Vedovamazzei. Senza Titolo

Vedovamazzei. Senza Titolo, Museolaboratorio d'Arte Contemporanea, Città Sant'Angelo
Dal 9 May 2025 al 31 July 2025
Città Sant'Angelo | Pescara
Luogo: Museolaboratorio d'Arte Contemporanea
Indirizzo: Vico Lupinato 1
Orari: da giovedì a sabato 17:00 - 20:00; domenica 11:00 - 14:00 solo su appuntamento
Curatori: Enzo De Leonibus
Enti promotori:
- Amministrazione Comunale di Città Sant’Angelo
Telefono per informazioni: +39 085 960555
E-Mail info: info@museolaboratorio.org
Sito ufficiale: http://www.museolaboratorio.org
UNTILED, 2024. BRIK, IRON, GLASS, CONCRETE [mattoni, ferro, vetro, cemento], 1320x1100 cm, Vedovamazzei: dal 10 maggio sul muro di mattoni in cui si apre uno degli accessi al MUSEOLABORATORIO d’arte contemporanea di Città Sant’Angelo (PE) una grande scritta al neon sposta l’attenzione dei visitatori su questa porzione di architettura di uno dei centri per l’arte più attivi del territorio abruzzese.
Si tratta del progetto Senza Titolo di Vedovamazzei, a cura di Enzo De Leonibus – realizzato grazie al sostegno dal PAC2024, Piano per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura –che fino al 31 luglio 2025 arricchisce il patrimonio del MUSEOLABORATORIO, diventando un invito a riflettere sull’Arte e la sua importanza nella società contemporanea.
Senza Titolo è una didascalia luminosa di circa 3 metri di lunghezza e 2 di altezza, installata su una parete esterna del museo creando un dialogo diretto con lo spazio. L’opera nasce da un lungo percorso iniziato dagli artisti all’inizio degli anni 2000 e teso all’osservazione della natura, modificata progressivamente dai cambiamenti climatici, ma anche del paesaggio sociale e urbano. La doppia natura storica e artistica del contesto ha ispirato Vedovamazzei che così si appropriano di un frammento di città e paesaggio, prima che avvenga il “cambiamento”, cancellandolo definitivamente o parzialmente.
Attraverso un’appropriazione e “autenticazione” dello spazio da parte degli artisti, all’osservatore viene imposto di dedicare attenzione a un particolare che altrimenti sfuggirebbe a uno sguardo generale sullo spazio. Gli artisti “ritraggono” quella porzione di paesaggio, scrivendo con una luce al neon la propria firma e la didascalia del dettaglio interessato, come per qualsiasi opera d’arte a cui viene apposta un’etichetta con note e informazioni.
“Vedovamazzei attribuisce al linguaggio la medesima valenza tautologica e deittica nella scritta al neon Untitled (2024) concepita per il Museolaboratorio. (…) – Scrive Ilaria Bernardi, autrice del testo in catalogo – La scritta al neon indica infatti la tecnica e le dimensioni della parete del Museolaboratorio sulla quale essa è sospesa (Brick, iron, glass, concrete, 1320 x 1100 cm), sottendendo, grazie all’aggiunta delle parole “Untitled, 2024, vedovamazzei”, che l’opera non è la scritta al neon, ma la parete sottostante di cui quella scritta riferisce i materiali e le dimensioni. Untitled è quindi un lavoro concettualmente affine al ready-made duchampiano poiché Vedovamazzei rende arte un “oggetto” già pronto (la parete) attraverso il semplice atto di selezionarlo.”
La collocazione dell’opera sottolinea dunque la volontà di presentare il museo come un’opera d’arte, di essere un attestato di vicinanza a questo spazio considerato “periferico” nel panorama dell’arte nazionale, ma che nel tempo è diventato un punto di riferimento e una fucina di talenti artistici, che non arricchisce soltanto il patrimonio del territorio, ma è un luogo di incontro e confronto, un invito a riflettere sul ruolo del museo nella società contemporanea.
Stella Scala e Simeone Crispino lavorano insieme come Vedovamazzei dal 1991. “Quando non sai di chi è il pezzo è di Vedovamazzei”, è ormai una frase mitica riferita a questa coppia inseparabile di artisti complessi ed estremamente prolifici, impossibili da inquadrare in un filone tematico, una scia formale, un unico metodo di lavoro. La loro ricerca fin dalla prima metà degli anni Novanta ha portato l’attenzione sullo spazio del quotidiano e sulle contraddizioni del mondo globale. Le loro opere non sono solo un modo per reagire alla fine delle ideologie celebrando la sospensione del giudizio con uno sguardo ironico sul mondo, ma anche di stimolare l’immaginazione e la capacità di fare associazioni inaspettate per osservare le cose da punti di vista inediti. Infatti, già la scelta di eliminare il proprio ego fondendosi in una nuova identità artistica gli ha permesso di analizzare e concentrarsi sui processi creativi, sulle loro modalità di sviluppo e condivisione. Il loro è un contributo originale a quella che veniva definita, alla metà degli anni Novanta, arte relazionale, neo-concettuale e della postproduzione, all’interno della quale gli artisti hanno riflettuto sul tema del ready made di matrice duchampiana in modo profondo e anticonvenzionale.
