A mano Libera. Arte e cinema d'animazione 1957 - 1977

MANFREDO MANFREDI, Fotogramma dal film Rotocalco, 1968. Courtesy Cineteca di Bologna
Dal 13 June 2025 al 12 October 2025
Roma
Luogo: Museo di Roma in Trastevere
Indirizzo: Piazza Sant'Egidio 1/b
Orari: dal martedì alla domenica ore 10.00-20.00 ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Curatori: Bruno Di Marino
Enti promotori:
- Roma Capitale
- Assessorato alla Cultura
- Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Telefono per informazioni: +39 060608
Sito ufficiale: http://www.museodiromaintrastevere.it
Un progetto espositivo dedicato alle connessioni tra gli artisti italiani e il cinema d’animazione tra il 1957 e il 1977.
Il progetto nasce nell’ambito di un PRIN, progetto di ricerca finanziato dal MUR dal titolo La "golden age" dell'animazione italiana dal boom economico agli anni di piombo (1957-1977), promosso dall’Accademia di Belle Arti di Roma e dall’Università degli Studi RomaTre.
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
A mano libera - curata da Bruno Di Marino (docente di mass media presso l’Accademia di Belle Arti di Roma) - prende in considerazione un centinaio di opere di vario tipo (disegni, dipinti, storyboard, rodovetri, fondali, pupazzi, opere fotografiche. ecc.) e una trentina di film, il tutto realizzato nell’arco di un ventennio, 1957-1977, periodo in cui - tra l’altro - va in onda “Carosello”, fortunata trasmissione tv che, oltre a influenzare i consumi e i costumi degli italiani, ha contribuito a consolidare dal punto di vista produttivo l’animazione nostrana.
Oltre agli autori che si dedicano all’animazione in modo specifico, gli anni ’60 e ’70 hanno visto diversi artisti italiani avvicinarsi al cinema, pensando che i film potessero arricchire e completare il proprio immaginario visivo. Molti di essi hanno privilegiato l’animazione considerandola la forma più affine - iconograficamente e tecnicamente - alla loro arte. In alcuni casi i cortometraggi furono autoprodotti, in altri finanziati da case di produzione - come la Corona cinematografica di Roma -, in altri ancora frutto di una committenza pubblicitaria.
Gli artisti selezionati per la mostra sono 14: lo scultore Toni Fabris, che ha iniziato negli anni ’30 e di cui saranno riproposti Gli uomini sono stanchi (1949) e Il forziere della natura (1956); Claudio Cintoli è autore di tre cortometraggi, tra cui Primavera nascosta (1969) di cui saranno presentati materiali inediti; Rosa Foschi e Luca Maria Patella, coppia nella vita e spesso anche sul lavoro, nonché autori di cortometraggi basati su trucchi di animazione, pixillation (animazione di esseri umani) e collage fotografico; Paolo Gioli che in alcuni dei suoi oltre 35 film in 16mm ha reso omaggio alla fotografia e alla cronofotografia; Giulio Gianini & Lele Luzzati, duo che ha tradotto in immagini con la tecnica delle sagome di carta ritagliate (découpage) la musica di Mozart o di Rossini, ottenendo riconoscimenti internazionali; Bruno Ceccobelli, che - nei primi anni ’70 - ha realizzato una serie di film astratti sia dipingendoli su pellicola sia assemblando materiali vari su lunghe strisce di carta (filmate successivamente); il pittore e animatore Manfredo Manfredi, autore di sigle televisive ma anche di cortometraggi caratterizzati da uno straordinario stile grafico; il marchigiano Mario Sasso, pittore, videoartista, ma soprattutto autore di centinaia di sigle per la RAI a partire dal 1960; il fiorentino Andrea Granchi, che ha utilizzato tecniche di stop motion in film come Cosa succede in periferia (1972); l’artista e art director Magdalo Mussio che ha diretto diversi film basati su disegni animati, in contiguità con la sua raffinata ricerca grafica; Marinella Pirelli, artista visiva e cineasta sperimentale i cui primi due esperimenti, Gioco di dama e Pinca e Palonca (1961-1963), sono di animazione; e, infine, Pino Pascali, che si è dedicato ai filmati pubblicitari negli anni ’60 presso lo Studio Lodolo di Roma.
La mostra - realizzata in partnership con Fondazione Cineteca di Bologna - mette a confronto da una parte le immagini in movimento, allestite su monitor, dall’altra materiali strettamente connessi ai film oppure opere coeve degli autori, in modo da creare un percorso tematico-cronologico suddiviso in quattro sezioni. L’obiettivo di A mano libera, oltre a quello di storicizzare opere a autori e di situarli nel doppio contesto dell’arte e dell’animazione, è mostrare come anche attraverso questa forma audiovisiva gli artisti abbiano potuto sperimentare in piena libertà, raggiungendo risultati che ci consentono di leggere in maniera più completa la loro estetica.
A mano libera sarà anche l’occasione di riportare alla luce e/o proporre al pubblico per la prima volta materiali inediti o quasi mai visti, come gli esperimenti di Ceccobelli, i disegni su acetato di Mussio, gli studi preparatori di Foschi o alcune creazioni di Pirelli, ma anche di riscoprire artisti come Fabris, dimenticati dalla storia del cinema d’animazione e poco considerati nell’ambito della scultura.
