Hana Miletić. Soft Ties

Hana Miletić, Silver bash
Dal 23 Marzo 2022 al 06 Maggio 2022
Roma
Luogo: CURA. HQ / BASEMENT ROMA
Indirizzo: Via RIcciotti 4
Orari: Mon-Fri 2-7pm or by appointment
Telefono per informazioni: +39 06 943 58 667
E-Mail info: hello@basementroma.org
Sito ufficiale: http://basementroma.org
Partendo da un background nel campo della fotografia documentaria e traendo ispirazione dalla lunga tradizione artigianale della propria famiglia, Hana Miletić (Zagabria, 1982) ha sviluppato un linguaggio artistico basato principalmente sulla creazione di lavori tessili.
Miletić usa la tessitura per attivare riflessioni sulla realtà sociale e culturale in cui lei stessa opera. Tale pratica, che richiede maestria, tempo, cura e attenzione, le consente di formulare nuove relazioni tra il lavoro, il pensiero e la sfera emotiva, oltre che gettare luce su alcune condizioni economiche e sociali, come l’accelerazione, la standardizzazione e la trasparenza. Attraverso l’uso della tessitura, Miletić riproduce gesti comuni di cura e di riparazione, riflettendo sugli stati di transizione degli oggetti che la circondano.
Soft Ties a CURA. HQ / BASEMENT ROMA è la prima mostra personale di Hana Miletić in Italia e presenta una produzione di nuove opere cucite e realizzate a mano, parte della serie Materials (2015–), lavori basati su infrastrutture oggetto di riparazioni, elementi architettonici o veicoli (finestrini, specchietti ecc.), tenuti assieme con plastica, nastro adesivo o altri semplici materiali,
che l’artista fotografa nello spazio pubblico e quindi riproduce in fibre e in filati tessuti al telaio. Modellando i tessuti su riparazioni che tracciano sia segni di trasformazione che gesti di cura, Miletić affronta in modo dedicato le conseguenze dei cambiamenti politici ed economici in atto. Ne è un esempio la riparazione architettonica site-specific e in più parti, che Miletić trasferisce da Belgrado a Roma come eco materiale di The Dreamers.
“Questi tessuti spezzati” – scrive Chus Martínez nel suo recente contributo sulla pratica dell’artista (CURA. 37) – “portano il dolore della disuguaglianza o
della scarsità, o il dolore di un paradosso nel sistema. L’opera di Miletić costituisce una presa di posizione personale sulla necessità di inventare un mezzo adeguato in grado di rendere conto dei cambiamenti sociali che hanno travolto milioni di persone nel mondo capitalista e dell’impatto delle sue rapide trasformazioni. Il suo lavoro esprime qualcosa di molto umile che contrasta l’arroganza della modernità: prima di pensare di sostituire i vecchi mondi
con la magica apparizione di quelli nuovi potremmo aver bisogno di fermarci e riparare, e confrontarci con ciò che è già lì. Attraverso tessuti e materiali, e la comprensione fisica del mondo, come premessa degli spazi sociali che abitiamo, Miletić esprime una solidarietà tra i diversi livelli che costituiscono la nostra esperienza del reale, ma anche tra arte e ordinario, tra l’arte e le persone”.
Per Soft Ties l’artista si concentra più specificamente sui materiali temporanei che riparano e sostengono le piante. Negli spazi seminterrati di CURA. HQ / BASEMENT ROMA, che Miletić utilizza come una sorta di incubatrice, l’artista riproduce legature, tutori, innesti e cravatte, realizzati con teloni, pezzi di nylon, scotch e nastro per piante che riparano le piante ferite e favoriscono il loro processo di guarigione.
Oltre al rafforzamento e alla replica di impianti per la cura delle piante, la mostra è irradiata da una illuminazione blu e bluastra, che viene normalmente chiamata ad alimentare
il benessere delle piante e a favorire la buona crescita della vegetazione, in quanto prontamente assorbita dalla clorofilla e convertita in energia attraverso la fotosintesi. Specifica del mondo vegetale, grazie alla sua capacità di rigenerare l’atmosfera la fotosintesi può essere intesa come l’espressione più radicale dell’essere al mondo. Seppure in mancanza di piante vere e proprie, nel valorizzare gli umili materiali utilizzati per la loro cura, Miletić stringe legami tra il vivente e il mondo.
Hana Miletić è nata a Zagabria (1982), vive e lavora a Bruxelles.
Nel 2022 sarà protagonista di mostre personali presso il MUDAM, Lussemburgo, The Museum of Modern and Contemporary Art (MMSU), Rijeka e Kunsthalle Mainz e parteciperà a una mostra collettiva al MAXXI L’Aquila. Tra le più recenti mostre personali: Patchy, Bergen Kunsthall (2021), Mistik, La Loge, Bruxelles (2021), e Dependencies, WIELS, Brussels (2018). Il suo lavoro è stato presentato in diverse mostre collettive tra cui il 58th October Salon I Belgrade Biennale (2021), e presso Muzeum Sztuki, Łódź (2021), Kunsthalle Wien (2020), Kunstverein Hannover (2020), Metro Pictures, New York (2019), S.M.A.K., Ghent (2018-2019) e la 13esima Sharjah Biennial (2017).
