Vania Elettra Tam. Palio in Arte

vania elettra tam, Veni Vidi Vi(n)ci 2018, cm. 150x100, tecnica mista su tela

 

Dal 11 Agosto 2019 al 01 Settembre 2019

Montagnana | Padova

Luogo: Castel San Zeno

Indirizzo: piazza Trieste 15

Orari: ven.16 - 19 | sab. dom. e festivi 10 - 12 / 16 - 19

Curatori: Andrea Malaman

Enti promotori:

  • Patrocinio di Comune di Montagnana

Telefono per informazioni: +39 333 8289350

E-Mail info: info@amartevents.it



Domenica 11 agosto alle ore 11 inaugurerà la personale di Vania Elettra Tam a Castel San Zeno di Montagnana (PD), a cura di Andrea Malaman, che si concluderà il giorno in cui si correrà il "Palio dei 10 Comuni". In mostra sarà presente l'opera realizzata appositamente dall'artista per l'occasione (che rimarrà inedita fino al giorno dell'inaugurazione della mostra) come premio per il vincitore della corsa dei cavalli. Si tratta di un incarico di grande prestigio, visto che nell'albo d'oro di coloro che hanno dipinto in passato il Palio figurano artisti del calibro di Pietro Annigoni, Aligi Sassu, Riccardo Licata, Augusto Murer, Giuseppe Santomaso, Tono Zancanaro... solo per citarne alcuni. 

Nelle realizzazioni pittoriche di Vania Eletta Tam, l'ironia e la seduzione delle sceneggiature si sovrappongono ad una velata critica sociale, frutto di uno sguardo sempre lieve, divertito e surreale. Anche quest'opera, che costituirà il premio per il vincitore del Palio, non deroga dalla cifra stilistica dell'artista. Pertanto in questo dipinto, intitolato "ConTAMinAZIONE Vinciana in Palio", Vania ha voluto accentuare gli aspetti anacronistico-surreali della sua ricerca, presenti anche nelle altre opere esposte nella sala Austriaca e realizzate in occasione del cinquecentesimo anniversario leonardesco. Dapprima, intimorita dall’improbo confronto, ha dunque compiuto opere che si richiamavano ai colori di un’ipotetica tavolozza rinascimentale, ma col tempo si è allontanata il più possibile da quel tipo di citazionismo, approdando ad una visione più contemporanea, dal sapore vagamente “pop”, dove le figure sono inserite in campiture geometriche di vari colori, quasi si trattasse dei modelli in carta utilizzati nelle sartorie per realizzare le creazioni di moda. Negli lavori più recenti, inoltre, ha ipotizzato che il grande genio, inventore e soprattutto anticipatore di progetti ormai entrati nell’uso comune, sia di fatto il “padre di tutte le invenzioni”. 
Pertanto, ribaltando la realtà temporale, ha rintracciato in alcuni oggetti di uso quotidiano la matrice leonardesca attraverso sovrapposizioni anacronistiche e surreali. 
Ad esempio l’uomo vitruviano è messo in parallelo con le forme della moka, così come lo spaccato del sistema circolatorio umano è posto a confronto con quello della caffettiera. 
Oppure, ipotizzando di trovarci nello studio di Leonardo durante il backstage preparatorio per la realizzazione della Gioconda, ecco che la modella è circondata da uno staff comprendente un’anacronistica parrucchiera armata di asciugacapelli elettrico e un’improbabile aiutante occhialuta che, a sottolineare l’ambiguità di Monnalisa, la sta sbarbando.

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