Il garbo è tutto. Segni e carte di Carol Rama
 
										 
										
										
																		
																																												Il garbo è tutto. Segni e carte di Carol Rama, GAM, Torino
											
										
										
									Dal 16 April 2014 al 15 June 2014
Torino
Luogo: GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: via Magenta 31
Orari: martedì - domenica 10-18
Curatori: Maria Cristina Mundici
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8, gratuito ragazzi fino ai 18 anni
Telefono per informazioni: +39 011 4429518 / 011 4429595
E-Mail info: gam@fondazionetorinomusei.it
Sito ufficiale: http://www.gamtorino.it
								
								La GAM presenta a partire dal 16 aprile negli spazi della Wunderkammer, recentemente riallestiti, un’importante serie di carte di Carol Rama provenienti dalla collezione del museo.
A curare la mostra, quindicesimo capitolo del progetto Wunderkammer, è stata invitata Maria Cristina Mundici, storica dell’arte e membro del Comitato Scientifico dell’Archivio Carol Rama.
Carol Rama è oggi un’artista nota sullo scenario artistico italiano e internazionale, nonostante il suo lavoro abbia avuto nel corso del Novecento fortune alterne.
Nata a Torino nel 1918, riceve un riconoscimento universale nel 2003 alla Cinquantesima Biennale di Venezia col premio alla carriera. Andando a ritroso nel tempo, soltanto dal 1985 si succedono sue importanti mostre monografiche in spazi pubblici, in Italia e all’estero. Agli albori della sua carriera, tra gli anni Trenta e Quaranta, è apprezzata e sostenuta da Felice Casorati. In quel periodo realizza acquerelli straordinari, di cui vediamo in mostra esempi notevoli quali Nonna Carolina (1936, sua prima opera conosciuta) e Appassionata (1940).
La rudezza di certa iconografia, che Carol Rama ricava da elaborazioni del proprio vissuto, è felicemente bilanciata dall’eleganza formale del segno e della composizione, che richiamano opere di Klimt e Schiele.
In seguito si rivolge all’astrattismo, caratterizzato prima dall’adesione al Mac torinese negli anni Cinquanta, poi connotato negli anni Sessanta dall’uso di oggetti sovrapposti a macchie informali di colore, in quadri che Edoardo Sanguineti ha denominato “bricolage”. Lo stretto rapporto esistente tra Carol Rama e Sanguineti è ricordato in mostra da una cartella di incisioni, Idilli, completata da poesie del letterato.
L’astrazione prosegue negli anni Settanta con una serie di quadri ottenuti applicando su superfici solitamente monocrome frammenti di camere d’aria usate, stese come pelle pittorica o lasciate nella loro evidenza tridimensionale, come accade nello splendido quadro esposto in mostra Movimento e immobilità di Birnam(1978). Del ritorno alla figurazione, a partire dagli anni Ottanta, parlano infine sia Seduzioni (1985) sia una cartella del 1993-1998 composta da venticinque incisioni, in cui la pittrice riprende temi e iconografie che le sono proprie.
Il progetto Wunderkammer, che da quest’anno si è trasferito in uno spazio espositivo nuovo e più ampio, è curato da Virginia Bertone, conservatore delle raccolte e responsabile del Gabinetto Disegni e Stampe della GAM.
							
							A curare la mostra, quindicesimo capitolo del progetto Wunderkammer, è stata invitata Maria Cristina Mundici, storica dell’arte e membro del Comitato Scientifico dell’Archivio Carol Rama.
Carol Rama è oggi un’artista nota sullo scenario artistico italiano e internazionale, nonostante il suo lavoro abbia avuto nel corso del Novecento fortune alterne.
Nata a Torino nel 1918, riceve un riconoscimento universale nel 2003 alla Cinquantesima Biennale di Venezia col premio alla carriera. Andando a ritroso nel tempo, soltanto dal 1985 si succedono sue importanti mostre monografiche in spazi pubblici, in Italia e all’estero. Agli albori della sua carriera, tra gli anni Trenta e Quaranta, è apprezzata e sostenuta da Felice Casorati. In quel periodo realizza acquerelli straordinari, di cui vediamo in mostra esempi notevoli quali Nonna Carolina (1936, sua prima opera conosciuta) e Appassionata (1940).
La rudezza di certa iconografia, che Carol Rama ricava da elaborazioni del proprio vissuto, è felicemente bilanciata dall’eleganza formale del segno e della composizione, che richiamano opere di Klimt e Schiele.
In seguito si rivolge all’astrattismo, caratterizzato prima dall’adesione al Mac torinese negli anni Cinquanta, poi connotato negli anni Sessanta dall’uso di oggetti sovrapposti a macchie informali di colore, in quadri che Edoardo Sanguineti ha denominato “bricolage”. Lo stretto rapporto esistente tra Carol Rama e Sanguineti è ricordato in mostra da una cartella di incisioni, Idilli, completata da poesie del letterato.
L’astrazione prosegue negli anni Settanta con una serie di quadri ottenuti applicando su superfici solitamente monocrome frammenti di camere d’aria usate, stese come pelle pittorica o lasciate nella loro evidenza tridimensionale, come accade nello splendido quadro esposto in mostra Movimento e immobilità di Birnam(1978). Del ritorno alla figurazione, a partire dagli anni Ottanta, parlano infine sia Seduzioni (1985) sia una cartella del 1993-1998 composta da venticinque incisioni, in cui la pittrice riprende temi e iconografie che le sono proprie.
Il progetto Wunderkammer, che da quest’anno si è trasferito in uno spazio espositivo nuovo e più ampio, è curato da Virginia Bertone, conservatore delle raccolte e responsabile del Gabinetto Disegni e Stampe della GAM.
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