Oltre la Profezia. Sergio Vacchi. 1952-2006

Sergio Vacchi, La tribù di Greta Garbo. Dibattito intorno alla bellezza, 1998, smalto su tela, cm 218 x 200, Collezione privata

 

Dal 27 Luglio 2020 al 01 Novembre 2020

Siena

Luogo: Complesso museale Santa Maria della Scala

Indirizzo: piazza Duomo 1

Orari: tutti i giorni dalle ore 10.30 alle ore 18

Curatori: Marco Meneguzzi

Enti promotori:

  • Comune di Siena
  • Complesso museale Santa Maria della Scala

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 0577 534504

Sito ufficiale: http://www.santamariadellascala.com



Fino al 1 novembre sarà possibile visitare al Santa Maria della Scala, nella Sala Galgano, una selezione di lavori esposti durante la mostra Oltre la profezia Sergio Vacchi 1952- 2006.
Esposizione che purtroppo ha coinciso quasi esattamente con il periodo di restrizione dovuto alla pandemia. Per questo motivo, dopo un prolungamento della mostra fino al 5 luglio, il Comune di Siena d'accordo con la Fondazione Sergio Vacchi, ha deciso di adattare una sala all'esposizione di una parte di quella mostra.
 
Questa selezione di grande tele, mostrano ancora una volta le tappe della vita artistica di Vacchi, che ha conosciuto periodi di notorietà ampi e brillanti tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Sottolineano soprattutto la sua capacità combinatoria e citazionista dell'artista, che frequenta la cultura del XX secolo con una disinvoltura tipica di un personaggio che si sente a proprio agio solo conversando con Pablo Picasso, Marcel Proust, Mikhail Bulgakov, Greta Garbo e Giorgio De Chirico.  

Nato a Cartenaso di Bologna nel 1925, Sergio Vacchi, senza seguire studi regolari si accosta inizialmente ad una pittura influenzata dal post cubismo e da Picasso. Dopo un breve periodo in cui tenta di recuperare, come lui stesso afferma, la lezione di Cézanne, dipingendo boschi, paesaggi e scene di vita emiliana, alla fine degli anni Cinquanta si avvicina, per qualche anno, all'informale. La svolta stilistica si compie nel 1959 quando si trasferisce a Roma, dove la sua pittura, benché ancora informale si va sempre di più accostando a quella figuratività che è propria del suo operare. I suoi maestri diventano i grandi artisti europei come Marx Ernst, Otto Dix, Bacon, De Chirico, e la sua pittura risente fortemente dell'espressionismo nato nel vecchio continente ma caratterizzata da una capacità compositiva e descrittiva originalissima, e da una pittura di grande e grandissimo formato, secondo una personale e suggestiva concezione del mondo che lo circondava.




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