Luciano Ventrone. Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?

Luciano Ventrone, Agrumi, 2013-2016, olio su tela di lino

 

Dal 13 Aprile 2022 al 12 Giugno 2022

Riva del Garda | Trento

Luogo: Museo Riva del Garda - MAG Museo Alto Garda

Indirizzo: Piazza Cesare Battisti 3/A

Orari: Fino al 31 Mag: Mar - Dom 10 - 18 | Dal 1° Giu: Tutti i giorni 10 - 18

Curatori: Marco Di Capua, Da un'idea di Vittorio Sgarbi e Lorenzo Zichichi

Telefono per informazioni: +39 0464 573869

E-Mail info: info@museoaltogarda.it

Sito ufficiale: http://www.museoaltogarda.it


“Kennst du das Land, wo die Citronen blühn?”
“Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?” 
Johann Wolfgang von Goethe

A un anno di distanza dalla scomparsa avvenuta il 13 aprile 2021, sarà il MAG Museo Alto Garda a ricordare Luciano Ventrone - l’artista romano divenuto famoso soprattutto per le sue iperrealistiche nature morte - grazie a un’attenta mostra monografica che s’inaugura al Museo di Riva del Garda il prossimo 13 aprile 2022 alle ore 17.00 realizzata in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni-Roma e la Fondazione Luciano Ventrone - Miranda Gibilisco.
 
Nel titolo della mostra, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e Lorenzo Zichichi e curata da Marco di Capua - “Luciano Ventrone. Kennst du das Land, wo die Citronen blühn?” “Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni? - il richiamo, nei versi della cosiddetta Canzone dell’Italia di Johann Wolfgang von Goethe, a uno dei soggetti maggiormente rappresentati e amati dal pittore e nel contempo così fortemente identificativo dei territori del Garda. 
 
Oltre 30 opere saranno esposte in quest’occasione a ridisegnare il percorso compiuto da Ventrone a partire dagli anni Sessanta, ancora studente alla Facoltà di  Architettura che lascerà poi per dedicarsi interamente alla pittura, fino agli ultimi lavori datati 2016 e 2018. 
 
Dagli esordi come artista figurativo classico dunque, alle sperimentazioni geometriche, passando per l’informale e l’arte programmata, fino a quando Ventrone trova la sua cifra e matura la sua ricerca estetica anche grazie all’interessamento di Federico Zeri che lo induce ad affrontare il tema delle nature morte. 
 
Da allora l’artista romano – il “Caravaggio del ventesimo secolo” secondo Zeri, “un metafisico costretto a misurarsi con la caducità della natura” per usare le parole dello stesso Ventrone – riuscì a stupire con il suo virtuosismo assolutamente straordinario e  la perfezione anatomica dei suoi frutti e dei suoi fiori. 
 
Una pittura fatta di luce immanente e di iperbole nella resa dei particolari che sfuggono all’occhio nudo - grazie anche alla mediazione della fotografia che Ventrone usava nel suo processo creativo - ad accentuarne la dimensione “ultra reale”, al punto da divenire rappresentazioni iperrealistiche ed illusionistiche non dei medesimi soggetti, ma di una neoplatonica forma-idea, portandoci costantemente a riflettere sull’eterno dualismo tra realtà e apparenza, tra assenza e presenza e sul senso ultimo della creazione artistica.
 
“L’artista - suggerisce Sgarbi presidente del MAG - sembra cercare un assoluto, una essenza, una entelechia che, nell’opera, cresce la realtà, non si limita a riprodurla. È di più. Ventrone è il pittore dell’iperbole”. 
 
 

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