Fulvia Cardella. L'Uno
Dal 28 Aprile 2014 al 12 Maggio 2014
Roma
Luogo: Libreria-galleria il Museo del Louvre
Indirizzo: via della Reginella 26/2
Orari: lun-sab 11-13 / 15-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 68807725
E-Mail info: info@ilmuseodellouvre.com
Sito ufficiale: http://www.ilmuseodellouvre.com
Una visione eterea, composta di innumerevoli piccoli gusci di porcellana traslucida, sottili come carta, che fluttuano nello spazio come funamboli, in cui la luce vive, e vibra grazie proprio quelle irregolarità e alla superficie-pelle, che si crea durante le due fasi di lavorazione. E' l'istallazione 'Uno', di Fulvia Cardella che si terrà negli spazi della galleria 'Il museo del Louvre', dal 28 aprile al 12 maggio.
Gusci che sospesi su binari di fili, tesi da parete a parete, vanno a creare una ragnatela avvolgente, che costringe lo spazio della galleria. Il lavoro artistico di Fulvia Cardella vive in una poetica che si nutre di riferimenti filosofici. E questo in una spasmodica ricerca sul vuoto, che la spinge in competizione con la materia, nell'intento di assottigliarla fino all'estremo limite, fino a renderla contorno.
Un nevrotico lavoro di sottrazione e polverizzazione teso a plasmare sottilissime membrane concave grazie all'incessante sfregamento. Un modo di interrogare lo spazio e il tempo, nei termini di tempio/luogo sacro e di rito, da parte di Fulvia Cardella che presenta, insieme all'istallazione, un'azione, che interagisce con l'opera in termini di tempo. Si tratta della ripetizione dello scatto fotografico, numerato e archiviato per data e ora, di ciascuno dei gusci durante la loro deposizione. E questo per offrire le spoglie dell'operazione, ossia i negativi su lastra di vetro nel formato 9x6, scattati con una vecchia box-camera degli anni '40, di ognuno degli oggetti di porcellana.
Gusci che sospesi su binari di fili, tesi da parete a parete, vanno a creare una ragnatela avvolgente, che costringe lo spazio della galleria. Il lavoro artistico di Fulvia Cardella vive in una poetica che si nutre di riferimenti filosofici. E questo in una spasmodica ricerca sul vuoto, che la spinge in competizione con la materia, nell'intento di assottigliarla fino all'estremo limite, fino a renderla contorno.
Un nevrotico lavoro di sottrazione e polverizzazione teso a plasmare sottilissime membrane concave grazie all'incessante sfregamento. Un modo di interrogare lo spazio e il tempo, nei termini di tempio/luogo sacro e di rito, da parte di Fulvia Cardella che presenta, insieme all'istallazione, un'azione, che interagisce con l'opera in termini di tempo. Si tratta della ripetizione dello scatto fotografico, numerato e archiviato per data e ora, di ciascuno dei gusci durante la loro deposizione. E questo per offrire le spoglie dell'operazione, ossia i negativi su lastra di vetro nel formato 9x6, scattati con una vecchia box-camera degli anni '40, di ognuno degli oggetti di porcellana.
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