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Il corpo della voce. Carmelo Bene, Cathy Berberian, Demetrio Stratos

© Collezione Cathy Berberian, Fondazione Paul Sacher, Basilea | Cathy Berberian posa con il vestito di scena di Stripsody, circa 1966
Dal 09 Aprile 2019 al 30 Giugno 2019
Roma
Luogo: Palazzo delle Esposizioni
Indirizzo: via Nazionale 194
Curatori: Anna Cestelli Guidi, Francesca Rachele Oppedisano
Sito ufficiale: http://www.palazzoesposizioni.it
La mostra ripercorre tramite documenti audio, video e materiali d’archivio quegli avvenimenti artistici che hanno infranto il legame indissolubile tra il significato della parola e la sua dimensione sonora, attraverso la scelta di alcune opere di tre straordinari protagonisti del secondo novecento: la cantante mezzosoprano americana di origine armena Cathy Berberian (1925-1983), l’attore, regista Carmelo Bene (1937–2002) e il musicista cantante di origine greche Demetrio Stratos (1945-1979).
La sezione curata da Franco Fussi, medico-chirurgo, specialista in Foniatria e Otorinolaringoiatria, guida i visitatori nel luogo in cui si configura la voce nella sua carnalità.
L'ascolto del poema Pour en finir avec le jugement de Dieu (1947) di Antonin Artaud (1896-1948) introduce alla ricerca vocale intrapresa da Demetrio Stratos negli anni settanta. Periodo caratterizzato dalla frequentazione delle opere del compositore statunitense John Cage (1912-1992), dalla pratica di tecniche vocali extraeuropee e da una rigorosa indagine scientifica sulle proprie potenzialità vocali.
Le installazioni interattive realizzate da Graziano Tisato, dell'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) – CNR di Padova, offrono al visitatore la possibilità di indagare la straordinarietà della voce Stratos.
Cathy Berberian muovendo dall'ambito delle sperimentazioni di musica elettronica degli anni cinquanta diventa la voce ispiratrice per molti compositori in virtù di una vocalità carica di espressività, tra questi Cage, Luciano Berio, Bruno Maderna e Sylvano Bussotti. Stripsody (1966),“brillantissimo saggio sull’onomatopea vocale” ispirato ai comic strips, nato in collaborazione con Umberto Eco e il pittore Eugenio Carmi, testimonia, inoltre, la capacità di Berberian di elaborare aspetti della popular culture.
L'indagine condotta da Carmelo Bene sulle possibilità espressive dei mezzi di campionatura, amplificazione e restituzione del suono, prende forma con maggior rigore sul principio degli anni ottanta con gli spettacoli concerto in cui la potenza della strumentazione fonica amplificata invade la scena e la voce prende sempre più corpo. Sono gli anni, testimoniati dai Laboratori della Biennale Teatro che Bene diresse a porte chiuse, in cui Bene concentra la sua indagine nelle possibilità della parola di smarcarsi dal senso e della voce di farsi puro ascolto.
Venerdì 7 giugno, ore 18.00
SPOT! 20 MINUTI UN'OPERA | FRANCESCA RACHELE OPPEDISANO
L'incontro si concentra su alcune opere di Carmelo Bene e sull’introduzione al video del Laboratorio della Biennale Teatro di Venezia del 1988: La ricerca impossibile o teatro senza spettacolo: la presa di Damasco da Tamerlano il Grande.
Info: Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194. Partecipazione inclusa nel biglietto d’ingresso.
Ogni sabato e domenica fino al 16 giugno, dalle ore 11.00, ogni 20 minuti
LIBERARE LA VOCE
Esercizi di riscaldamento vocale in gruppo all'interno della mostra con insegnanti di Metodo Linklater
a cura di Valentino Villa
"Liberare la voce vuol dire liberare la persona" Kristin Linklater
In occasione della mostra Il corpo della voce il Palazzo delle Esposizioni offre al pubblico, durante le giornate di sabato e domenica, un’esperienza giocosa di "riscaldamento vocale" in gruppo, condotta da insegnanti specializzati nel Metodo Linklater, per entrare in contatto con la propria voce attraverso il corpo e il respiro e immettersi nel percorso espositivo carichi della propria esperienza emotiva, attraverso la quale percepire intimamente le sperimentazioni ardite e sublimi raccontate in mostra.
Info: Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194. Partecipazione compresa nel biglietto di ingresso alle mostra, fino a esaurimento dei posti.
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