Arti. Grammatica di una città

Arti. Grammatica di una città

 

Dal 20 Dicembre 2017 al 21 Dicembre 2017

Torino

Luogo: Polo del ‘900

Indirizzo: via del Carmine 14

Enti promotori:

  • Città di Torino

Costo del biglietto: Ingresso gratuito

E-Mail info: segreteria@ismel.it

Sito ufficiale: http://www.ismel.it/



Anche a Raissa, città triste, corre un filo invisibile che allaccia un essere vivente a un altro per un attimo e si disfa, poi torna a tendersi tra punti in movimento disegnando nuove rapide figure, cosicché a ogni secondo, la città infelice contiene una città felice che nemmeno sa di esistere.
Italo Calvino, “Le città invisibili”
Sembrano parole scritte per San Salvario, un luogo della città che negli anni ha cambiato più volte fisionomia. Un quartiere centrale ma periferico, addossato alla stazione Porta Nuova, crocevia di viaggiatori e migranti, con edifici che guardano la collina, catapecchie e dormitori, da un lato il fiume e dall’altro i binari che da sempre trasportano persone.
  Oggi San Salvario è un quartiere multietnico, dove parole quotidiane come pane, alimentari, parrucchiere sono scritte in tante lingue e i luoghi di culto, ben quattro – Moschea, Sinagoga, Tempio Valdese e Chiesa di San Pietro - accolgono centinaia di fedeli che hanno trovato una forma di vicinato “sostenibile”. Vicinato non significa integrazione, ma una specie di coesione sociale “fai da te” creata da chi, abitandoci, si è dato qualche regola e usa spazi pubblici, come la scuola e la casa del quartiere, come isole dove si può stare insieme.
  Partendo proprio da questo concetto del fare insieme ISMEL vuole avviare una riflessione sulla città e i suoi quartieri, dimostrando come attraverso la cultura e l’arte si può fare integrazione, creare cittadinanza, determinare un concetto di bene comune da salvaguardare anche con momenti di confronto con Antonella Parigi, Assessora alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte , Francesca Leon, Assessora alla Cultura della Città di Torino e Federica Patti, Assessora all’Istruzione della Città di Torino. 
  Il 20 e 21 dicembre bambini, maestre e genitori della Scuola dell'Infanzia municipale Bay, con sede in via Principe Tommaso 25, festeggeranno al Polo del ‘900 – proprio dove sono conservate le carte e i documenti negli archivi della Storia -  la storia e il valore di un piccolo esperimento sociale messo in atto a partire dal 1996. Ventuno anni fa, infatti, il piccolo asilo frequentato in gran parte da bambini stranieri, chiese aiuto al Comune per finanziare Tappeto Volante, un progetto realizzato con il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, che trasformò le differenze in valore aggiunto, riducendo la portata del conflitto. Come? Utilizzando l’arte come mezzo di comunicazione capace di unire le diversità esaltando il valore aggiunto delle differenze in campo. L’asilo Bay diventa “laboratorio” progettuale nell'incontro costante con il Museo: si ridipinge la scuola, si producono piccoli film di animazione fatti dai bambini, si crea la Festa del Bianco, il colore in cui si annullano le altre tinte, un percorso festoso che parte dalla trasformazione dello spazio e si conclude con il cibo bianco: riso dolce, biscotti coperti di zucchero a velo, meringhe, pane arabo.

La scuola concepita come bene comune, dove si creano non cose, ma coscienze (…), coscienze di maestri che siano capaci a loro volta di creare coscienze di cittadini.  Scrivendo queste parole Piero Calamandrei affermava una cosa importante, che “la scuola è come l’aria”: contagiosa. San Salvario diventa in poco tempo un luogo che attraverso la cultura produce aggregazione. La scuola Popolare di Musica, gli oratori, la Casa del Quartiere, il Teatro Baretti; altre associazioni nascono come funghi. Ispirandosi a una storia vera, quella del fotografo torinese Michele D’OttavioEnrico Verra gira nel 1998 “Benvenuto a San Salvario” un film che racconta in meno di mezz’ora la pelle e il corpo del quartiere. Un fotografo sopravvive grazie al lavoro che i nuovi torinesi africani gli commissionano per le loro feste - matrimoni, foto ricordo da mandare a casa, in Nigeria o in Costa d’Avorio - vive in mezzo a loro, si conquista la loro fiducia, diventa l’autore di ritratti che certificano lo status sociale di stranieri non del tutto integrati ma prossimi all’integrazione.
  A San Salvario oggi, Don Mauro Mergola continua il lavoro di Don Pietro Gallo, con quell’ “ottimismo della volontà” che parla tante lingue e che giorno per giorno si incontra, si rispetta e mantiene rapporti di buon vicinato. Anche i luoghi di culto favoriscono questa atmosfera diffusa: accolgono comunità diverse, capaci di rispetto e tolleranza, e proprio sui luoghi di culto e sul tempo in cui l’emigrazione era composta da italiani, l’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa presenta “Qui non c’è il mare”, un programma di home movies sonorizzati in diretta da Paolo Spaccamonti.
  I problemi rimasti sono tanti: la sicurezza in primo luogo, la convivenza tra il popolo della notte e chi a San Salvario ci vive. Ma la Torino di San Salvario può essere un modello, non di perfezione certo e non di integrazione riuscita - ma un luogo che fa da sé e cerca di essere per chi ci è nato e chi ci è arrivato, “una buona casa”.
  Arti. Grammatica di una città offre anche un’occasione di confronto con la Falchera nel film di Giacomo Ferrante “Real Falchera F.C.”, Le Vallette nel progetto MetropolitanArt di Stalker Teatro diretto da Gabriele Boccaccini, Mirafiori con la Fondazione Mirafiori, guidata da Bruno Manghi e Elena Carli.
  La sigla della manifestazione è realizzata dall'associazione SuperOttimisti rielaborando film amatoriali raccolti nella Circoscrizione 8.
  Un intreccio di storie diverse che, accostate, restituiscono la ricchezza e complessità di contesti urbani in evoluzione, rappresentati simbolicamente nel grande Tappeto Volante che sarà tessuto in diretta, in una performance collettiva a cui tutti sono invitati a partecipare. 
  Insomma, per una volta sono i margini della città che danno un senso alla narrazione, così come, nelle zone di margine dell’arte si muovono, da sempre, Richi Ferrero, che interverrà negli spazi juvarriani con un ambiente immersivo, Gianni Colosimo e Alessandro Bulgini che completano il programma con le performance Scambio d’identità e Opera Viva e Brice Coniglio che racconterà il progetto viadella fucina 16, programma di residenza per artisti.
  PROGRAMMA IN ALLEGATO

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