione live del gruppo musicale Lord Brain Shiva. L’evento è riservato ai soci dell'Associazione La Crose Onlus, e a chi desidera associarsi per la quota annuale di 15€ che consente di partecipare e sostenere le attività culturali del Maaap Per le coppie, sconto sulla quota associativa, da 30€ a 20€. Entrata con offerta libera di minimo 3€.

L’evento “La Valle degli Antichi. Alla scoperta delle nostre comuni origini indoeuropee” si configura come proposta culturale e artistica nell’ambito delle attività e iniziative realizzate periodicamente dal Museo Maaap per valorizzare e diffondere il patrimonio storico e archeologico che esso racchiude e che rappresenta un prezioso anello di congiunzione intellettuale fra passato e presente, scrigno di memoria e tradizione, offerto alla città di Padova.

Il Museo ospita reperti risalenti a diverse epoche, dall’Età del Bronzo al XVIII sec.: oggetti votivi, ceramiche invetriate, vetri e monete antiche rinvenuti nel fiume Brenta e custoditi in un edificio sacro che raccoglie in sé le vestigia di un tempio protocristiano, romano e cattolico.
All’origine di questa manifestazione vi è quindi il desiderio di ripercorrere con la mente, la fantasia e il cuore quelli che sono i primordi della storia veneta, a cui il progetto omonimo della scultrice Alessandra Urso si è ispirato e che ne ha posto le basi nel 2010, venendo a costituirsi come mappa ideale di un viaggio sensoriale attraverso la natura e la genesi della nostra civiltà e che avrebbe dovuto seguire per un buon tratto il percorso ciclabile Vigenzone – Biancolino, nei pressi di Due Carrare, nell’entroterra padovano. Il complesso delle opere facente parte di questo piano di allestimento artistico-ambientale prende vita da quello che è l’excursus creativo, spirituale e umano dell’autrice, dal suo retroterra conoscitivo e dall’esperienza e perizia tecnica e realizzativa che l’hanno vista autrice tra l’altro di importanti monumenti pubblici, in Italia e all’estero.

Componenti portanti e condotte a compimento, del complesso suddetto, il Monumento alle Due Carrare, il Monumento agli Antichi e La Dama di Shanghai, tuttora esistenti e, i primi due, ammirabili nel territorio di Due Carrare. Temi e motivi sono tratti dal complesso di immagini e suggestioni mediate dal mondo paleoveneto: dalla popolazione e dalle usanze e caratteristiche, secondo quanto è pervenuto fino a noi, degli Eneti, antichi progenitori dei veneti odierni, che, di matrice indoeuropea, si stanziarono nell’Italia nord-orientale diffondendovi dalla seconda metà del II millennio a. C. i propri usi e costumi, il proprio alfabeto di derivazione etrusca e latina e la propria religiosità pagana, basata sulla divinizzazione degli eventi climatici e delle forze della natura, popolo di guerrieri, cacciatori e agricoltori. Il complesso di simboli, ascendenze e allegorie che costituisce, in nuce, il fulcro di questo composito impianto scultoreo-monumentale trova perciò i suoi fondamenti nello studio di questo popolo primitivo, dei suoi usi e costumi e della sua religiosità e, com’è proprio a tutta l’opera dell’artista, ad una volontà di collegamento fra passato, presente e futuro, alla ricerca degli albori della nostra vicenda umana, dell’identità e del rapporto col mondo circostante, in una visione terrena e spirituale insieme, transmorfismo di elementi e sincretismo di acendenze preistoriche, classiche, antiche e moderne, che ne rendono raffinatamente arcaico e sorprendentemente attuale e avveniristico il linguaggio.

Vediamo pertanto raffigurate nelle grafiche esposte in questo iter visivo-emotivo all’interno del progetto: monoliti a delimitare zone di confine dei nascenti possedimenti paleoveneti, barche arenate nell’antico naufragio, conchiglie come ricordo di un tempo e di terre perdute, ciottoli simbolici dove conservare le tracce del proprio inizio, “anime” allungantesi verso il cielo come effigi di coloro che non ci sono più e che pur tuttavia continuano ad esistere in noi, “stargate”, varchi d’ingresso immaginari ad un tempo perduto e la “Dea”, madre, progenitrice, custode della fertilità, della vita e della morte, Signora degli elementi della natura e delle fiere, collegamento e vertice di tutto il sostrato ideologico. Estendendo perciò la visione ad un più ampio ambito indoeuropeo, da cui le popolazioni enetiche stesse derivarono, si giunge alla scoperta di una comune ascendenza, che da una regione della Russia meridionale portò a successive ondate migratorie, fra il 4500 e il I millennio a. C., colonizzando vasti territori dell’Asia Centromeridionale e dell’Europa.

Collegandoci pertanto alla spiritualità indiana e buddhista e a questa derivazione arcaica che lega i popoli, ritroviamo un denominatore che unisce insieme credenze naturalistiche ed evoluzioniste, come le espressioni artistiche dei protagonisti di questo evento: l’insegnamento dell’Arte Sacra Tibetana che rappresenta parte dell’attività della scultrice Alessandra Urso e la mediazione filosofica e ritmica concretizzata nel progetto musicale-artistico del gruppo Lord Brain Shiva, fondato nel 2012, a seguito di soggiorni indiani, dai musicisti Davide Bazzani (aka Aum Shadu) – chitarra elettrica; Nicola Dominici (aka Nick Delhi) – batteria; Giulio Spiazzi (aka Ek Baum) – basso elettrico e voce. Traendo spunto dai principi mistici dello Shivaismo e coniugando materiale video autoprodotto a sonorità che mescolano armonie occidentali ed orientali e testi d’ispirazione socio-politica e culturale, i brani si susseguono avvolgendosi su se stessi con ripetitività mantrica, producendo nell’ascoltatore una disposizione riflessiva e meditativa. Generando un’esperienza interiore profonda, energica e dolce al contempo, di cui fare conoscenza svincolandosi momentaneamente dai condizionamenti intellettivi e liberando l’istintività, quella parte della coscienza che conserva radici innate connesse nell’esperienza collettiva le quali permettono di risvegliare tramite le emozioni la parte più naturale, ancestrale e sopita del nostro Sé.

Maria Palladino

La mostra delle opere dell'artista Alessandra Urso rimarrà aperta la domenica 20 e la domenica seguente, 27 Maggio, con orario: 9,30 - 12,30 e 14,30 - 19,00. Sabato 26 Maggio la mostra sarà visitabile di mattina in orario 9,30 - 12,30. Ingresso libero. Il Museo verrà riaperto la sera del 26 Maggio in occasione della sfilata di moda che vi si svolgerà dalle ore 21,00 alle 22,00. La partecipazione alla sfilata è riservata ai soci dell'Associazione La Crose Onlus, e a chi desidera associarsi per la quota annuale di 15€. Per le coppie, sconto sulla quota associativa, da 30€ a 20€. Entrata con offerta libera di minimo 3€.

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