GIARDINI GIAPPONESI_Kyoto e le quattro stagioni. Fotografie di Mizuno Katsuhiko

© Mizuno Tatsuhiko | Mizuno Tatsuhiko, Tempio Shinsen'en

 

Dal 25 Febbraio 2022 al 06 Maggio 2022

Roma

Luogo: Istituto Giapponese di Cultura in Roma

Indirizzo: Via Antonio Gramsci 74

Orari: da lunedì a venerdì 9.00-12.30/13.30-17.00

Costo del biglietto: Ingresso libero fino a esaurimento posti

Telefono per informazioni: +39 06 3224754/94

Sito ufficiale: http://www.jfroma.it


Quaranta fotografie di Mizuno Katsuhiko presentano i maggiori giardini di Kyoto nelle quattro stagioni, topos imprescindibile per letteratura e iconografia del Giappone di tutti i tempi. Durante le epoche Nara (710 - 794) e Heian (794 - 1185) prende forma lo stile architettonico shindenzukuri che
dà vita a imponenti giardini con laghetto di cui godere in barca, come lo shinsen’en. Nello stesso periodo, fra gli
aristocratici di corte, si diffonde la pratica di ospitare banchetti e libagioni dentro giardini con sinuosi torrenti artificiali,
detti kyokusuien.
Il pensiero classico fa coincidere con l’anno 1052 l’inizio del mappō, ultima epoca del Dharma, connotata da decadenza
morale. Con l’affermazione di questa concezione della fine, assistiamo alla costruzione di jōdoshiki chisen teien,
giardini con laghetto che riproducono il paradiso di Amida, la Terra Pura, considerato l’unico luogo in cui sia
ancora possibile raggiungere la buddhità. Ne sono un esempio il giardino dei tempi Jōruriji e del Hōkongōin.
L’epoca Kamakura (1185 - 1333) si caratterizza per l’ascesa della classe dei samurai; lo stile architettonico principale
passa dallo shindenzukuri allo shoinzukuri e i maestosi giardini per il diporto degli alti dignitari di corte, i chisen shūyū
teien
, lasciano il posto a giardini, perimetri acquatici ma di medie dimensioni, da godere a piedi passeggiandovi attraverso,
i chisen kaiyū teien. Con il diffondersi del buddhismo zen nella classe samuraica, i giardini, da luogo di divertissement
delle classi aristocratiche, si fanno luogo di contemplazione ed esercizio spirituale. Nascono così, e in particolare
grazie al lavoro del monaco Musō Sōseki, i primi giardini Zen, come quelli di Saihōji e Tenryūji, che si diffonderanno
gradualmente in tutto il paese.
In epoca Muromachi (1333 – 1568), a seguito della rivolta Ōnin (1467 - 77), vengono rasi al suolo un gran numero di giardini privati nel centro di Kyoto. In un clima di forte instabilità, in luogo di quelli distrutti vengono costruiti giardini secchi, i karesansui che, come il giardino di pietra del Ryōanji, mediante le forme dinamiche esprimono una forte tensione. Questo nuovo stile, mescolandosi alla cultura fastosa del successivo periodo Momoyama (1568 - 1603) darà vita a giardini caratterizzati da imponenti composizioni rocciose.
Durante la lunga pace che caratterizza il periodo Edo (1603 - 1868), il giardino giapponese si sviluppa in forme molteplici: dai maestosi giardini delle residenze imperiali di Kyoto, come lo Shūgakuin, ai raffinati giardini secchi dei templi buddhisti, come Shōden’in e Shisendō, fino ai piccoli giardini del tè che hanno il compito di guidare alla cerimonia, come nei templi Kōtōin e Enrian, i roji teien, dall’atmosfera frugale, realizzati entro spazi ristretti tramite calcoli minuziosi e soluzioni ingegnose.
Infine, dall’epoca Meiji (1868 - 1912) il giardino giapponese continua a svilupparsi e diffondersi in maniera esponenziale fino ai giorni nostri.
Mizuno Katsuhiko

Nasce a Kyoto, quartiere Kamigyō, nel 1941. Laureatosi presso il dipartimento di Letteratura dell’Università Dōshisha di Kyoto prosegue gli studi al Tokyo College of Photography. A partire dal 1969, attraverso le sue fotografie, si appassiona ai paesaggi di Kyoto. Esperto di cultura tradizionale giapponese, la sua attività si concentra nel settore editoriale.
Nel 2000 inaugura la galleria fotografica personale Machiya Shashinkan, altresì detta Townhouse Photo Hall. Nel 2002 il suo Lanscapes for Small Spaces viene designato Book of the Year per la sezione Home & Garden, nel noto concorso indetto dal Fore Word Magazine. Ha pubblicato 140 libri, in maggioranza raccolte fotografiche. È membro di Japanese Professional Photographers Society e Japan Society for Arts and History of Photography. Istituto Giapponese

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