La luce oscura della materia

Roberto Almagno, Tremula, 2004

Roberto Almagno, Tremula, 2004, legno cm 50 x 50 x 10

 

Dal 19 Maggio 2012 al 08 Luglio 2012

Roma

Luogo: Museo Carlo Bilotti

Indirizzo: viale Fiorello La Guardia

Orari: 9-19; chiuso lunedì

Curatori: Lorenzo Canova

Enti promotori:

  • Roma Capitale
  • Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali

Costo del biglietto: intero € 7; ridotto € 6 (Museo+Mostra)

Telefono per informazioni: +39 06 0608

E-Mail info: ufficiostampa@zetema.it

Sito ufficiale: http://www.museocarlobilotti.it


Un viaggio attraverso l’oscurità che rivela il suo splendore segreto, attraverso una materia tenebrosa che
si illumina di bagliori che passano dal nero all’oro, dallo splendore notturno del legno oscurato dalla
fiamma a quello del metallo che vibra di riflessi cangianti: su queste linee strutturali si muove il progetto
realizzato da Roberto Almagno e Sandro Sanna per la mostra che li vede uniti all’interno dei
suggestivi spazi del Museo Carlo Bilotti nell’Aranciera di Villa Borghese a Roma dal prossimo 19
maggio.
L’esposizione “LA LUCE OSCURA DELLA MATERIA Roberto Almagno/Sandro Sanna”
, promossa da
Roma Capitale, Assessorato alle politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali e
curata da Lorenzo Canova, professore associato di Storia dell'Arte Contemporanea all'Università del
Molise, vede l’esordio di Primamusa nel campo della produzione di mostre e presenta opere
realizzate appositamente dagli artisti per il Museo Carlo Bilotti, lavori site specific che tuttavia
superano la dimensione tradizionale della pittura e della scultura per assumere una chiara
valenza installativa in cui lo spazio è rimodellato dagli artisti per trasformare le nostre coordinate
percettive.
Nel viaggio notturno che idealmente dà forma a questa mostra, Sanna e Almagno lavorano sulla
trasmutazione di una materia che, con un’antica immagine alchemica, parte dall’oscurità per raggiungere
lo splendore di un metaforico sole nero dove i contrari della notte e delle tenebre si uniscono
simbolicamente e dove la pesantezza del mondo si sublima in una leggerezza fondata sul rigore del
progetto e dell’esecuzione tecnica, in cui l’antica e archetipa manualità viene riletta in una nuova chiave
contemporanea.
Così Roberto Almagno, con la sua possente metamorfosi del legno di cui distilla la maestosità e la
leggerezza, lavora su una scultura che dialoga con la potenza generativa degli elementi, ispirandosi al
suolo che si spalanca in una faglia gigantesca generata da oscure forze telluriche, al vento che scuote le
acque e la terra mostrando un’energia segreta e inarrestabile condensata nell’armonia discorde di forme
dinamiche che conquistano e rinnovano lo spazio.
Sandro Sanna, nella visione cosmogonica e originaria che sviluppa da più di dieci anni, costruisce un
nuovo universo parallelo di forme ambigue che si muovono nello spazio come costellazioni ignote, segnali
da universi lontani in cui le geometrie si intrecciano come filamenti di DNA o come sontuose decorazioni
di palazzi eretti da civiltà perdute in una raffinata commistione dove la pittura dialoga con l’architettura e
l’immaterialità digitale in una pulsazione assoluta di luce nera.

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