INAUGURAZIONE: venerdì 9 maggio 2025 ore 18:00
Si tratta del progetto Senza Titolo di Vedovamazzei, a cura di Enzo De Leonibus – realizzato grazie al sostegno dal PAC2024, Piano per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura –che fino al 31 luglio 2025 arricchisce il patrimonio del MUSEOLABORATORIO, diventando un invito a riflettere sull’Arte e la sua importanza nella società contemporanea.
Senza Titolo è una didascalia luminosa di circa 3 metri di lunghezza e 2 di altezza, installata su una parete esterna del museo creando un dialogo diretto con lo spazio. L’opera nasce da un lungo percorso iniziato dagli artisti all’inizio degli anni 2000 e teso all’osservazione della natura, modificata progressivamente dai cambiamenti climatici, ma anche del paesaggio sociale e urbano. La doppia natura storica e artistica del contesto ha ispirato Vedovamazzei che così si appropriano di un frammento di città e paesaggio, prima che avvenga il “cambiamento”, cancellandolo definitivamente o parzialmente.
Attraverso un’appropriazione e “autenticazione” dello spazio da parte degli artisti, all’osservatore viene imposto di dedicare attenzione a un particolare che altrimenti sfuggirebbe a uno sguardo generale sullo spazio. Gli artisti “ritraggono” quella porzione di paesaggio, scrivendo con una luce al neon la propria firma e la didascalia del dettaglio interessato, come per qualsiasi opera d’arte a cui viene apposta un’etichetta con note e informazioni.
“Vedovamazzei attribuisce al linguaggio la medesima valenza tautologica e deittica nella scritta al neon Untitled (2024) concepita per il Museolaboratorio. (…) – Scrive Ilaria Bernardi, autrice del testo in catalogo – La scritta al neon indica infatti la tecnica e le dimensioni della parete del Museolaboratorio sulla quale essa è sospesa (Brick, iron, glass, concrete, 1320 x 1100 cm), sottendendo, grazie all’aggiunta delle parole “Untitled, 2024, vedovamazzei”, che l’opera non è la scritta al neon, ma la parete sottostante di cui quella scritta riferisce i materiali e le dimensioni. Untitled è quindi un lavoro concettualmente affine al ready-made duchampiano poiché Vedovamazzei rende arte un “oggetto” già pronto (la parete) attraverso il semplice atto di selezionarlo.”
La collocazione dell’opera sottolinea dunque la volontà di presentare il museo come un’opera d’arte, di essere un attestato di vicinanza a questo spazio considerato “periferico” nel panorama dell’arte nazionale, ma che nel tempo è diventato un punto di riferimento e una fucina di talenti artistici, che non arricchisce soltanto il patrimonio del territorio, ma è un luogo di incontro e confronto, un invito a riflettere sul ruolo del museo nella società contemporanea.
Stella Scala e Simeone Crispino lavorano insieme come Vedovamazzei dal 1991. “Quando non sai di chi è il pezzo è di Vedovamazzei”, è ormai una frase mitica riferita a questa coppia inseparabile di artisti complessi ed estremamente prolifici, impossibili da inquadrare in un filone tematico, una scia formale, un unico metodo di lavoro. La loro ricerca fin dalla prima metà degli anni Novanta ha portato l’attenzione sullo spazio del quotidiano e sulle contraddizioni del mondo globale. Le loro opere non sono solo un modo per reagire alla fine delle ideologie celebrando la sospensione del giudizio con uno sguardo ironico sul mondo, ma anche di stimolare l’immaginazione e la capacità di fare associazioni inaspettate per osservare le cose da punti di vista inediti. Infatti, già la scelta di eliminare il proprio ego fondendosi in una nuova identità artistica gli ha permesso di analizzare e concentrarsi sui processi creativi, sulle loro modalità di sviluppo e condivisione. Il loro è un contributo originale a quella che veniva definita, alla metà degli anni Novanta, arte relazionale, neo-concettuale e della postproduzione, all’interno della quale gli artisti hanno riflettuto sul tema del ready made di matrice duchampiana in modo profondo e anticonvenzionale.
INAUGURAZIONE: venerdì 9 maggio 2025 ore 18:00
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