A completamento della mostra sarà pubblicato un volume di oltre 200 pagine in italiano e in inglese edito da Dario Cimorelli Editore. Il libro conterrà - con saggi e conversazioni - le schede e le illustrazioni di tutte le opere esposte e le biografie degli artisti esposti.
Il progetto nasce nell’ambito di un PRIN, progetto di ricerca finanziato dal MUR dal titolo La "golden age" dell'animazione italiana dal boom economico agli anni di piombo (1957-1977), promosso dall’Accademia di Belle Arti di Roma e dall’Università degli Studi RomaTre.
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
A mano libera - curata da Bruno Di Marino (docente di mass media presso l’Accademia di Belle Arti di Roma) - prende in considerazione un centinaio di opere di vario tipo (disegni, dipinti, storyboard, rodovetri, fondali, pupazzi, opere fotografiche. ecc.) e una trentina di film, il tutto realizzato nell’arco di un ventennio, 1957-1977, periodo in cui - tra l’altro - va in onda “Carosello”, fortunata trasmissione tv che, oltre a influenzare i consumi e i costumi degli italiani, ha contribuito a consolidare dal punto di vista produttivo l’animazione nostrana.
Oltre agli autori che si dedicano all’animazione in modo specifico, gli anni ’60 e ’70 hanno visto diversi artisti italiani avvicinarsi al cinema, pensando che i film potessero arricchire e completare il proprio immaginario visivo. Molti di essi hanno privilegiato l’animazione considerandola la forma più affine - iconograficamente e tecnicamente - alla loro arte. In alcuni casi i cortometraggi furono autoprodotti, in altri finanziati da case di produzione - come la Corona cinematografica di Roma -, in altri ancora frutto di una committenza pubblicitaria.
Gli artisti selezionati per la mostra sono 14: lo scultore Toni Fabris, che ha iniziato negli anni ’30 e di cui saranno riproposti Gli uomini sono stanchi (1949) e Il forziere della natura (1956); Claudio Cintoli è autore di tre cortometraggi, tra cui Primavera nascosta (1969) di cui saranno presentati materiali inediti; Rosa Foschi e Luca Maria Patella, coppia nella vita e spesso anche sul lavoro, nonché autori di cortometraggi basati su trucchi di animazione, pixillation (animazione di esseri umani) e collage fotografico; Paolo Gioli che in alcuni dei suoi oltre 35 film in 16mm ha reso omaggio alla fotografia e alla cronofotografia; Giulio Gianini & Lele Luzzati, duo che ha tradotto in immagini con la tecnica delle sagome di carta ritagliate (découpage) la musica di Mozart o di Rossini, ottenendo riconoscimenti internazionali; Bruno Ceccobelli, che - nei primi anni ’70 - ha realizzato una serie di film astratti sia dipingendoli su pellicola sia assemblando materiali vari su lunghe strisce di carta (filmate successivamente); il pittore e animatore Manfredo Manfredi, autore di sigle televisive ma anche di cortometraggi caratterizzati da uno straordinario stile grafico; il marchigiano Mario Sasso, pittore, videoartista, ma soprattutto autore di centinaia di sigle per la RAI a partire dal 1960; il fiorentino Andrea Granchi, che ha utilizzato tecniche di stop motion in film come Cosa succede in periferia (1972); l’artista e art director Magdalo Mussio che ha diretto diversi film basati su disegni animati, in contiguità con la sua raffinata ricerca grafica; Marinella Pirelli, artista visiva e cineasta sperimentale i cui primi due esperimenti, Gioco di dama e Pinca e Palonca (1961-1963), sono di animazione; e, infine, Pino Pascali, che si è dedicato ai filmati pubblicitari negli anni ’60 presso lo Studio Lodolo di Roma.
La mostra - realizzata in partnership con Fondazione Cineteca di Bologna - mette a confronto da una parte le immagini in movimento, allestite su monitor, dall’altra materiali strettamente connessi ai film oppure opere coeve degli autori, in modo da creare un percorso tematico-cronologico suddiviso in quattro sezioni. L’obiettivo di A mano libera, oltre a quello di storicizzare opere a autori e di situarli nel doppio contesto dell’arte e dell’animazione, è mostrare come anche attraverso questa forma audiovisiva gli artisti abbiano potuto sperimentare in piena libertà, raggiungendo risultati che ci consentono di leggere in maniera più completa la loro estetica.
A mano libera sarà anche l’occasione di riportare alla luce e/o proporre al pubblico per la prima volta materiali inediti o quasi mai visti, come gli esperimenti di Ceccobelli, i disegni su acetato di Mussio, gli studi preparatori di Foschi o alcune creazioni di Pirelli, ma anche di riscoprire artisti come Fabris, dimenticati dalla storia del cinema d’animazione e poco considerati nell’ambito della scultura.
A completamento della mostra sarà pubblicato un volume di oltre 200 pagine in italiano e in inglese edito da Dario Cimorelli Editore. Il libro conterrà - con saggi e conversazioni - le schede e le illustrazioni di tutte le opere esposte e le biografie degli artisti esposti.
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