Miletić è stata artista in residenza presso la Jan van Eyck Academie, Maastricht (2014- 2015), e presso Thread, il centro culturale della Josef and Anni Albers Foundation in Senegal (2019). Nel 2021 Miletić è stata premiata con il Baloise Art Prize, presso Art Basel.
Opening 23 marzo dalle 18,30 alle 21,00
Miletić usa la tessitura per attivare riflessioni sulla realtà sociale e culturale in cui lei stessa opera. Tale pratica, che richiede maestria, tempo, cura e attenzione, le consente di formulare nuove relazioni tra il lavoro, il pensiero e la sfera emotiva, oltre che gettare luce su alcune condizioni economiche e sociali, come l’accelerazione, la standardizzazione e la trasparenza. Attraverso l’uso della tessitura, Miletić riproduce gesti comuni di cura e di riparazione, riflettendo sugli stati di transizione degli oggetti che la circondano.
Soft Ties a CURA. HQ / BASEMENT ROMA è la prima mostra personale di Hana Miletić in Italia e presenta una produzione di nuove opere cucite e realizzate a mano, parte della serie Materials (2015–), lavori basati su infrastrutture oggetto di riparazioni, elementi architettonici o veicoli (finestrini, specchietti ecc.), tenuti assieme con plastica, nastro adesivo o altri semplici materiali,
che l’artista fotografa nello spazio pubblico e quindi riproduce in fibre e in filati tessuti al telaio. Modellando i tessuti su riparazioni che tracciano sia segni di trasformazione che gesti di cura, Miletić affronta in modo dedicato le conseguenze dei cambiamenti politici ed economici in atto. Ne è un esempio la riparazione architettonica site-specific e in più parti, che Miletić trasferisce da Belgrado a Roma come eco materiale di The Dreamers.
“Questi tessuti spezzati” – scrive Chus Martínez nel suo recente contributo sulla pratica dell’artista (CURA. 37) – “portano il dolore della disuguaglianza o
della scarsità, o il dolore di un paradosso nel sistema. L’opera di Miletić costituisce una presa di posizione personale sulla necessità di inventare un mezzo adeguato in grado di rendere conto dei cambiamenti sociali che hanno travolto milioni di persone nel mondo capitalista e dell’impatto delle sue rapide trasformazioni. Il suo lavoro esprime qualcosa di molto umile che contrasta l’arroganza della modernità: prima di pensare di sostituire i vecchi mondi
con la magica apparizione di quelli nuovi potremmo aver bisogno di fermarci e riparare, e confrontarci con ciò che è già lì. Attraverso tessuti e materiali, e la comprensione fisica del mondo, come premessa degli spazi sociali che abitiamo, Miletić esprime una solidarietà tra i diversi livelli che costituiscono la nostra esperienza del reale, ma anche tra arte e ordinario, tra l’arte e le persone”.
Per Soft Ties l’artista si concentra più specificamente sui materiali temporanei che riparano e sostengono le piante. Negli spazi seminterrati di CURA. HQ / BASEMENT ROMA, che Miletić utilizza come una sorta di incubatrice, l’artista riproduce legature, tutori, innesti e cravatte, realizzati con teloni, pezzi di nylon, scotch e nastro per piante che riparano le piante ferite e favoriscono il loro processo di guarigione.
Oltre al rafforzamento e alla replica di impianti per la cura delle piante, la mostra è irradiata da una illuminazione blu e bluastra, che viene normalmente chiamata ad alimentare
il benessere delle piante e a favorire la buona crescita della vegetazione, in quanto prontamente assorbita dalla clorofilla e convertita in energia attraverso la fotosintesi. Specifica del mondo vegetale, grazie alla sua capacità di rigenerare l’atmosfera la fotosintesi può essere intesa come l’espressione più radicale dell’essere al mondo. Seppure in mancanza di piante vere e proprie, nel valorizzare gli umili materiali utilizzati per la loro cura, Miletić stringe legami tra il vivente e il mondo.
Hana Miletić è nata a Zagabria (1982), vive e lavora a Bruxelles.
Nel 2022 sarà protagonista di mostre personali presso il MUDAM, Lussemburgo, The Museum of Modern and Contemporary Art (MMSU), Rijeka e Kunsthalle Mainz e parteciperà a una mostra collettiva al MAXXI L’Aquila. Tra le più recenti mostre personali: Patchy, Bergen Kunsthall (2021), Mistik, La Loge, Bruxelles (2021), e Dependencies, WIELS, Brussels (2018). Il suo lavoro è stato presentato in diverse mostre collettive tra cui il 58th October Salon I Belgrade Biennale (2021), e presso Muzeum Sztuki, Łódź (2021), Kunsthalle Wien (2020), Kunstverein Hannover (2020), Metro Pictures, New York (2019), S.M.A.K., Ghent (2018-2019) e la 13esima Sharjah Biennial (2017).
Miletić è stata artista in residenza presso la Jan van Eyck Academie, Maastricht (2014- 2015), e presso Thread, il centro culturale della Josef and Anni Albers Foundation in Senegal (2019). Nel 2021 Miletić è stata premiata con il Baloise Art Prize, presso Art Basel.
Opening 23 marzo dalle 18,30 alle 21,00
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