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C'era una volta a Roma. Gli Anni Sessanta intorno a Piazza del Popolo / Alberto Di Fabio. Paesaggi della Mente

Dal 12 Luglio 2014 al 31 Agosto 2014
Teramo
Luogo: Palazzo Clemente
Indirizzo: via XXIV Maggio 28, Castelbasso
Orari: da martedì a domenica 19-24
Curatori: Laura Cherubini, Eugenio Viola
Costo del biglietto: 6 €, cumulativo per le due mostre 10 €, ridotto 4 €, gratuito per bambini fino ai 6 anni
Telefono per informazioni: +39 0861 508000 / 02 36565133
E-Mail info: info@fondazionemenegaz.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionemenegaz.it
Nei primi anni Sessanta del secolo scorso, a Roma, un nutrito gruppo di giovani artisti, lasciata alle spalle la stagione della pittura informale e dopo aver annullato nel monocromo l’opposizione sfondo-figura e l’antinomia immagine-astrazione, dà vita a una cultura dell’immagine che intreccia icone del consumo di massa e citazioni dai movimenti italiani protagonisti del primo Novecento europeo. Per questo, sebbene nel 1964 fosse sbarcata alla Biennale di Venezia la Pop Art americana, quegli artisti conservarono una grande indipendenza rispetto ad essa, cercando una originale ispirazione tipicamente italiana.
La loro vita artistica si sviluppò nell’epicentro romano della famosa P.za del Popolo e nei limitrofi Caffè Rosati, gallerie “La Tartaruga”, “La Salita” e “L’Attico”, arricchendosi in osmosi con scrittori e giornalisti quali Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Ennio Flaiano e con il gruppo dei poeti Novissimi.
Ognuno di quegli artisti si impegnò in un personale cammino intellettuale, artistico ed esistenziale e, nell’interferenza culturale propria di quel mondo, diede vita alla cosiddetta “Scuola di Piazza del Popolo”, alla quale si accostarono anche artisti americani.
Il tratto distintivo di questi artisti risiede nel fertile azzeramento del monocromo, superficie germinale che si apre alla possibilità di ospitare ogni sorta di immagine compresa quella in movimento dello schermo cinematografico. L’esposizione comprende una selezione di opere degli artisti più rappresentativi di quella Scuola, quali:
Franco Angeli, Nanni Balestrini, Umberto Bignardi, Mario Ceroli, Claudio Cintoli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Gino Marotta, Fabio Mauri, Pino Pascali, Mimmo Rotella, Salvatore Scarpitta, Mario Schifano, Cesare Tacchi, Cy Twombly, Giuseppe Uncini.
Alberto Di Fabio Paesaggi della Mente
Alberto Di Fabio, dopo tante e importanti mostre a lui dedicate in Italia e all’estero, torna nel suo Abruzzo con una personale antologica organizzata a Castelbasso dalla Fondazione Malvina Menegaz e curata da Laura Cherubini e da Eugenio Viola.
L’artista è nato ad Avezzano nel 1966 in una famiglia nella quale, con papà artista e mamma laureata in scienze naturali, ha avuto una formazione che lo ha indirizzato, dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma, verso un percorso artistico-scientifico che lo ha portato ad esplorare universi agli antipodi nella loro dimensione esperienziale.
Ispirato dalle cime del vicino Gran Sasso che per lui rappresentano un’immagine di elevazione dal mondo terreno, “antenne collegate al cosmo”, esplora macrocosmi primordiali e microcosmi neuronali, proposti con forme astratte emergenti da velature cromatiche e sottili equilibri geometrici, resi su tela o carta di riso con brillanti e puri acrilici.
Seppure ispirata alla fisica nei suoi vari orizzonti astronomici e quantistici, e la scoperta del bosone di Higgs detto anche “particella di Dio” offre all’artista ulteriori spunti, nonché alla biologia dei neuroni e delle sinapsi, l’opera di Di Fabio suggerisce una costante ricerca del trascendente. Da lui percepito nella danza cosmica, nel battito del cuore del nostro Pianeta, nella spiritualità universale che è dentro l’uomo.
Per questa sua ”arte scientifica” Di Fabio nel 2010 è stato premiato dall’astrofisico Remo Ruffini nell’ambito del “Premio Nazionale di pittura F. P. Michetti”. La mostra castelbassese, intitolata Paesaggi della Mente, raccoglie opere di Alberto Di Fabio dall’inizio degli anni Novanta ad oggi, offrendo, per dirla con l’artista, “un insieme di opere allestito per una lezione di fisica quantistica”.
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