Pietre d'Infinito. Dalla solida pietra, una vita. Un balzo d'eterno

Pietre d'Infinito. Dalla solida pietra, una vita. Un balzo d'eterno, Torino

 

Dal 14 Ottobre 2013 al 25 Ottobre 2013

Torino

Luogo: Piazza dei Mestieri

Indirizzo: via Jacopo Durandi 13

Orari: Dal Lunedì al Sabato dalle 10,00 alle 18

Telefono per informazioni: +39 011 19709600

E-Mail info: %20eventi@piazzadeimestieri.it

Sito ufficiale: http://www.piazzadeimestieri.it


Dal 14 al 25 ottobre 2013, la Sala Esposizioni della Piazza dei Mestieri ospita la mostra "Pietre d'Infinito - Dalla solida pietra, una vita. Un balzo d'Eterno", in collaborazione con il CEDAC (Centro Esposizioni d'Arte & Cultura).
Dal Romanico medioevale della Sacra di San Michele, alla contemporaneità della Sagrada Família di Antoni Gaudì. Un itinerario ideale, fatto vibrare dagli sguardi dell'arte, che attraverso la pietra racconta di un umano in costante tensione verso il Mistero.
Seguendo un vero e proprio itinerario ideale, la mostra intende documentare la contemporaneità dell'umano ardimento che vede affiancarsi alla sobria ruvidezza e all'intima apertura al Mistero caratteristiche dell'arte romanica, il lacerante urlo d'amore e di passione per la vita, che la monumentale opera della Sagrada Família rappresenta. Ora sottile anelito di meraviglia e poi possente gesto d'indomita tensione, ora armoniosa lode all'Eterno e poi trepidante offerta d'umana miseria, pur nell'evidente distanza stilistica e temporale, tanto le prime Chiese Medioevali quanto l'ultima Cattedrale d'Europa, segnano un itinerario di educazione al vero attraverso il bello, per certi aspetti unico nel suo genere.
Protagonista di questo viaggio è la "pietra", la solida pietra; prima scavata a fatica nella materia grezza sino a torcersi in decorazioni di capitelli, archetti pensili, colonne e loggette, ora librata verso il cielo esile e sottile in forme ardite e slanciate.
In tal modo, tanto i "Magistri cumacini" quanto Antoni Gaudì, divengono eloquenti testimoni, quasi compagni d'avventura di quanto, attraverso l'arte e la propria laboriosità, l'uomo possa lambire, sino quasi a perdersene, il sottile confine che separa la precarietà umana dalla regalità di cui il desiderio d'infinito e di bellezza, d'amore e di conoscenza, ci fanno intrepidi mendicanti.

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